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Categoria: energia

Rapporti saggi

La Cina sembra essere sempre solo buono per notizie negative, allora eccone una buona:

E mentre circolano in strada 25 milioni di automobili, le bici elettriche sono quasi cento milioni, quattro volte tanto

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Altro che nucleare

Siemens avrà un po’ di lavoro in futuro:

Berlino, 6 mar – Siemens si e’ aggiudicata un maxi-contratto da oltre 2 miliardi di euro per la fornitura di turbine eoliche.

Under the pact, Siemens will deliver up to 500 wind turbines for DONG’s development of offshore wind energy installations in northern Europe. Once deployed, the turbines are expected to have a total power-generating capacity of 1,800 megawatts.

[fonte]

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Bomba di carta

Ha fatto bum e tutti a gridare. Ma quando il fumo si leva viene a galla la verità: Le 4 centrali nucleari sono un sogno, un vago proposito, una mezz’idea al massimo.

ACCORDO ENEL-EDF PER LO SVILUPPO DEL NUCLEARE IN ITALIA

Nel quadro del Protocollo di Intesa italo-francese per la cooperazione energetica, l’Ad di Enel Fulvio Conti e il Pdg di Edf Pierre Gadonneix hanno siglato due Memorandum of Understanding per studiare la fattibilità di almeno 4 unità di terza generazione avanzata del tipo EPR da costruire nel nostro Paese e per estendere la partecipazione di Enel al programma nucleare in Francia, a partire dal reattore di Penly recentemente autorizzato.

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Nota al margine (nucleare)

In Germania mettevano dal 1967 al 1978 126.000 fusti con rifiuti nucleari (per il 70% provenienti dall’industria nucleare secondo Greenpeace) in una vecchia miniera di sale, Asse. Adesso entra acqua dappertutto, tanti fusti si sono corrosi, si forma una poltiglia radioattiva e la miniera rischia pure anche di franare. I costi sono di 2,5 miliardi o più.

Indovinate chi paga e chi non vuole pagare.

Aggiornamento: A “Prima Pagina” Radio3 stamattina parlavano molto della faccenda (o come buttare gli ultimi quattrini italiani al vento) e si usava molto la parola “Asse” ma non la miniera di sale tedesca una volta ritenuta sito ideale per le scorie ma quella Italia-Francia. Uno dei “esperti” diceva in un giornale che ormai è facile: si fondano le scorie in vetro col piombo (il piombo è salito da €900 a €3000 negli ultimi anni) e si mettano in vecchie miniere di sale: “Il sale indica che lì l’acqua non è mai passata, unico rischio di spargere la radioattività.”

Peccato il mondo non segue gli esperti come insegna il caso tedesco. L’unica speranza è una bella bella inflazione e lo stato in bancarotta?

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Rottamare i governi

Per dimostrare all’ultimo arrivato di quanta fantasia e capacità di pensare dispongono i governi (francesi, tedeschi, italiani) propongono incentivi per rottamazioni. A trovare soluzioni coraggiosi che affronterebbero non solo uno ma magari anche quattro problemi in un colpo solo non sono capaci proprio. La visione scientifica che isola un oggetto e perde completamente di vista il suo contorno e i collegamenti.

Alla fine a forza di buttare soldi nelle banche e nell’industria automobilistica finiranno in bancarotta pure gli stati. A parte il fatto che non solo le case automobilistiche sono in crisi. Come già detto: se buttate soldi per attenuare la crisi dateli ai cittadini senza il vincolo di spenderli per macchine.

Gli studi che analizzano gli effetti ambientali delle rottamazioni sembrano infatti evidenziare che con le rottamazioni si produce addirittura un aumento delle emissioni di sostanze inquinanti. Lo scorso anno, dopo l’approvazione delle rottamazioni prodiane, Legambiente effettuo’ uno studio sugli effetti ecologici della sostituzione di una vecchia vettura con una nuova vettura, analizzando l’intero ciclo di vita degli automezzi, e mettendo a confronto la produzione di CO2 di due ipotetici automobilisti. Il risultato dello studio evidenzio’ che chi aveva cambiato piu’ spesso auto grazie agli ecoincentivi, aveva complessivamente prodotto piu’ CO2 rispetto a chi invece aveva deciso di utilizzare la propria automobile fino alla sua fine naturale.

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Il mondo delle idee

Questa bici l’hanno costruito nel primo piano della Aspasia, mentre nel pianterreno c’era la cooperativo di restauro e falegnameria dove ha lavorato il contadino per 4 anni e rotti, più di vent’anni fa.

Le idee girano in una specie di sfera spirituale intorno alla terra e importante è di averle ed è anche meglio essere in tanti e avere la stessa idea , così dura meno finché si realizza. Da qualche anno il contadino pensa che l’unica automobile che vorrebbe possedere davvero dovrebbe essere un fritto misto tra bicicletta (coperta) e solarmobile. Almeno uno d’inverno si scalda e fa qualcosa per la salute.

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Per ora sembra che nel modello americano ha più sviluppato la parte elettrica che quella del pedale i qauli devono essere high-tech alla pari, con sincronizzatore delle forze e 15 marce. Lo ZEM (Zero EMission vehicle) pesa 635 kg che al contadino sembrano ancora un po’ troppe e raggiunge quasi 60 km/h, con un prezzo stimato di $ 4000.

[via blogeko]

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Appunti sulla lampade a basso consumo

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Premessa: Al contrario a cos’abbiamo creduto finora le lampade al neon non esistono quasi (a parte quella nel cercafase). Sono invece lampade fluorescenti ad Argon (che sempre un gas nobile è) e una percentuale di mercurio, da meno di 1,5 mg nelle lampade di fascia alta fino 5 mg (massimo consentito dalla direttiva europea RoHS). Se si rompe una areare bene la stanza, il mercurio evapora; se si rompano tanti è un pasticcio.

Riciclare le lampade fa solo senso se sono intere quindi. Il mercurio contenuto nelle lampade fluorescenti è era circa l’1% del mercurio in giro e può essere recuperato bene, mentre i altri metalli (rame, alluminio, zinco) presenti meno. La quota di riciclo dai privati in Germania è al 10% mentre quella dell’ industria ecc è al 90%, così il 30-40% viene smaltito a modo.

L’accensione di quelle compatte ad alta pressione usa una corrente più forte che corrisponde al consumo di alcuni secondi.

Sembra che l’intensità della luce si misura in lumen:

Lampade a incandescenza: 12–15 lm/Watt
Lampade alogene: ca. 25 lm/Watt
Lampade a basso consumo: ca. 60 lm/Watt

Tempo di vita: da 5 fino 15 volte maggiore rispetto ai bulbi ( che campano 1000 ore). Dopo 2000 ore possono perdere da 8 fino 43 % della resa in luce (se hanno un tempo di vita invecchiano pure, giusto). Sembra che campano più a lungoo “libere” invece racchiuse in portalampade.

Elettrosmog: da 19 a 65 V/m in 30 cm, valori molto più forti di quelli consentiti per gli schermi, valori sotto la soglia solo a m 1,50. Chi crede nel elettrosmog fa bene di non usarle accanto il letto e sul tavolo (esistono sempre le alogene per fortuna e forse la mafia importerà bulbi per il mercato nero).

Modelli buoni si possono accendere/spegnere fino 190mile volte e su 15 anni si risparmia con una lampada di 11 W circa € 150.

(fonte di tutto: wikipedia tedesca)

lampade_risparmio02.jpg

Il contadino si ha dovuto ricredere. Per il suo impianto a isola ha da sempre usato le alogene, anche perché l’unica volta che ha comprato una “neon” di 13 W faceva un lume bianca da nulla. Ora invece esistono modelli perfetti a 12 e 24 Volt e ha cambiato quasi tutte le lampade (al soffitto perché lui ci crede nel elettrosmog).

Quello che manca (forse) è un bel test per stabilire la qualità delle lampade in giro, e sopratutto ridurre l’inquinamento luminoso, quindi cambiare la mentalità: buio è bello. E rimane il fatto che saremo costretti con la forza di usarle. Le scelte di proprio volontà e conscienza sono sempre di qualità superiore.

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