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Categoria: energia

M’hanno forato il Gottardo

Gli ultimi anni quando il contadino passava il Gottardo vedeva sempre questi montagne di ghiaia che tiravano fuori dalla galleria di base. Pochi minuti fa una delle grandi macchine ha perforato l’ultimo diaframma. Qui un video (andare a 14:30).

Il contadino non è mica convinto se veramente vale la pena di forare gli Alpi alla base per far passare più treni più velocemente con più merci e più persone, ma la corsa del mondo è questa e il popolo nel ’92 ha detto di sì con 67%.

A partire dal 2013 sono previste le prime corse di prova ad alta velocita’ per verificare il corretto funzionamento dei vari sistemi. I costi previsti ammontano a 13 miliardi di euro (1per cento pil svizzero), di cui 7 per la galleria del San Gottardo, 1,5 per il Monte Ceneri, 3,1 per il Lotschberg e 1,7 per ampliamento degli accessi. L’importo e’ finanziato attraverso il Fondo per i progetti d’infrastruttura dei Trasporti Pubblici (FTP) costituito per due terzi dalla tassa sul traffico pesante e per un terzo dall’imposta sugli oli minerali e l’un per mille dell’iva. Il fondo non finanzia solo la NFTA, ma un pacchetto di opere piu’ ampio, per un totale di quasi 23 miliardi di euro, e che comprende: il progetto Ferrovia 2020 per il miglioramento generale della rete ferroviaria svizzera (collegamenti piu’ rapidi e frequenti e rinnovamento del materiale rotabile), il raccordo alle reti europee ad alta velocita’ e il risanamento acustico della rete.

Le macchine perforatrici pesano 3000 tonnellate e misurano 400m con un diametro di 10 mt e fanno una pressione 25 tonnellate, in media si procedeva a 13m/giorno.

57 km di lunghezza totale, a 250km/h andranno i treni e ci saranno incidenti spettacolari visto che passeranno fino 300 treni merci e altri al giorno e abbiamo furia. 8 i morti sul cantiere fino adesso.

24 milioni di tonnellate di roccia o 13 milioni di metri cubi tolti.

La montagna cosa ci pensa? Basta un suo rutto e disfa tutto.

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La contaminazione strisciante

Greepeace fa pressione che la legge europeo tutela le persone e l’ambiente e non le interessi della lobby nucleare. Auguri e complimenti:

Greenpeace ha consegnato oggi al Parlamento europeo quattro campioni di scorie radioattive, in due container sigillati con cemento e piombo. Alla vigilia della presentazione della direttiva sulla gestione delle scorie nucleari proposta dalla Commissione europea, Greenpeace ricorda ai parlamentari che non ci sono soluzioni e che l’unica opzione valida è di non produrre rifiuti nucleari.
Mentre avveniva la consegna, Greenpeace ha contattato i servizi di sicurezza del Parlamento e l’Autorità di sicurezza nucleare del Belgio. Decine di attivisti di Greenpeace hanno circoscritto l’area con nastro segnaletico per avvertire della presenza di un sito nucleare e poi si sono ammanettati ai container.

I quattro campioni di materiale radioattivo consegnati da Greenpeace provengono tutti da località contaminate, ma aperte al pubblico: la spiaggia di Sellafield (Regno Unito), il fondo marino di fronte a La Hague (Francia), le sponde del fiume Molse Nete in Belgio e il villaggio minerario di Akokan in Niger. I primi tre siti corrispondono a impianti di riprocessamento di scorie nucleari (ma a Molse Nete ci sono anche reattori e centri di ricerca) mentre Akokan è un villaggio presso una miniera di uranio gestita da un’azienda controllata da Areva, il colosso del nucleare francese.

Anche se pericolose, queste scorie «all’aria aperta» non sono classificate come rifiuti radioattivi poiché provengono da attività minerarie o da «emissioni autorizzate». Tuttavia, se raccolti e messi in un contenitore, gli stessi materiali devono essere classificati come «rifiuti pericolosi» e immagazzinati in sicurezza per secoli o millenni.

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Guerra vinto in digitale con stuxnet?

Gli indizi sono tanti e indicano che qualcuno ha speso somme giganti per creare un virus quasi perfetto di nome stuxnet che attacca i sistemi software Siemens di centrali industriali ben definiti. Nel caso gli impianti che dovrebbero arricchire l’uranio nell’Iran che hanno rallentato di molto la loro attività nel 2009. Più efficace di ogni embargo?

Ora è tardi ma forse dopo la vendemmia si cerca di far un riassunto più preciso. Ne parla anche Bruce Schneier.

Per le centrali nucleari questo scenario è peggio di un areo che si schianta sul reattore.

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Smaltire il nucleare

Il contadino ha ancora molte tab aperti con vari articolo sull’energia nucleare perché volevo farne un post, adesso sarà anche ora di liberarsene, ma l’argomento è così chiaro che ogni parola troppo è sprecata. Il riassunto:

  • Le centrali fantasma. Sono stati costruiti più di cento centrali nucleari (più che altro nei anni ’70-’80) che hanno quasi mai prodotto corrente. Costi stimati: 360 miliardi, senza contare quelli correnti per messa in sicurezza, smantellamento ecc.
  • Fusti molto più radioattivi che stimato prima (16’100 contro 1300 contenenti materiale media-radioattivo) nella vecchia miniera di Asse in Germania, quella con l’acqua radioattiva in giro che deve essere bonificata.
  • Allungano il tempo di vita e in compenso abbassano gli standard di sicurezza. In Germania.
  • I preventivi rosei: In Bulgaria il ministro dell’Economia Traicho Traikov ha annunciato che il costo della centrale nucleare prevista a Belene raggiungerebbe i 9,8 miliardi di euro, più del doppio di quanto inizialmente previsto.
  • Le centrali svizzere Gösgen e Beznau usano l’uranio riciclato. Energia pulita, bello! Riciclata a Mayak (non guardare le foto), Russia, il peggio luogo che esiste sulla terra. Il commercio mondiale di uranio è completamente all’oscuro, non deve essere dichiarata la provenienza. Produzione mondiale: 40’000 tonnellate. Consumo: 70’000 tonnellate. La differenza di 30’000 tonnellate proviene da “fonti secondarie”, elementi esausti di reattori o bombe smantellate. Va separato il Plutonio e milioni di litri di acqua contaminata viene rilasciata nell’ambiente, come a Mayak.

Tralasciamo notizie sull’uso militare, che non si separa dall’uso civile. O si usa o non si usa questa tecnologia. Ci vuole un altro Cernobyl nell’Europa centrale con una vasta area non abitabile per farci smettere?

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Schifo

Al contadino sembra che c’è una regia, una congiura, una cospirazione, chiamalo come ti torna meglio, intenzionato per far presente a tutti che grande schifo è il petrolio (e di conseguenza tutto quel che ne esce: plastica, benzina e concime; per non parlare dell’effetto serra)

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Il messaggio della marea nera

Con il perdurare (o addirittura peggiorare) del versamento di petrolio dal buco nel Golfo di Messico il contadino si chiede che senso abbia, perché niente accade per puro caso, tutto è un intreccio di cause e conseguenze e si chiama karma.

Sicuramente mette sotto gli occhi di tutti cos’è e com’è fatto il petrolio che di solito prima pochi pensavano all’origine della benzina quando facevano il pieno o quando compri un giocattolo tutto di plastica; e in secondo luogo mette in evidenza come da un po’ di anni per la fame energetica l’umanità attinge sempre di più a pozzi più difficili da gestire – catastrofi come questa sono solo destinati ad aumentare, perché non si vede un cambiamento di strada.

E’ non è colpa della BP, la BP è solo il nostro braccio lungo che ci prende quel che vogliamo – a tutti costi. Se la stessa cosa accade per decenni nel Delta del Niger il nostro braccio si chiama Shell, solo che il Boston Globe non fa servizi fotografici e non se ne parla e lo stesso vale per molti altri regioni. Si stima che la stessa quantità di petrolio esce già da sempre, solo sparso per il mondo e non in UN posto solo.

L’unica cosa che il singolo può fare e limitare al massimo l’uso di auto, aero e plastica, ma il suo coinvolgimento diminuisce solo di gradi, non di sostanza. Ne va preso atto, con ogni goccia di benzina che bruciamo e con ogni pezzo di plastica che tocchiamo

Notizia correlata: Uno dei sbagli più grossi ovviamente è di trasformare il sistema pensionistico da versamenti diretti a rendimenti di capitali. Molto probabile le spese e indennizzi immensi da sostenere la BP ridurranno drasticamente le pensioni degli anziani inglesi.

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Morti anche i biofuels

Ma il cittadino non lo deve sapere:

La Commissione Europea ha commissionato uno studio sull’impatto della produzione diffusa dei biocarburanti nel continente. Lo studio è finito ma non viene presentato, né rilasciato.

Voci di Bruxelles dicono che i risultati, in termini di impatto ambientale sono talmente negativi che la loro diffusione genererebbe un movimento di opposizione da azzerarne la produzione.

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Morto anche…

…l’idrogeno per mandare le nostre auto, il contadino né ha sentito parlare dell’idrogeno (che NON è un energia primaria ma solo un vettore) saranno sì e no vent’anni, ma ci ha mai potuto credere. Sarà duro ma anche le auto e moto elettriche non saranno LA soluzione in quanto già adesso non ci basta la corrente per telefonini, PC, TV a plasma e compagnia bella. Meno male che l’industria si è trasferita quasi completamente nella Cina, senno saremo al buoi presto.

Ripensare l’architettura delle città, il modo di lavorare, la distribuzione dei beni, questo va fatto, in quanto ci sposteremo molto meno in futuro, se non arriva davvero l’energia libera (ma per usare questa non siamo pronti, purtroppo).

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Una questione di fiducia

Niente contro i russi, ma cosa faranno con le scorie nucleari?

I containers di scorie sono destinati ad essere imbarcati sulla Kapitan Kuroptev per giungere poi a San Pietroburgo. Il cargo russo era inizialmente atteso a Le Havre o a Cherbourg, ma poi è stato dirottato dalle autorità francesi verso il porto de Montoir-de-Bretagne (Loire Atlantique) proprio per evitare blitz di Greenpeace. E’ servito a poco, visto che la nave ammiraglia di Grreenpeace, l’Esperanza, era arrivata il 3 marzo in Francia proprio per denunciare il traffico di scorie nucleari con la Russia e si è immediatamente diretta anche lei verso Montoir-de-Bretagne.

Fin dall’inizio degli anni ’70 Edf ed Areva esportano scorie nucleari in Russia. I convogli ferroviari attraversano tutta la Francia per raggiungere i porti di Cherbourg o Le Havre, dove le scorie vengono caricate su cargo e avviate in Russia attraverso la Manica, il Mare del Nord e il Mar Baltico. «Questo circuito è molto regolare – spiega Greenppeace – Sono circa 600 tonnellate di rifiuti nucleari francesi che vengono esportati ogni 15 giorni da anni».

[…]che per la Russia, dove i bidoni carichi di scorie sono ammassati all’aria aperta e senza nessuna vera protezione.

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