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Categoria: ambiente

ecologia e uso consapevole delle risorse limitate

Il diserbo fa male?

Ieri sul Fatto è apparso un articolo sul round-up, uno dei successoni commerciali dei colossi della agricoltura chimica. Abbiamo l’industria, gli ambientalisti, i governi, i lobbisti e gli scienziati in questo confronto dove le forze sono distribuiti male. Lo studio argentino – paese che fa un uso massiccio di questo tecnologia OGM-diserbo totale – dove dimostrano che causa malformazioni nei ranocchi e polli è serio. Ma ormai l’esperimento non si fa in laboratorio, si fa nella realità (umana).

Dall’introduzione dello studio:

Reports of neural defects and craniofacial malformations from regions where glyphosate-based herbicides (GBH) are used led us to undertake an embryological approach to explore the effects of low doses of glyphosate in development.

[Notizie di danni neurologici e malformazioni craniali dalle regione dove viene fatto uso il glifosfato ci induce a un approccio embriologico per analizzare gli effetti di piccoli dosi di glifosfato nei organismi in crescità.]

Naturalmente esistono altri studi (pagati da chi?) che dimostrano la sicurezza assoluta e forse altri studi ancora sono stati tenuti dentro il cassetto dalla Monsanto per buoni ragioni economici e i governi hanno ammesso l’uso dappertutto, anche sui bordi stradali davanti le scuole e molta gente la usa intorno casa. Ma la questione è semplice: un veleno che ammazza tutto quel che è verde non può fare parte delle forze positive, delle forze che aiutano alla vita e a noi. Basta vedere:

PS: oggi anche Greenpeace va giù duro con i glifosfati.

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La vera ecologia

Il paese con il tasso più altro di riciclaggio non è la né la Svizzera né la Svezia né la Germania: è l’Egitto dove 80% viene riciclato (a mano e spesso dai bambini purtroppo).

Quando tentano o di introdurre questa tecnologia avanzata qui in Italia vengono arrestati:

Arrestata dai carabinieri di Peschiera del Garda una banda di ghanesi dediti al furto di elettrodomestici di scarto dalle isole ecologiche, rivenduti poi come merce di lusso nel loro paese.

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Incidente nucleare in Egitto?

aggiornamento: Dai commenti questo link al RSOE Emergency and Disaster Information Service
Budapest dove si legge nella descrizione (pari pari copiato dalla traduzione dal arabo qui):

Sono uscite 10m³ di acqua radioattiva dal reattore Anshas per la seconda volta in un anno, secondo Samer Mekheimar l’ex direttore del “Nuclear Research Center’s atomic reactions department”. In una nota al consiglio superiore delle forze armate spiegava che la fuoriuscita sarebbe successo il 25 maggio, dopo un avvio del reattore senza le opportune misure di sicurezza.

Diceva inoltre che la IAEA avrebbe tenuto segreto l’incidente […] e solo il fatto che il reattore non veniva acceso il giorno dopo avrebbe salvato la zona di un disastro […]

Nel frattempo fonti nelle Nuclear Safety Authority riferiscono che sarebbero stati impediti di accedere al reattore per una ispezione. Il direttore della Atomic Energy Agency, Mohamed al-Kolaly, dice che i livelli di radioattività dentro il reattore sarebbero normali e che l’IAEA avrebbero “lodato” il reattore.

Tutto puzza anche un po’ di un gioco politico di potere tra le forze vecchie e quelle nuove; direttori dismessi, fonti anonime…

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La fonte è magra, un anonimo in un settimanale di Egitto, Rose El Youssef; quello che si trova in rete è sempre tipo questo copiato da lì e più o meno arricchito: una esplosione e una perdita di 10m³ di acqua radioattiva nel primo reattore nucleare sperimentale di 2MW (ci sono due, l’Egitto vuole entrare nella tecnologia irresponsabile sotto lo schermo del IAEA, questo estate partirà l’appalto internazionale per la centrale di Daaba di 1200MW).

Se è vero o no non si sa per ora, questo che si sa per bene è questo: Quattro membri della stessa IAEA un anno fa hanno chiesto moltissime revisioni del reattore russo del ’61 situato ad Anshas a 60 km da Cairo se fosse riattivato (erano spenti dopo Cernobyl) e adesso sembra che questo sia stato successo ma senza queste interventi costosi. Un fortissimo indizio per la brutta situazione sono le dimissioni del direttore del reattore Salah Eddin al-Morshidi e del responsabile della manutenzione settembre scorso:

Salah Eddin al-Morshidi, director of Egypt’s Anshas nuclear research reactor, along with maintenance director Adel Elyan, submitted their resignations to the Atomic Energy Authority (AEA) on Monday to protest what they described as the “corruption” and “deteriorating conditions” associated with the reactor.

Già un anno fa hanno riacceso il reattore senza osservare le regole e una pompa di raffreddamento s’è rotto subito. Nel luglio scorso hanno valutato il valore economico dell’impianto di ricerca per decidere se chiuderlo o svilupparlo; la Rosatom ha fatto una proposta per svilupparlo, ovviamente.

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La provenienza del batterio killer

Adesso vengono fuori gli effetti collaterali di un altra nostra tecnologia: l’allevamento intensivo, fortemente presente nella Germania del nord. La concentrazione di numeri incredibili di animali in certe aree è un habitat ideale per la generazione di nuovi ceppi di batteri nelle stalle che con i liquami finiscono sulle terre. In combinazione con diserbi come il Roundup (glifosato) che danneggiano la vita nel terreno che normalmente distrugge i batteri delle urine e letame delle stalle si ha l’effetto che si ha adesso.

L’effetto di voler mangiar carne ognigiorno combinato con la forte pressione di ridurre le spese in agricoltura ammazza anche noi alla fine, in aggiunta alle sofferenze immense degli animali e della natura.

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In siccità veritas

Quasi tutto l’Europa centrale soffre sotto una primavera troppa estiva. Il contadino ha appena letto che in Germania annaffiano l’orzo da birra – necessario perché è già venduto su contratto e se i contadini non raggiungono le quantità fissate debbono pagare la convenzionale o comprare altro orzo.

Come è assurdo il mondo, annaffiare orzo per birra…

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Finita l’era dei giganti

Visto i fatti adesso anche il governo cinese capisce l’errore:

La diga delle Tre gole sta avendo un impatto ambientale devastante sulla valle del fiume Yangtze. Non è una novità. Per anni esperti, associazioni ambientaliste, scienziati di fama internazionale hanno ammonito la Cina sulla rischiosità del progetto che ha portato alla realizzazione dell’impianto idroelettrico più grande del mondo. Ma ora, proprio mentre Pechino si trova a fronteggiare una delle peggiori siccità degli ultimi anni, ad ammetterlo è lo stesso Governo cinese.

I grandi impianti andavano bene fino a una certa grandezza, e nel secolo passato. Adesso abbiamo bisogno di una rete intelligente di piccole-medie centrali, fabbriche, città; i colossi moriranno.

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Triplo meltdown e nessuna notizia

Colpisce un po’ il fatto che non si trova notizia fuori dai pochi blog del fatto che adesso è venuto fuori che a Fukushima il primo nocciolo s’è fuso completamente nella prima giornata dopo il terremoto (2800°C), gli altri due molto probabilmente hanno fatto lo stesso fine: forato l’acciaio del reattore adesso il corium si trova forse dentro, forse mezzo fuori, ma comunque questi containment hanno falliti tutti tre il loro obiettivo di trattenere la radioattività: forati anche loro, a certi punti radiazione di 2Sv/h che significa impossibilità di avvicinarsi. Le foglie di tè a 250km contengono troppo cesio (e quindi ancora altri risarcimenti da parte della Tepco fallito sostenuto dallo stato), l’acqua nelle falde non si sa ma deve essere fuori ogni limite.

Preoccupa che ricominciano di aggiugnere boro al acqua di raffredamento con i quali annaffiano la ex-centrale: significa che temono una ulteriore riaccensione della fissione nucleare che produrra ulteriore energia termica con effetti imprevedibile. Inoltre sembra che già il terremoto stesso abbia danneggiata il reattore 1, visto che c’erano subito dopo 300mSv/h e hanno interrotto manualmente il raffreddamento di emergenza (c’era scritto di fare così nel manuale).

Annunciano di presentare oggi un nuovo piano per mettere sotto controllo le masse sfusa delle barre bollente.

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Fukishima, aggiornamento

[Concentrazione di cesio nell'aria a Takasaki, 200 km sud-ovest]

Innanzitutto ammazzeranno tutti gli animali domestici rimasti nell’area di evacuazione di 20km.

Dopo che sono entrati nell’edificio del reattore #1 nonostante le 700mSv/h al primo piano e hanno aggiustati gli strumenti viene fuori che le barre non sono neanche coperte fino metà coma hanno sempre detto e pensato, ma non c’è acqua neanche un metro sotto dei 4 metri che misurano le barre. Ma visto che non è caldo (120°C) l’ipotesi è che le barre semplicemente non esistono più. Si sono sfusi completamente e la massa sta in fondo al contenitore del reattore (si spera) coperta del poco acqua. E non si capisce che fine fanno le 150m³ di acqua/giorno che iniettano, perdite ovunque.

Altro fonte di pensieri: il bacino con le barre esauste nelle rovina del #4, fortemente pericolante, si teme che potrebbe crollare tutto e liberare il suo contenuto che è molto di più di una carica solo di un reattore, sono le barre esauste di molti anni. La Tepco vuole costruire un sostegno di sotto, auguri.

Tutto si sta logorando, la morale degli operai deve essere vicino allo zero. Il primo ministro rinuncia al suo stipendio fino alla fine della crisi; probabilmente non lo riceve mai più.

Aggiornamento: “Ci deve essere un buco nel reattore #1” dice la TEPCO, anzi più di uno, in tutto qualche centimetro, creati dal noccioli in fusione.

E “Anche i livelli dell’acqua nei reattori 2 e 3 potrebbe essere non quelli che pensavamo”. Dunque, molto probabilmente c’è davvero quella massa detta corium in fondo ai reattori, una magma, forse isolata da una crosta, composta dalle barre di combustibile, le barre di controllo, tubi e acciaio.

Un lento e continuo peggioramento della situazione. Ma da vedere da un impressione quasi romantica adesso:

L’unico che mai emette vapore è #1 (sulla sinistra):

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