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Categoria: politica e società 

La guerra in atto …

… e quella dei ricchi contro i poveri. La stessa ricetta che si prescrive adesso a forza di waterboarding alla Grecia fu anche adottato nella riunificazione delle due Germanie, o meglio detto inglobamento.

Warren Buffet
Nel 2012 e negli anni che lo vedono diventare un leggendario investitore e filantropo, Warren Buffet si trova spesso sulla lista dei 10 uomini più ricchi al mondo. Nel Novembre 2006, in un’intervista al New York Times, Buffet commenta ‘Giustamente c’è una guerra di classe ma è la mia classe, quella ricca, che la sta facendo. E noi saremo vincenti[6]‘. Dopo questa pubblicazione diede via più della metà  della sua fortuna per azioni caritatevoli, attraverso un programma creato da lui e dal magnate dei software per i computer Bill Gates[7]. Più tardi, nel 2011 chiamò i legislatori e disse loro ‘.. basta coccolare i super ricchi’[8].

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Showdown grecale

Il contadino non ne scrive niente, ma legge una moltitudine di fonti di notizie (non ultima il blog del ministro Varoufakis. Molto che viene raccontato è truccato forte, per esempio che i creditori avrebbero concesso molto nelle loro proposte – no. Sono sempre stati quasi fermi sulle loro posizioni irrealistiche e ideologiche.

IL succo della faccenda sembra che si tratta di una battaglia ideologica molto importante per la dottrina del neoliberalismo. Non ci sono più scelte tra destra e sinistra in molti paesi tranne la Grecia, unica che ha un vero leader politico. Nel resto del Europa ormai non si distingue più la sinistra dalla destra: tutti a recitare il credo dei mercati che farebbero i miracoli.

La speranza è che cambia il vento, ma è molto difficile – compagna paura (della crisi) condiziona troppo, anche il voto della domenica nella Grecia.

PS: Visto la vincita del no – il contadino è contento e spera che serve a quel che dovrebbe servire – va sempre ricordato che 5 anni fa i governi europei hanno deciso di addossare quel debito immenso ai propri cittadini, salvando le banche. Circa 92% dei 240 miliardi prestati alla Grecia sono andate alle banche europee.

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Togliamo l’ora legale

Finalmente qualcuno ha pensato di lanciare una iniziativa europea per togliere una volta per tutte questo stupido cambiamento di ora che ha mai risparmiato energia e che invece fa solo danni alla salute e anche al economia. La Russia l’ha capito già  quattro anni fa e l’ha tolto, sarà  facile arrivare al milione di firma necessarie.

[pesce di aprile purtroppo]

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Il giorno della banca

Che cos’è l’effrazione di una banca di fronte alla fondazione di una banca?

si domandò Brecht. Oggi apre la Bce a Francoforte, 100km di filo spinato, 9800 poliziotti, 28 òlanciatori d’acqua o come si chiamano i mezzi di soppressioni di massa… una grande festa.

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Lo stato, la scienza e la salute (degli ulivi e non)

Per gli ulivi malati in Puglia adesso dovrebbe essere questo la terapia:

Prima di tutto dobbiamo essere molto chiari, tutti gli alberi colpiti dal batterio Xylella fastidiosa devono essere rimossi e questa è la prima cosa”. Accetta, dunque, su migliaia di ulivi e non solo. Anche su lecci, mandorli, ciliegi, albicocchi e tutte le altre piante, appartenenti ad almeno 150 specie, che risulteranno attaccate dal patogeno da quarantena arrivato dalle Americhe.

Per non fare un lungo discorso al contadino sembra la stessa storia delle varie pandemie, il vaccino obbligatorio contro la lingua blu (non si fa più a quanto sembra) e altre emergenze. Non si ha il coraggio di fare niente e osservare bene, l’esperienza insegna che spesso questo sarebbe stato la strategia più sana e economica. Invece giù a spruzzare insetticidi:

Nell’ultimo anno una serie di determine sono state approvate dalla Regione Puglia su proposta dall’Osservatorio fitosanitario regionale, l’ultima di febbraio indica proprio le misure obbligatorie da adottare a partire da maggio 2015 nelle quattro zone individuate. La determina rende noto che “è fatto obbligo ai proprietari o conduttori dei terreni ricadenti nell’area infetta di eseguire le misure obbligatorie previste”, come l’irrorazione con diverse tipologie di insetticidi; tra questi l’imidacloprid che fa capo alla classe dei cloronicotinici neonicotinoidi, tossico per la salute umana, nonchà© anche riproduttiva, per uccelli, fauna acquatica ed api. Utilizzare insetticida a base di neonicotinoidi per debellare le cicaline e sterminare la xylella potrebbe seriamente alterare il ciclo dell’impollinazione e, ancor peggio, costituire un serio rischio per api, vitali per il nostro ecosistema. Ma l’elenco non finisce qui, perchà© ci sono altri insetticidi come il buprofezin che la stessa EFSA ha evidenziato come interferente endocrino.

Qualcosa non funziona, proprio NON funziona in certe teste e certi organismi statali.

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Se la Grecia fosse una banca…

…verrebbe salvato anche subito. Dov’è la solidarietà ? E’ in atto una specie dì guerra tra i poveri in crisi che tolgono lo sguardo?

77% dei quasi 207 miliardi erogati fino metà  2013 sono andati al settore finanziario.

E perchà© l’eurogruppo adesso fa il muso duro? Perchà© le banche sono molto meno esposti in Grecia di allora (quando erano 272 miliardi), adesso sono solo circa 34 miliardi.

Dal libro in uscito di Yanis Varoufakis “Una modesta proposta per uscire dalla crisi dell’euro”.

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Pizza e pesto come patrimonio UNESCO?

Nel ufficio dei coldiretti gli hanno proposto di firmare la petizione per una “pizza italiana patrimonio dell’umanità  fatto con solo ingredienti italiani”. Il contadino ha preso un colpo. Di questo passo presto ogni cibo nazionale di ogni paese potrebbe diventarlo, poi il suo secondo ragionamento fu che la poca mozzarella e il grano duro nostrale non basterebbe mai mai per le 50mila pizzerie, a parte il fatto che secondo lui un grano duro estero non è per forza di natura peggiore che quello “coltivano” i contoterzisti sui campi sotto di lui (un disastro ambientale tra concime, diserbo, trattori pesanti e erosione).

Ieri poi ha visto che già  il secondo candidato è in arrivo: il pesto genovese. Allora subito il Wurstel viennese e l’amburger americano, perchà© no?

La pizza e il pesto si troverebbero in compagnia buona dell’Opera dei Pupi (Sicilia):

L’Opera dei Pupi è un tipo di teatro delle marionette, i cui protagonisti sono Carlo Magno e i suoi paladini emerso agli inizi del XIX secolo prima a Napoli e seccessivamente in Sicilia.

e il Canto a tenore:

àˆ uno stile di canto corale sardo di grande importanza nella tradizione locale

le uniche due voci italiane presenti nel “Patrimoni orale e immateriale dell’umanità “.

Forse hanno capito male il riferimento al “orale”.

Ora è giusto che si difende un prodotto, ed esistono già  i mezzi.

Ma interessante è che anche con il cibo c’è l’effetto placebo: importa un sacco chi lo propone, cosa ne pensiamo, la fama che ha, se lo riteniamo sano o meno e molto altro. Ed è giusto che sia così, è sempre stato così e già  solo l’aggettivo “italiano” rende il cibo migliore a prescindere, e questo è un bel regalo che il paese ha fatto al mondo. Il contadino non sa bene sà© sia giusto o meno se ora vuole soldi per il regalo, sì, c’è crisi ma non crede proprio che un solo olivo toscano abbandonato viene ripreso in coltivazione con questo tipo di battaglio del “made in Italy” alimentare.

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A proposito del 2015

Gli auguri che il contadina fa a sà© stesso e a chi passa di qui sono essenzialmente che partiamo da quel possiamo cambiare e non fermiamoci lamentandoci di cose che non possiamo cambiare nel breve momento.

E quel che possiamo cambiare sono i nostri pensieri, il nostro modo di vedere le cose, il nostro modo di sentirci connesso con gli altri. Siamo ormai in un rapporto con quasi tutti su questa pianeta, con le operaie e i operai asiatici che ci fanno le magliette di marca per pochi euri e gli aggeggi tramite quali leggete queste parole. Con i contadini nel America del sud che piantano soia per il nostro prosciutto e con chi taglia canna da zucchero 15 ore al giorno. E così via. Questi rapporti vanno vissuti, non funziona cercando di rinchiudersi rimpiangendo il mondo piccolo di 30 anni fa.

Mente aperta, sensi aperti, pensieri aperti e ascolto per i punti di vista altrui.

Buon anno nuovo!

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Pellet, Politica, Ecologia

Ai tre lettori una piccola raccolta stampa:
La Stampa:

L’Iva sui pellet passa dal 4 al 22%

Repubblica:

PELLET. Sale al 22% l’iva applicata sul pellet in legno (il combustibile ricavato da segnatura).L’attuale imposta sul valore aggiunto è del 10% ….

M5S:

Rincaro Pellet: con questo emendamento si fissa un rincaro dell’Iva sul pellet per alimentare le stufe domestiche dal 10% al 22%. Un favore all’Eni e alle varie multiutility come Hera e Iren che distruibiscono gas e che rischia di uccidere un settore in forte sviluppo oltre che danneggiare le famiglie che si riscaldano usando questo combustibile ecologico (emendamento 3.4111).

Il contadino ha verificato su un pdf del governo, ha torto La Stampa. Ma non era questo il punto.

Si calcola un consumo annuo nazionale superiore al milione e mezzo di tonnellate, che corrispondono a oltre cento milioni di sacchetti da 15 kg…

Purtroppo sul lato della filiera i risultati sono ancora insoddisfacenti. La produzione italiana copre meno della metà  del consumo nazionale, ciò significa che importiamo il materiale da paesi esteri, principalmente dall’Europa Centrale, dall’Europa dell’Est o addirittura dal Nord America, con una fornitura che l’anno scorso ha toccato 1,5 milioni di tonnellate di pellet americano (2012)

Se però analizziamo bene la filiera produttiva del pellet ci accorgiamo che per trasformare la segatura e gli scarti di legno per produrre il pellet si devono impiegare:

– energia elettrica par a 367 MJ/t di pellet prodotto
– incidenza per il trasporto della materia grezza allo stabilimento di produzione con consumo di 183 MJ/t di pellet prodotto

(dati ricavati dai siti europei del pellet www.pelletcenter.info e www.pelletsatlas.info).

Per produrre l’energia elettrica si immettono in atmosfera circa 530 g di CO2 (anidride carbonica) per ogni kWhe, mentre per il trasporto si emettono circa 700 g di CO2 per kWh.

Pertanto fatte le debite conversioni delle unità  di misura:

– per fabbricare un kg di pellet si incrementa l’inquinamento atmosferico di (54+36) 90 g di CO2 che equivalgono a 1.350 g di CO2 per ogni sacchetto di pellet da 15 kg.

Di ecologico a impatto zero di CO2 non si può parlare quindi. I pellet contengono come collante fino 2% di farina di granturco o segale (wikikpedia tedesca) e vengono sempre più prodotti anche di semi di palme d’olio, per fare un esempio eclatante.

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