(Un gatto ci sta sempre bene alla raccolta delle olive per fare da compagnia...)
Ingredienti per tre persone per una raccolta decente: due reti (di cui una 8m x 8m), due scale, forbici e un seghetto per tagliare i rami che sono troppo in alto o di fuori, nastro di cerotto per facciare le dita, un rastrellino magari e canne corte per alzare la rete dove pende. E un pennato e guanti per levare qualche rovo che è ricresciuto. Più una cinquantina di cassette per lo stoccaggio.
Con le mani e il rastrellino (dove sono pieni i grondacci) si arriva a cogliere 80-90kg/testa in una giornata. Per le piante giovani che hanno poche olive si usa una specie di ombrellino, per non dover stendere la rete.
Da qualche anno c'è una forte alternanza nella produzione: il 2006 è un'annata di carica come lo era pure il 2004, mentre nel 2005 le olive erano quattro volte di meno. Una pianta grossa ci da in media 30/40 kg di olive, quando è carica. Queste qui accanto sono della qualità Grossaie (al vivaio la varietà si chiama Frantoio però). Il cultivar di maggior diffusione qui in Toscana centrale.
Questi qui sono i frutti del leccino (che chiamano morcaie qui in zona), avvizzite dalla tramontana.
Le famose mignole, che maturano di dicembre e rendono meno ma danno più gusto al prodotto. Sono ottimi impollinatori e uno spettacolo grandioso quando fioriscono.
Le moraiole, infine, di maturazione tardiva anche quelle.
Questo qui è una razza d'olivo di cui c'era solo una pianta. Nel 2004 che era lannata da record c'erano 95 chili sopra. Adesso ci sono una ventina di fratelli di questo cultivar sul podere, perché il contadino l'ha innestato nei posti dove si pelavano per via della frescura d'inverno. Lui ha resistito pure alla gelata del '85.
