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Categoria: web

I veri problemi della rete italiana

Altro che problemi di copyright: L’attacco alle 18 università italiane ha messo al nudo la capacità tecnica di chi gestisce siti e server e diffuso passwd, email, telefono e altro dei poveri utenti di quei sistemi.

Ecco un estratto random che dimostra la coltura del passwd dei docenti:

Nome = Nadia
Password = elio

Nome = Paolo
Password = docente

Nome = Alessandra
Password = docente

Nome = Giovanni
Password = DAFTTFAD

Nome = Armando
Password = aciancio

Nome = Santa
Password = docente

Nome = Paola
Password = tuttodago

Nome = Angela
Password = docente

Nome = Dario
Password = docente

Nome = Giuseppe
Password = dattilag

Nome = Paolo
Password = 123456

++++++++++++++++++++++++fine docenti inizio studenti
Nome = Dario
Password = 120786

Nome = GIULIA
Password = 402983

Nome = ludovico
Password = aaaaaa

Nome = ANTONELLA
Password = sponge

Nome = Nazareno
Password = ernarpoltio

Nome = Valeria
Password = 070487

Nome = chiara
Password = kiuzzissima13

Nome = Samanta
Password = università

Nome = SHARON
Password = LIGABUE

Nome = Giusepe
Password = peppuzzo

Nome = Francesco
Password = giovanna

Tutti ora subito a cambiare la loro passwd ma finché non hanno messo a posto questi buchi enormi serve a poco. E cambiarlo se si usa su altri siti, e magari smettere di usare la data di nascita o il nome del ragazzo/a.

La cosa è seria: Molti usano lo stesso passwd su siti diversi.

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I can’t get no co-ohnection

Veramente il contadino è anche un po’ triste ora che la connessione alla rete è stato ristabilita (sostituito l’antenna che era piena d’acqua) – era bello questa libertà e prima che uno pensa ci si disabitua di aprire il portatile sempre in standby per controllare lo stato di Fukushima, il forum di ubuntu, i blog e le mail. Invece tutte le sere andava a trovare l’amico vicino di casa e in quindici minuti faceva tutto: scaricava i feed e quel che sembra necessario davvero.

Quando avrò finito suo sviluppo spirituale si staccherà dalla rete. Purtroppo c’è ancora molto strada da fare.

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Appunti sulle Bitcoin

Una delle cose più interessanti degli ultimi giorni sono le Bitcoin – una moneta libera che non viene emessa e/o controllato da banche e governi. Uno dei progetti forse più pericolosi della rete. I contanti di internet: anonimi, spese di trasferimenti pressoché nulle, versamenti conclusi in dieci minuti in tutto il mondo (collegato) senza paypal, visa e altri intermediari. Pagamenti non rintracciabile e (finora) sicuri. Se non verrà vietato con impegno massiccio.

I soldi sono una cosa molto meno materiale che uno pensa. Non hanno nessun valore per sé, sono numeri su un foglio. Il loro valore è solo spirituale – nel senso che vengono accettati in cambio di beni e servizi, uno deve avere fiducia che dopo lo scambio può cambiarli con altri beni della sua necessità.

Come si vede nelle grafiche adesso c’è un rush come le miniere d’oro.Negli ultimi giorni il valore di una bitcoin sale di un dollaro/giorno: un vero rush, o bolla che scoppia o investimento come oro? Chissà quali soldi verranno convertiti in bitcoin, da quale provenienza.

Per ora sono i giro cira 6,418,400 bitcoins valore su Mt.Gox 13.92 che corrisponde a un valore di $89’344’128 o più di 60 milioni di euro. Ovviamente ci sono troppi soldi in giro nel mondo che cercano dove andare: oro, alimenti, terre e – bitcoin?

Ci sono tizi che tengono un pc con più schede video (GPU) sul balcone – per via del rumore della ventola – PC che fanno da miniera, ovvero che calculano i hash migliai di volte e le monete generate ogni dieci minuti arriva a uno di loro. Anche sul software nella prima foto c’è il bottone “genera moneta” ma su un portatile normale ci vorrebbe 5 anni forse e non vale la corrente che usa. Una critica è proprio questo: migliaia di pc-miniera che calcolano catene infinite di numeri senza senso consumando energia elettrica (~300W). Anche al primo avvio il programma fa andare la CPU per un paio d’ore per calcolare il hash dei blocchi, ma dopo non consuma niente.

La FAQ in inglese.

Sarebbe interessante di combinarli con la moneta libera: nel senso che un bitcoin perde un pochino di valore con il tempo se non si spende.

Visto da Google: L’interesse maggiore viene dalle Russia.

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Internet che brucia

Come magari qualcuno dei tre lettori se ne accorto, vogliaditerra era giù quasi tutto il giorno, e non solo questo e le mail del contadino ma tutto quel che gira su questi server ad Arezzo, un milione e mezzo di siti.

L’elettricità è fuoco, si è liberata e principiato un incendio nei locali dove si trovano le batterie e i generatori di emergenza che servono per far fronte ad un eventuale blackout. Sembra che per sicurezza è stato tolto tutta l’energia ai server. Nessun rischio per i dati. Questa volta. Se succede adesso un blackout si spegne tutto nuovamente.

Tutto è così fragile.

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iPhone iData iGregge

Questo che in ogni paese civile è solo possibile dietro l’autorizzazione di un giudice la Apple lo fa da sé con le sue pecorelle: tracciare i dati di spostamenti di una persone che usa un iphone o un ipad.

E’ pure illegale, almeno in Germania. La Apple per ora tace.

Edit: né parla anche mantellini

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“Dicono di noi”

Ormai il contadino li riconosce dal comportamento.

Trovata con non poche difficoltà!
come già detto dal lanonimafontanellese l’impresa è riuscita grazie alla combinazione di diversi fattori non ultimo l’aiuto del proprietario e, probabilmente, creatore delle opere senza il quale sarebbe stato IMPOSSIBILE trovare la cache!

Girano in modo deciso e sembrano smarriti nello stesso momento, hanno un aggeggio nella mano, sono concentrati su qualche compito misterioso (trovare la famosa cache) e non vedono niente. Questa volta erano tre donne, quando sono tornati da qui li ha detti che non la troveranno mai, perché dov’erano 4 adesso sono due e dov’erano tre adesso sono molti.

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Una parola al giorno #4

Human flesh search engine, in pratica un motore di ricerca in carne e ossa con massiccia partecipazioni di persone, per cercare e distribuire informazioni su persone per esempio. Attualmente usato in Egitto per cercare di identificare le persone che hanno commesse le atroce violenze in piazza prima della caduta di Mubarak. Detto anche “Piggipedia”.

[da qui]

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