Dopo il Corea anche il Giappone vieta l’importazione della mozzarella. Tracce di diossina.
Commenti chiusiCategoria: ambiente
ecologia e uso consapevole delle risorse limitate
Ieri è venuto Lido per sentire se ci sarebbe ancora un agnello e per dire che ha dato il diserbo sotto le vite, giusto in caso che si passerrebbe con le pecore.
“Si dice che non fa niente”, diceva e ha fatto bene a dircelo, si dicono tante cose. Ormai l’erba rossa bruciata sotto le vite nelle vigne è di norma e basta guardarlo per rendersi conto cos’è e com’è il glifosfato o come si chiama.
Ma quando il contadino per caso ieri ha visto che nelle pagine sulla vigna c’era questa pubblicità è rimasto male. Un metodo che funzione solo per le vigne industriali giovani, perché appena che diventano vecchie le vite (e che cominciano di fare il vino buono) ci sono quelle che si sono tagliate e che ributtano. Un altro esempio che non è il lavoro che manca, mancano solo i soldi per pagarlo, e a passeggiare per le vigne togliendo i butti ai gambi è sempre meglio del call-center (ed ecco si arriverebbe dritto dritto al reddito di residenza).
In ogni modo l’ha bloccata, questa pubblicità.
16 commenti…sono problemi. Se non piove seccono pure gli ulivi quest’anno diceva il Mancini e sembra che anche nelle Puglia la situazione è grave che l’acqua che c’è tocca alle case e solo dopo all’agricoltura che è abituato di annaffiare il granturco per governare maiali e mucche. Se ora possono usare le acque reflue dei depuratori per annaffiare i campi si fa un bel concentrato di quel che passa il depuratore: prima nella pianta poi nel maiale. Tutto torna all’origine.
L’idea che forse bisogna dare una occhiata severa ai prodotti per la pulizia che si possono vendere è ancora lontana, e pure si dovrebbe farlo, e non solo per via dei campi di mais e dei maiali.
Nella stessa direzione mira l’appello che il contadino ha sottoscritto ieri: più precauzione dei veleni in agricoltura, per salvaguardare il mondo degli api (e anche qui: non solo quello).
4 commentiForse vale di spendere due parole sulla moria delle api. La foto è del anno scorso sotto casa: il contotezista manda l’operaio per trattare il grano duro, lui va e forse non si rendeva neanche conto delle api accanto. Intanto partiamo con quel che diceva l’apicoltore qui sulla domanda se l”isteria passata per i media qualche settimana fa è fondata:
A settembre passavo con l’acido formico e sembravo scemo (ndr: trattamento contro la varroa biologico)
Morte di varroa a qualcuno anche tutte.
Fatto è che questa agricoltura ci sta massacrando. Qui da noi la piaga è questa monocoltura di grano diserbato, non cresce più niente nemmeno dopo la trebbiatura, sono ettari di campagna diventati sterili per le api e una biodiversità che si sta ammazzando. Per il resto le perdite mi sembrano nella norma comunque il problema è la varroa con gli inverni caldi….
varroa varroa varroa
hanno vietato il mais ogm monsanto in Francia e i contadini parlano di andare a comprarlo in spagna e coltivarlo illegalmente, cosa ci guadagnerano?
Il problema alla base è che l’uomo moderno grazie alla scienza si è specializzato: Con metodi sofisticati si sviluppa un metodo di produrre per, diciamo, granturco, modificando i geni, sviluppando diserbi configurati ecc ecc e si perde di vista che nel mondo tutto è connesso. Il contadino scommette che a pochi ricercatori della Monsanto è venuto in mente che le api usano anche il polline dei loro OGM per nutrire le loro larve e scommette che non c’era nessuna studio scientifico su cosa succede alle api dopo qualche generazione o meglio, si sta facendo questo esperimento 1:1 in America, ma anche qui.
Stesso discorso per i vari pesticidi e che l’elettrosmog non abbia nessun effetto sul mondo degli insetti non può garantire nessuno. Dopo si vedrà.
Impressionante le idee che spuntano per risolvere il problema del CDD in America: Importare annualmente tonnellate di api africane (in quanto non possono sopravvivere l’inverno americano) – un altro ottimo esempio per il metodo del pensiero specialistico scollegato: Non si dovevano ridurre le immissioni del Co2?
PS: E’ passato l’apicoltore ora e ha detto che le api africane sono molto molto cattive e pericolose per l’uomo…
Technorati Tags: CDD
16 commentiSiccome del illuminarsi di meno parlano già tutti qui si guarda già oltre o meglio: dentro. Il problema non è se riusciamo di mandare avanti internet con pannelli fotovoltaici o trovare un bioetanolo fatto dalla spazzatura di tutte le Napoli per poter continuare a spostarci da A a B. Il problema che sta alla base è il nostro sé, o meglio cosa crediamo che sia il nostro sé. Noi, insomma. La natura seriamente compromessa e 100 milioni di morti per guerra in un secolo solo: complimenti alla ratio nostro. Qui c’è qualcosa che non va, e non si tratta di trovare un sostituto al petrolio poi saremo tutti felici.
(Forse qualcuno l’ha intuito, questo è il post sull’arte di morire prima di morire)
Quel che dobbiamo lasciare morire è il nostro ego fasullo, quel coso che ha sempre paura, che si sente minacciato dalla minima critica e che usa tutto per gonfiarsi: successo, denaro, gioe fisiche e non, acquisti, droghe – tutto e di tutto di più perché non basta mai. Questo meccanismo moltiplicato per 6 miliardi o quanti siamo già ci ha portato dove siamo. E non ci sarà una soluzione politica o tecnologica. La soluzione è nelle nostre mani.
Il fatto è che il contadino sta leggendoIl Potere di Adesso di Eckhart Tolle, un libro molto semplice e molto chiaro. Il chiaccheratore nella nostra testa copre ogni momento o con futuro e con del passato, mentre tutto che succede può succedere solo ora perché il tempo iin verità non esiste.
E’ la nostra mente a causare i nostri problemi, non le altre persone, non “il mondo esterno”. E’ la nostra mente, con il suo flusso di pensieri pressoché costante, che pensa al passato e si preoccupa del futuro. Noi commettiamo il grave errore di identificarci con la nostra mente, pensando che questa sia la nostra identità, mentre in realtà noi siamo esseri ben più grandi.
Ora basta con l’omelia, ecco un estratto del libro e una intervista.
11 commentiCerti esperti sbagliano di grosso, secondo il contadino, il futuro non è lineare, si mangerà molto meno carne (e saremo anche meno)
Negli ultimi anni abbiamo registrato un aumento esponenziale della domanda di carne, grazie anche ai miglioramenti nella produzione agricola e industriale. Nel 1961 la riserva di carne mondiale era di 71 milioni di tonnellate, nel 2007 si era valutata essere di circa 284 milioni di tonnellate. In questo arco di tempo il consumo pro capite è più o meno raddoppiato e si valuta raddoppierà ancora entro il 2050, secondo le proiezioni dell’esperto della Nazioni Unite, Henning Steinfeld.
Più avanti si può leggere invece una cosa molto confortante (le misure d’emergenza, non i ettari persi):
Commenti chiusiPer comprendere le problematiche della situazione attuale, vediamo come prima cosa che la settimana scorsa il Presidente del Brasile ha annunciato la necessità di adottare misure d’emergenza per bloccare la distruzione delle foreste pluviali, i cui terreni vengono utilizzati per la coltura di mais. Negli ultimi cinque mesi, infatti, sono state perse circa 1.250 miglia quadrate, o 320.000 ettari.
Due volte su tre quando il contadino vuole scrivere qualcosa su qualcosa qualcuna l’ha già fatto; quindi o si mette un link o si fa finta di nulla. E anche l’idea di buttare per terra (dis-caricare) la roba organica non è male, ma qui si teme che nei cassonetti finiranno cose che non dovrebbero finire lì, basta guardare i cigli di una qualsiasi strada.
Ma fa bene che si ne parla, della spazzatura, per rendersene conto, solo peccato che non passa l’odore per la tivu. Uno dei autori favoriti del contadino spiegava trent’anni fa che nell’universo si possono individuare i civilizzazioni sviluppate dall’anello di spazzatura perché l’ultima soluzione sarebbe di mandarlo in orbita. Per quanto riguarda i politici né saranno capace certamente di avere una idea simile.
5 commenti
Da sempre qui il problema dall’acqua affiora con regolarità qui. Uno dei primi investimenti fu un doccio in PVC (come si farà senza il PVC?) per raccogliere l’acqua del tetto della stalla e condurlo nella cisterna anche lei. La cisterna serva i rubinetti in casa e gli animali, e se non piove per un po’ il contadino guarda tutti i giorni con ansia se l’acqua copre ancora la pompa. Di solito piove nell’ultimo momento e poco, ma piove.
Poi fu l’arrivo del pluviometro o come si chiama quel bicchiere con le righe per misurare la acqua, dieci anni fa (e l’arrivo del pozzo, anche lui, ma questo è un altra storia). E si cominciava a dire: “Quant’ha fatto?” e se la risposta è “17mm” o “23mm” sono tutti contenti. E si segna sul calendario la cifra e si fa il totale fine mese. Qualche giorno fa un amico che capisce di queste diavolerie di Excel ha costruito un foglio che fa tutte queste curve e altri ancora (se lo volete per caso per poter inserire la pioggia vostra è qui, prego). Naturalmente la pioggia è naturale e 10 mm non sono sempre 10mm o meglio a volte piove poco e fa tanto e a volte piove tanto ma fa poco (per esempio ora piove poco ma inzuppa tutto il pianeta terra, sembra).
Sorprendente è quest’andamento a onde regolari: tanto-poco-tanto. E si può dire che con il cambiamento climatico la primavera tende a diventare più asciutto (non è bene, si dovrebbe sentire l’erba crescere sotto le pioggiarelle).
C’entra anche il lavoretto che il contadino sta per finire (sono più di dieci anni dall’inizio, come mai uno deve sempre finire delle cose?), cioè il piccolo fitodepuratore con stagno annesso. Si spera di poter ricuperare qualche annaffiatoio per i fiori almeno, e magari ritorna anche un ranocchio o due che sono anni che non si sentono più.
Eccolo, tutto è lì. Forse non tutto, ma gran parte dei problemi nostri e del pianeta. Tutt’è due possono pesare formaggi e ricotte, però quella destra solo per un breve periodo ancora, già alcuni segni del display non s’illuminano più. In cambio è figo, è in alluminio e poi metterci un piatto, premere il bottone e fa la tara azzerando il display e sopratutto aumenta(va) il PIL in produzione, in mantenimento (Varta) e ovviamente anche nello smaltimento per i prodotti elettronici problematici.
Quella sulla destra sinistra invece volle buttare Riccardo 18 anni fa, lo trovò nel rudere che tava per comprare e mancava la vaschetta sopra. Durerà altre cent’anni minimo, anche se ci va un po’ di liquido di ricotta.
Il contadino si meraviglia soltanto che non ci hanno pensato un po’ prima.
3 commentiProprio ora che i fautori del nucleare sentono il vento in poppa deve uscire uno studio che correla i tumori di infanzia con la distanza tra una centrale nucleare:
I bambini fino a cinque anni che crescono nelle vicinanze di una centrale nucleare vengono colpiti con maggiore frequenza degli altri dalla leucemia. Lo sconvolgente fenomeno, emerso da una ricerca compiuta dall’università di Magonza per conto dell’Ufficio federale per la protezione dalle radiazioni, è rivelato oggi dalla “Sueddeutsche Zeitung”, secondo cui gli scienziati non sono tuttavia riusciti a spiegare il nesso causale tra la prossimita’ delle case ad uno dei 16 impianti nucleari attualmente in esercizio e l’insorgenza del cancro nei bambini. “Il nostro studio”, scrivono gli scienziati, “ha confermato che esiste un legame tra la vicinanza di un’abitazione ad una centrale nucleare e l’insorgenza del cancro, in particolare della leucemia, in bambini di età inferiore a cinque anni”.
L’unica cosa che può fare il governo tedesco lo farà: Un controllo rigoroso. Non delle 16 centrali, ma dei metodi dello studio scomodo.
Il tutto è un indizio che forse non esiste neanche una dose di radiazione artificiale innocuo. Secondo il sapere scientifico la dose di radioattività dovrebbe essere mille volte più grande per spiegare il fenomeno. Ma lo studio sarebbe in linea con altri studi nel mondo che arrivano a risultati simili, scrive la “Sueddeutsche”.
4 commentiDalla serie “all’estero tutto è meglio”: In Francia chi compra un auto che consuma di più paga più tasse.
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