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Categoria: natura

L’iniziazione

guido

Nella vita tutti incontrano i loro maestri. Questo post è anche un omaggio a Guido che ha insegnato tante cose al contadino (ndr: la creatura in braccio di Guida ha mandato oggi una mail al babbo contadino per dirlo che “inizializzazione” e “iniziazione” si distinguono un pochino – ora il titolo dovrebbe essere a posto)

– Non è il lavoro, ma il pensiero del lavoro (che da problemi).

– Se tagli qualcosa: sempre sotto terra!

– Col seghetto poti sempre bene.

– Questo è ferro – appeni lo tocchi ti fai male!

– Ogni dieci ulivi ci vuole un maschio.

– Il mondo va da sé.

Ma sopratutto: La natura ci insegna tante cose.

E a questo ha pensato il contadino stamanattina quando ha tirato giù il carpine secco con tanta edera adosso. L’ha strozzato, l’edera, lei arrivavo molto alta e prendeva molta luce ma alla fine è andata male pure a lei: buttato nel fuoco.

Eventuali assomiglianze con l’alta finanza che specula sul mondo reale non sono casuali.

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Meno quattro

terra

Temperatura stamattina, che di solito intorno casa scende mai sotto lo zero.

Queste notti ghiacci fanno un gran bene alla terra coltrata che rimane tutta aperta al cielo: il ghiaccio è un concime.

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Intelligent design

stoppioni

Il fatto è che il contadino ha vagliato le favette ancora sudice come uscivano dalla mietitrebbia (la pastora aveva chiesto se si potevano pigliare, erano abbandonati sul rimorchio nella capanna del podere senza padrone qui sotto – la pastora prende tutto, per le pecore, deve averlo nel sangue). Cmq come si sa quando si vaglia del seme il sudicio piccolo casca di sotto e quello leggero si riunisce in cima, in questo caso erano più che altro degli stoppioni e lui li buttava da parte. Beh, dopo pranzo erano tutti aperti e il maestrale faceva quello che doveva fare: spargere il seme.

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La natura ci insegna tante cose

Stamattina quando il contadino portava la cenere nella vigna vedeva che due dei buchi per le propaggini erano piene d’acqua dalla pioggia degli ultimi giorni, perché c’è terra grossa lì. Comunque, in tutt’e due c’era una specie di isolotto galleggiante, un isolotto fatto solo di formiche che si reggevano tra di loro. Lui crede che questa insegna che dobbiamo stare uniti in situazioni problematiche, finché uno viene con un pezzo di canna a tirarci fuori, se va bene.

[Non ci si riferisce alla politica, o forse sì]

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La questione morale

La vita di uno che fa anche il contadino è naturalmente piena zeppa di cose interessantissimi, avventure pericolose e incontri meravigliosi conragazze bellissime, ma purtroppo certe cose non si possono raccontare, altri non sono poi un granché alla seconda vista e infine certe cose forse non si dovrebbero raccontare come questa di oggi; il fatto è che il contadino andava in paese perché pioveva e perché era l’ultimo giorno per pagare il bollo del vespino e nel fosso poco lontano del capannaio di Giusti – Giusti è uno di quei ottantenni allevatori di conigli che trovi ai bordi della strada dove c’è terra grossa a tagliare la sulla e di andere via con due grosse balle di erba sul tetto della panda – si diceva che in questo fossetto c’era una coniglietta cieca malata tremolante bagnata fradica che faceva pena – Giusti e non solo lui le mamme vecchie e i conigli malati li buttano fuori – e il contadino pensava che foto ci sarebbe venuta e se sarebbe giusto suscitare emozioni con animali in fin di vita ma che la vita è anche questo, ma intanto non aveva la macchina con sé allora erano anche pensieri inutili e andava alla posta a pagare e nel bar a leggere il giornale che tra politica e cronaca era anche peggio di cento bolli da pagare e se né dimenticavo.

Sulla ritorno il coniglio era ancora nello stesso posto, piovettava ancora e il contadino pensava che era meglio di ammazzarli invece di farli crepare così e stava per continuare la sua strada ma solo per due metri, la cosa era chiara, più avanti c’era una catasta di legna, ne prese uno tornò indietro e l’ammazzò con una botta secca alla nuca.

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Mungere l’asina

Ha chiamato un amico di un amico che ha un bimbo allergico al latte che è spesso malato che non cresce. Così il contadino ha munto l’asina, per prova. Ci voleva un divisorio per separarla dal puledro un paio d’ore e mungendola 4 volte è uscito un bicchiere di latte acquosa e dolce.

E le asine hanno due buchini nelle pupe, non lo sapeva mica.

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Olio nel bosco

Il fatto è che ha smesso di piovere. La cisterna è piena ma la stagna con l’olio di catena per la motosega vuota è il contadino voleva in tutti modi tagliare la legna con la luna in un segno di fuoco (sicuramente avete notato il fatto che certa legna non vuole bruciare e quando brucia non scalda: ecco, giorno sbagliato quando era stato tagliato, forse è anche solo bagnato). Dunque c’era quel pomeriggio perfetto ieri ma non c’era l’olio. Così ha riempito la motosega con quell’olio di oliva rimasto della fondata di quattro anni fa ed è partito. Sembra che funzioni, un bel odorino pure.

Nota: I contadini sono sempre stati bravi a riciclare il tutto. Nessuno sa quanto olio bruciato – del trattore – è stato sparso nei boschi italiani.

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Cara acqua

pioggia graficagrafica pioggia 2
Da sempre qui il problema dall’acqua affiora con regolarità qui. Uno dei primi investimenti fu un doccio in PVC (come si farà senza il PVC?) per raccogliere l’acqua del tetto della stalla e condurlo nella cisterna anche lei. La cisterna serva i rubinetti in casa e gli animali, e se non piove per un po’ il contadino guarda tutti i giorni con ansia se l’acqua copre ancora la pompa. Di solito piove nell’ultimo momento e poco, ma piove.

Poi fu l’arrivo del pluviometro o come si chiama quel bicchiere con le righe per misurare la acqua, dieci anni fa (e l’arrivo del pozzo, anche lui, ma questo è un altra storia). E si cominciava a dire: “Quant’ha fatto?” e se la risposta è “17mm” o “23mm” sono tutti contenti. E si segna sul calendario la cifra e si fa il totale fine mese. Qualche giorno fa un amico che capisce di queste diavolerie di Excel ha costruito un foglio che fa tutte queste curve e altri ancora (se lo volete per caso per poter inserire la pioggia vostra è qui, prego). Naturalmente la pioggia è naturale e 10 mm non sono sempre 10mm o meglio a volte piove poco e fa tanto e a volte piove tanto ma fa poco (per esempio ora piove poco ma inzuppa tutto il pianeta terra, sembra).

Sorprendente è quest’andamento a onde regolari: tanto-poco-tanto. E si può dire che con il cambiamento climatico la primavera tende a diventare più asciutto (non è bene, si dovrebbe sentire l’erba crescere sotto le pioggiarelle).
fitodepuratore
C’entra anche il lavoretto che il contadino sta per finire (sono più di dieci anni dall’inizio, come mai uno deve sempre finire delle cose?), cioè il piccolo fitodepuratore con stagno annesso. Si spera di poter ricuperare qualche annaffiatoio per i fiori almeno, e magari ritorna anche un ranocchio o due che sono anni che non si sentono più.

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Previsioni

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Nel primo post del anno nuovo il contadino parlerà del beltempo (lui spera che duri finché trabocca la cisterna e anche il pozzo).

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Quercia

[NdR: Fino la befana ‘sto blog trasmette solo su onde spirituali medie -il contadino ha smesso pure di seguire il radiogiornale e il feed delle news]

W.W.: Cos’è un albero dal punto di vista vostro?

Theabrox: Un albero è un essere speciale. Questo essere è un immagine dell’uomo rispecchiato nel regno vegetale. Questo è la cosa più importante che speriamo prima con gli alberi. Quasi tutti gli uomini hanno un certo concetto di ninfe, ma le ninfe non sono gli spiriti degli alberi. Le ninfe abitano naturalmente negli alberi, ma non sono gli spiriti degli alberi. Hanno una relazione vicina con l’albero; ma se tu parli per esempio con Eichbine lei non è la ninfa ma l’essere di una delle querce qui davanti casa.

W.W.:E cosa sono le ninfe?

Theabrox: Le ninfe sono esseri che sono molto legati al albero e all’essere dell’albero. In qualche modo hanno un carattere femminino. Custodiscono e curano l’albero, ma non sono l’essere dell’albero. E’ simile come la relazione tra te e il tuo spirito elementare del corpo: Lui abita in te ma non è te.

[…]

quercia.jpg
W.W.: Querce di 500 anni non sono una rarità. Perché le querce diventano così vecchio?

Eichbine: E’ semplicemente così. Noi siamo un immagine della durata. Esistono esseri che diventano più vecchio, montagne e cose simili, ma tra gli alberi simbolizziamo il principio della durata. I dei Germani sono ancora presenti in quanto appartengono alla cultura qui nel Nord – noncurante se voi li ignorate o meno. Fin quando vivete in una cultura formata da Odin dovreste avere in mente la quercia come albero suo – anche se questo è tutto che sapete ancora di Odin. Odin non ha cessato di esistere solo perché siete diventati materialisti.

[…]

W.W.: Perché rimangono le foglie fin tardi nel inverno attaccati?

Eichbine: Le foglie vengono levati non dal gelo ma delle gemme nuove. Secondo la temperatura questi gemme iniziali arrivano nell’autunno o nel primavera. Abbiamo una relazione con il calore. Quando il calore se ne va terremo le nostre foglie vecchie come mantello. Questi sono anche una protezione per noi.

W.W.: Guarda l’uomo e nomina una qualità che corrisponde a te.

Eichbine: La rettilineità, la paternità nel senso positivo, non despotico. Corrispondiamo anche all’istinto protettivo dell’uomo. Aggiungerei un elemento combattivo e la capacità di perseverare.

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