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Categoria: energia

La relazione

Si stima che il pieno (di biodiesel) di un serbatoio di uno SUV corrisponde ad un pieno di stomaco per una persona. Ma per un anno.

In these early months of 2008 the world loses up to 40,000 people per day to starvation and other nutrition-related diseases. It is estimated that the amount of bio-fuel required to fill the tank of one SUV is enough to feed one person for one full year. How many more lives will it cost for every 1000 bio-fuel fill-ups? For every million gallons of bio-fuel production?

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Caldo gratis

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…ovvero con poco fatica. Tutti gli anni si ripetono gli stessi lavori negli stessi periodi e pure gli stessi post sulla legna che va a male e marcisce nei boschi in campagna dove ormai in tutte le case arriva il gas russo. Ieri l’altro c’era da ripulire il bosco (proprietà dei vicini, pronto da tagliare da tre anni minimo) tra il recinto e l’oliveto. Un viaggio di carpini secchi, basta per tre settimana. Altro che in America che si scaldano coi debiti… (e così che ci si linka bene adosso)

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Ancora studi scientifici

Al contadino piacciono sopratutto questi studi che confermano cose che crede già, tipo questo qui :

Uno studio del governo inglese indica che l’adozione del sistema operativo open source permette di ridurre i rifiuti tecnologici del 50%.

Veramente non è neanche uno studio scientifico, ma facciamo finta di niente.

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Due conti tremendi

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Si legge che nel mare del Est faranno un grande parco eolico, di nome Baltic I , nome che fa ben sperare in un ampliamento futuro (21 pale, 13-19m di profondità mare, costi da 140 a 150 milioni di Euro e a 18 km della costa). Dicono che produrra 52,5 MW che basterebbe per il consumo di 58’000 famiglie. La matematica ci insegna che quindi una famiglia (con 1,82 bambini e mezzo nonno) consuma 890 Watt. Queste cifre sono medie, ovviamente. Ma che una casa consumasse 21kwh/giorno (24 ore per 890 Watt) al contadino fa rizzare i capelli, specialmente ora che le batterie dell’impianto fotovoltaico sono quasi sempre vuote e ognitanto le deve caricare un po’ con gasolio agricolo (che oggi venderebbe molto bene al bordo delle strade).

Il consumo di casa sua è intorno a 840 wattore (o 0,84kwh) * 170o wattore (1,7kwh) al giorno.

Una centrale nucleare (un sistema complicato e rischioso per bollire acqua) invece produce anche 1200 MW, cioè 23 volte Baltic I. Ma il problema non è la produzione, forse, ma il consumo.

*) se n’era dimenticato di mez’impianto

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Accidenti

Proprio ora che i fautori del nucleare sentono il vento in poppa deve uscire uno studio che correla i tumori di infanzia con la distanza tra una centrale nucleare:

I bambini fino a cinque anni che crescono nelle vicinanze di una centrale nucleare vengono colpiti con maggiore frequenza degli altri dalla leucemia. Lo sconvolgente fenomeno, emerso da una ricerca compiuta dall’università di Magonza per conto dell’Ufficio federale per la protezione dalle radiazioni, è rivelato oggi dalla “Sueddeutsche Zeitung”, secondo cui gli scienziati non sono tuttavia riusciti a spiegare il nesso causale tra la prossimita’ delle case ad uno dei 16 impianti nucleari attualmente in esercizio e l’insorgenza del cancro nei bambini. “Il nostro studio”, scrivono gli scienziati, “ha confermato che esiste un legame tra la vicinanza di un’abitazione ad una centrale nucleare e l’insorgenza del cancro, in particolare della leucemia, in bambini di età inferiore a cinque anni”.

L’unica cosa che può fare il governo tedesco lo farà: Un controllo rigoroso. Non delle 16 centrali, ma dei metodi dello studio scomodo.

Il tutto è un indizio che forse non esiste neanche una dose di radiazione artificiale innocuo. Secondo il sapere scientifico la dose di radioattività dovrebbe essere mille volte più grande per spiegare il fenomeno. Ma lo studio sarebbe in linea con altri studi nel mondo che arrivano a risultati simili, scrive la “Sueddeutsche”.

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Outfarming, cash crop and scale-up

Si smette mai di imparare anglicismi:

Vi porto l’esempio di un progetto che stiamo portando avanti in Senegal. Lo sponsor iniziale è un illuminato privato del Nord-Est che ha deciso di dare avvio con il nostro supporto ad una cooperativa per la coltivazione della Jatropha. Il modello impiegato è fortemente incentrato su pratiche di outfarming e prevede l’utilizzo di intercropping con ortaggi e altri cash crops. I prodotti della coltivazione della Jatropha sono: un fertilizzante organico che viene riutilizzato nelle pratiche agronomiche e l’olio di Jatropha. Quest’ultimo verrà utilizzato localmente per la produzione di energia poichè il Senegal sta attraversando un periodo di shortage nella fornitura di energia elettrica. Se il modello avrà successo, si potrà pensare ad uno scale-up del progetto che preveda la produzione di biodiesel per il mercato locale. Come infatti saprete il Senegal non possiede risorse petrolifere.

A parte il newspeek e giustissimo la conclusione che bisogna vedere sempre il caso concreto; ci piacciono sempre troppo le generalizzazioni. Il biodiesel è il diavolo o il biodiesel è la nostra salvezza – la verità sta nel mezzo.
Articolo su Aspo Italia

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Liberté, egalité, ambienté

Greenpeace esulta e la chiama “Revoluzione verde“, se Sarkozy mette in pratica le sue parole di ieri. Il contadino è d’accordissimo in tema di OGM bannati dai campi, ma ‘sto divieto del bulbo l’ha mai piaciuto. Questa misura si presta benissimo per tingere un governo di verde e per questo lo faranno tutti: costa nulla, tutti devono spendere e un piccolo effetto ci sarà pure. Invece di ridurre tutte quest’inquinamento luminoso senza senso fuori si costringe i cittadini di mettersi un generato di elettrosmog sulla scrivania. In cambio vuole anche aumentare gli treni ultraveloci che consumano non poco. Nessun accenno ad una riduzione del nucleare.

Ma nessun governo può avere il coraggio di fare i divieti che farebbero davvero un effetto: SMUV e televisori a plasma per esempio, in barba alla lobby dell’ industria e ai elettori-consumenti.

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Sostegno ideale

Non si realizzerà mai, ma il contadino sostiene la moratoria:

Secondo Ziegler, questo tipo di combustibile deve essere prodotto a partire da piante non alimentari, rifiuti agricoli e avanzi vegetali, invece che da colture alimentari. Ciò permetterebbe di evitare aumenti massicci del prezzo dei cereali, che aggravano la fame nel mondo, ha ribadito il relatore.

Egli ha sottolineato che per fare il pieno di 50 litri di biocarburante in un’automobile sono necessari circa 200 chili di mais, una quantità che permette di sfamare una persona per un anno intero.

Oltre a Brasile e Stati Uniti – principali paesi produttori – Ziegler ha criticato l’Unione europea che ha fissato al 5,75% la quota di agrocarburanti nell’energia utilizzata per i trasporti fino al 2010 (10% fino al 2020).

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