Il contadino apprende che in Francia uno al giorni si toglie la vita per motivi di lavoro negli ultimi anni. Fatto già grave in sé che dice molto su come roviniamo tutto, ma se il lavoro in questione è quello delicato in una della numerose centrali nucleari la cosa diventa micidiale. La stessa storia come dappertutto, iniziato dal pensieri odierno di liberalizzazione, competitività a taglio dei costi che non tiene conto che i sistemi che si va a toccare sono più complessi che si pensa non ultimo perché ci lavorano magari delle persone vive in carne ed ossa e purtroppo animadotata.
Nella centrale di Chinon ci sono stati 4 suicidi in 2 anni e mezzo. Razionalizzazzione del lavoro, centralizzazione della gestione dei ricambi con effetti del tipo sovietico: non ci sono disponibili sempre i pezzi necessari. Se per esempio si brucia una scheda di memoria di un computer a volte si salda alla meglio, altri pezzi gli comprano pure al prossimo do-it-yourself: dover pasticciare così in una centrale nucleare diventa un peso enorme per le persone che si sentono responsabili del lavoro che fanno.
Il figlio di un tecnico morto ora chiede il riconoscimento del suicidio del padre come malattia professionale, morte causato dalle misure neocon negli ultimi sette anni.
I lavori pericolosi subappaltati, turni di lavoro sempre più massacranti, riduzione del personale: questi ingredienti faranno saltare una centrale, alla fine; è solo questione di tempo.
Le fonti, in tedesco e francese.