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Categoria: ambiente

ecologia e uso consapevole delle risorse limitate

Plastica letale

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Siamo nel mezzo dell’oceano pacifico, 1200 miglia al nord-ovest di Hawaii, e gli uccelli sono giovani albatros.

Il progetto del film è – come si dice -crowd-founded e dovrebbe uscire quest’anno verso autunno. Qui la pagina wikipedia sulla chiazza di spazzatura.

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EU: Verso il bando dei neonicotenoidi?

ape-granturco

Se si faceva qualche anno prima era meglio, molto meglio, ma importante è che si viene fatto.

Sta forse per arrivare il momento che da anni attendevano apicoltori, agricoltori biologici e ambientalisti: lunedì, a Bruxelles, al Consiglio Agricoltura dell’Ue, ci sarà un dibattito chiesto dal governo olandese – dietro mandato del proprio parlamento – sulle misure eventualmente da prendere per limitare drasticamente l’uso in agricoltura degli insetticidi neonicotinoidi, accusati di avere un impatto diretto sul preoccupante fenomeno della moria delle api.

Quel che veramente fa vomitare sono le reazioni dei Big dell’agrochimica, dei veri criminali ambientali che hanno solo il profitto nel mirino. Accusare gli scienziati di “essere sotto pressione” da parte di una lobby fortissima non ha bisogno di commenti.

Molto più dura Syngenta, secondo la quale l’Efsa sarebbe stata sottoposta a una notevole pressione politica, che l’avrebbe portata a emettere un parere frettoloso, che non terrebbe conto di tutti gli studi che hanno preceduto il lancio sul mercato dei neonicotenoidi. Per Syngenta «il report appena pubblicato è indegno dell’Efsa e dei suoi scienziati».

Anni fa il contadino scrisse gli appunti su gaucho, nome commerciale per Imidacloprid. Secondo gli scienziati del EFSA mancano alcuni dati, per esempio sul impatto su altri insetti come bombi, farfalle ecc ma un alto rischio per alcuni usi consentiti c’è.

A high risk was indicated or could not be excluded in relation to certain aspects of the risk assessment for honey bees for some of the authorised uses. For some exposure routes it was possible to identify a low risk for some of the authorised uses.

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Fukushima, senza fine

A parte il fatto che la radioattività nel mare stranamente non cala sembra adesso che cede il cemento della vasca di raffreddamento sopra il reattore n°4, quello dell’esplosione di idrogeno. Pompa guasta, tecnici arrivati per elicottero.

Tre le cause per il fenomeno della radioattività costante nel oceano: i fiumi che portano il fallout, la rovina stessa che emette ancora radioattività nella misura di 300 gigabecquerel/mese, la sedimentazione di plankton ecc.

Most of that radioactivity dispersed across the Pacific Ocean, where it became diluted to extremely low levels. But in the region of the ocean near the plant, levels of caesium-137 have remained fixed at around 1,000 becquerels, a relatively high level compared to the natural background. Similarly, levels of radioactive caesium in bottom-dwelling fish remain pretty much unchanged more than 18 months after the accident.

In fact, a fresh analysis by oceanographer Jota Kanda at the Tokyo University of Marine Science and Technology suggests that not one source, but three, are responsible. First, radioactivity from the land is being washed by rainfall into rivers, which carry it to the sea. Second, the plant itself is leaking around 0.3 terabecquerels (1012 becquerels) per month, he estimates.

“We can’t answer the basic question of when these fisheries will be able to open.”

But Kanda thinks that the third source, marine sediment, is the main cause of the contamination. Around 95 terabecquerels of radioactive caesium has found its way to the sandy ocean floor near the plant. How it got there, Kanda says, no one is sure. It may have been absorbed directly by the sand itself, or it may be that tiny marine organisms such as plankton consumed the radioactive caesium and then deposited it on the sea floor through their excretions.

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I preventivi che non tornano mai

I costi per le grande opere tendono a raddoppiare nel corso dei lavori, è questo succede anche alla Tepco (diventata statale) che tra risarcimenti per 1,5 milioni di persone e il tentativo di mettere i sicurezza quel che resta di Fukushima sta per dover spendere 94 miliardi di euro, il doppio previsto di aprile.

Ai costi per la compensazione e la decontaminazione potrebbero aggiungersi fino a 10 trilioni di yen, o più di 120 miliardi di dollari» che non sarebbe assolutamente in grado di pagare.

A parte il fatto che non hanno i spiccioli necessari sembra che abbiano anche finito lo spazio per l’acqua altamente radioattiva, sono arrivati ad avere accumulate 200’000 tonnellate.

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Ricordando l’8 ottobre ’93



Per ora è venuto forse meno, ma la quantità di acqua che scende dalle colline adesso è impressionante. In poco più di un ora sono cascate 50mm, il contadino era in giro in macchina ma ha preferito ritornare a casa con l’acqua che stava per invadere le strade. Poi manca decisamante l’uomo con la zappa che apre le banchine ogni tot metri: corre più acqua sulle strade che nel fosso accanto.

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Il ritorno del nucleare

Nel senso che tutto prima o dopo torna al mittente, cioè a noi. Nel anno 1958 vedeva la luce il sottomarino russo K-27, 110 metri, due reattori abbastanza sperimentali che creavano da subito problemi dal primo viaggio 1962, finché nel il 24 maggio 1968 ci fu un incidente fatale, con nove marinai morti quasi subito di radiazioni e altri 30 morti negli anni a seguire. Finiva riempito con cemento e affossato nel 1981 nel mare di Kara a 33 metri di profondità.

Secondo un report (riassunto in inglese)della TV tedesca di due giorni fa che cita un documento interno del dicastero per l’ambiente russo ci sarebbe un rischio concreto che parta una reazione nucleare incontrollata, basterebbero 5 lt di acqua che filtrano nel reattore e quindi deve essere recuperato dal fondale entro il 2014, e stesso discorso per la K-159 a 25o metri. Una spedizione norvegese ha finito adesso il suo report, con una mappa/lista e foto/video su flickr.

Impressionante la lista della discarica, buttavano di tutto:

Tetcehninya Bay
– Two reactors of the nuclear submarine K-22 (N538) (dumped in 1988) Without SNF spent nuclear
Fuel
Sedova Bay
– Reactor compartment of the atomic icebreaker Lenin (1967) Without SNF
Tsivolky Bay
– 237 containers with RW With Radioactive Waste
– Shielding assembly of the atomic icebreaker Lenin (1967) With SNF
Stepovogo Bay
– Nuclear submarine K27 (1981) Two reactors With SNF
– Four reactor lids
Kara Through
– Reactor of the nuclear submarine K-140 (N421) (1972) With SNF
Abrosimov Bay
– Two reactors of the nuclear submarine K-3 (N254) (1988)
– Reactor compartment of nuclear submarine K-5 (N260) (1967) With SNF
– Reactor compartments of the nuclear submarines K-11 (N285) (1966) and NS K 19 (N901) (1965)
With SNF

Infine ci sono la K-219 e K-278 affondate con le loro testate nucleari.

EDIT: qui la fonte per le “5 litri che potrebbero bastare per innescare una reazione nucleare. Una registrazione di una relazione a Mosca di Sergej Antipov della Rostatom, del febbraio scorso:
Il pensiero più grande: la K-27
Audio:

»Wenn etwa fünf Liter Wasser in die aktive Zone der K-27 eindringen, kann es prinzipiell zu einer selbsterhaltenden Kettenreaktion
kommen.«

“5 litri di acqua che penetrano nella zona attiva della K-27 potrebbero innescare una reazione a catena autosostenuta”

Antipov insiste per una messa in sicurezza immediata.

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Tempi duri per gli OGM

E giornata nera per la Monsanto. In Francia hanno nutriti ratti per due anni con una dieta al 11% di mais OGM e un altro gruppo di ratti con acqua condita con il roundup, il famoso diserbo al quale questi culture OGM sono resistenti. Risultati devastanti, più per le femmine che morivano 2-3 volte di più di quelle del gruppo di controllo e morivano anche più velocemente, secondo lo studio. Tumori, malfunzionamenti renali e danni al fegato.

Così duecento ratti bianchi hanno dovuto soffrire e morire.

Più dettagli su blogeko.

PS: A qualcuno potrebbe anche bastare vedere il round-up in azione nella natura:

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La marcia del cibo buono

Ovvero “The Good Food March” oggi è arrivato a Bruxelles, tra le tappe anche Napoli, partiva fine agosto in diversi luoghi di tutta l’UE. E c’è da cambiare veramente molto: un miliardo di persone non hanno da mangiare abbastanza mentre noi buttiamo un terzo del cibo, bruciamo un altro percentuale cospicuo nelle nostre automobili, sovvenzionamo l’agroindustria con 350 miliardi di dollari (stati OECD) l’anno e inondiamo i mercati in Africa e altrove con i nostri prodotti a buon mercato, ammazzando l’agricoltura locale.

Per non parlare dell’abbandono in continuo amumento delle alpi e delle terre marginali qui.

A Bruxelles si discute del destino della nostra alimentazione e dei nostri agricoltori. Per la prima volta, la riforma dell’agricoltura europea sarà decisa congiuntamente dal Parlamento europeo e dai governi nazionali. E’ questa la nostra occasione per chiedere una Politica Agricola Comune (PAC) che assicuri buon cibo e una buona agricoltura. E ‘il momento di cambiare.

Negli ultimi 50 anni, le nostre tasse sono state impiegate per sostenere la produzione alimentare
industrializzata. Questa forma di agricoltura sta minacciando l’esistenza dei nostri agricoltori del Nord e del Sud del mondo. Crea, da un lato, insicurezza alimentare a livello globale e, dall’altro, montagne di rifiuti alimentari. Distrugge l’ambiente perché si basa su un uso eccessivo di fertilizzanti chimici, pesticidi nocivi e combustibili fossili. Gli allevamenti intensivi dipendono dalle importazioni di soia destinata all’alimentazione
animale. Questi allevamenti ignorano il benessere degli animali, aggravano il cambiamento climatico e conducono all’abbandono delle aree rurali. Chiediamo una profonda revisione del nostro sistema agroalimentare. La PAC deve cambiare, marciamo per cambiare!

Questa estate, agricoltori, cittadini e giovani provenienti da tutta Europa marceranno verso Bruxelles, a piedi, in bicicletta o con il trattore. Lungo il tragitto, prenderanno parte ad a eventi, azioni e proteste. Invitiamo tutti a venire a Bruxelles il 19 settembre 2012 per chiedere che l’Unione europea assicuri un buon cibo e una buona agricoltura.

Chiediamo una PAC che:
– Garantisca agli agricoltori, prezzi sicuri, stabili ed economicamente sostenibili e ai consumatori, prezzi equi.
– Valorizzi il nostro patrimonio naturale, culturale e culinario.
– Sostenga le vere aziende agricole, condotte sia dai giovani che dai meno giovani. Non possiamo più permetterci di perdere agricoltori!
– Leghi direttamente i sussidi a criteri sociali, ambientali e di benessere degli animali. Denaro pubblico per beni pubblici!
– Ci conduca verso un’agricoltura più verde e più sostenibile, e promuova metodi di produzione agro-ecologici.
– Rafforzi lo sviluppo sociale ed economico delle comunità rurali.
– Favorisca la coltivazione di colture proteiche locali per uso mangimistico, piuttosto che alimentare l’importazione di soia.
– Assicuri una maggiore equità tra vecchi e nuovi Stati membri dell’UE.
– Ci muova verso la sovranità alimentare.
– Assuma responsabilità internazionale e assicuri che l’Europa e il Sud del mondo diventino più
autosufficienti.
– Contrasti la speculazione alimentare e ponga fine all’esportazione di prodotti agricoli ad un prezzo inferiore al costo di produzione.

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Ciao ciao nucleare

Almeno così dicono, come sempre vanno valutati i fatti. Il Giappone sembra che abbia imparato la lezione tosta di Fukushima.

Questo significa che l’industria nucleare passerà in mani cinesi, indiani, francesi e russi, unici rimasti sulla barca che affonderà. 7 di 11 imprese hanno subito un declassamento delle agenzie di rating e perso 88% di valore in borsa, sono più le centrali smantellati che quelle nuove in costruzione.

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Meglio tardi che mai

Adesso pure la commissione europea comincia a capire che questo biocarburante né è molto bio né è neanche molto vantaggioso:

Il settore dei biocarburanti europei potrebbe vedere di nuovo cambiate le carte in tavola. Secondo le ultime indiscrezioni, confermate in queste ore dall’agenzia di stampa Reuters, l’Unione Europea starebbe preparando un nuovo progetto normativo con cui limitare alcune colture destinate alla produzione di biofuel.

Il prodotto con il bilancio peggiore è il diesel ottenuto dalla colza.

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La russia brucierà le armi – nucleari.

In un nuovo reattore “autofertilizzante” BN-1200 a Belojarsk, dov’è già si trova il primo e unico reattore di quel tipo funzionante dal 1981 che andrà in pensione nel 2020 (nota: pure i reattori andranno sempre più tardi in pensione).

he first BN-800 unit is intended to demonstrate the use of mixed-oxide (MOX) fuel at industrial scale – including both reactor-grade and weapons plutonium – and the closed fuel cycle technology.

Qualcuno forse si ricorda di Fukushima e del suo reattore che andava a Mox ovvero a miscela uranio-plutonio. Speriamo bene. Ci sono circa 1,000 tonnellate di plutonio nelle vasche di raffreddamento delle centrali nucleari in giro per il mondo. E altre 250 tonnellate di PU-239 presenti nelle varie armi nucleari, molti da disfare solo che non c’è verso. O si brucia così.

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