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Categoria: agricoltura

Il posto delle parabole

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Ritorniamo sempre sulle cose che abbiamo fatto, ieri, l’anno scorso – tutto torna indietro e siamo sempre confrontati con le nostre azioni e le loro conseguenze in una spirale eterna senza tempo. La vigna insegna tante cose, non per caso un certo Gesù amava usarla per le parabole.

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I salci trovano destinazione

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Il contadino ha preso adesso una fissa per i cestini (visto che anche prima i nonni contadini facevano i cesti); sono anni che qualcuno lo faceva a mo’ di autodidatta con risultati scarsi, adesso osserva dei maestri su youtube e qualcosa in più capisce del manico e della chiusura ma è ancora lontano dalla perfezione possibile. Ma ormai ha troppi salci e ha problemi a buttare le cose che che sono usabili.

Gli alberi di salici qui trent’anni fa erano molti, ma con ogni vigna estirpata e con queste pinze sono stati abbandonato molti e se non si potano ogni anno non producono più niente di usabile, e anche quel colore intenso nel paesaggio sparisce.

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Il nodo

Il contadino ha ricevuto una richiesta:

ci fai la sequenza di come si annoda un salcio?

Dopo averlo pulito (ci sono tre tipi: fini lunghi per le fascine di canne, massicci con un ciuffio per le fascine e quelli per legare i tralci delle viti, telai di pomodoro ecc):

1) fare sempre due giri intorno quel che si vuole legare
2) il più massiccio va fatto girare due volte a mo’ di spirale lungina intorno al capo più fine
3) una piega e un mezzo giro all’incontrario

Per le fascine il sistema è simile, a parte che va fatto un giro solo.

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Vita nella vite

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Il contadino è molto favorevole al lavoro che svolgano le termiti nella vigna: tolgono la legna marcia e debole ovunque (e non solo nella vigna).

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Ritorno alle origini #6

Tutti gli anni il contadino mette da parte la vitalba che gli capita tra le mani quando pulisce il podere (mette da parte sempre tutto che trova in questa attività  invernale; legna, nidi di uccellini, fascine di ginestra, pietre – tutto) e puntualmente gli secca e la butta alla nel forno ed ecco un altro inverno senza un canniccio nuovo.

Invece quest’anno ce l’ha fatto e tempo un ora e i gatti l’hanno occupato.

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Durano tanto, il primo avrà  più di vent’anni adesso, testimone dei tempi quando tutto era nuovo e interessantissimo.

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Solo danni …

…fa questa agricoltura altamente specializzata, il nord fa latte (con le mucche che mangiano più granaglie che erba), il sud cereali e tante altre idee assurde. Stranamente è questa Europa poco amata che adesso mette dei paletti:

L’Olanda rischia di dover tagliare fino a 200mila capi bovini da latte per aver sforato i livelli di fosfati, mentre la Germania è alle prese con una procedura d’infrazione in tema di direttiva nitrati.

L’Olanda potrebbe essere costretta a tagliare tra i 150mila e i 200mila capi bovini da latte, per aver sforato per tre anni consecutivi i livelli di fosfati.
Il rischio che l’Europa possa intervenire per richiamare all’ordine i Paesi Bassi, il quarto paese per volumi lattieri europei, con 10.853.000 tonnellate prodotte nel 2016 nel periodo gennaio-settembre 2016 (+9,87% rispetto allo stesso periodo del 2015, fonte: Clal.it), appare quanto mai concreto.

Non si fa agricoltura per produrre materia da vendere, si coltiva la terra e il paesaggio – l’agricoltura è una attività  di cultura e non di lucro e se viene praticato con il mente il lucro ecco cosa ne esce: falde inquinate, sofferenza del bestiame, paesaggi e terre sciupati per l’abbandono o dall’agrotecnologia chimica intensiva.

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Rieccolo

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Il contadino riemerge da sotto l’olivo o meglio riscende a terra, abbastanza sfinito ma contentissimo del raccolto di quest’anno, era di più di anno e leggendo che in Italia a molti non è andato così gli dispiace. La cosa strana era che sulla penultima frangitura le mignole hanno reso meglio di quelle altre (13,3% >< 12,8%) e pure sembravano acerbe, e poi quante ne hanno fatte quest'anno, in media avevano di più delle altre, uno ne aveva pure 50kg. La resa media era esattamente il 13% e le speranze che si inverte la tendenza diminuisce ancora. schermata01

E per il resto è diventato un mondo strano: le olive ovunque colte tutte di corsa, un po’ per mosca, un po’ tanto per moda ma sopratutto velocemente con quei abbacchiatori che li ammaccano pure, adesso in tutta la Toscana ci saranno rimasti dieci alberi da cogliere, i frantoi prima lavoravano anche di gennaio anche se poco.

Fedele al suo motto “agricoltura museale” i strumenti più moderni che si usa qui sono le reti antispina e i rastrellini dove sono fitti. Questa corsa a più veloce, più razionale. più economica intanto non si vincerà  mai, questo è sicuro quindi meglio non buttarsi troppo.

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Il nonno al frantoio

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Cercando la fotina per illustrare questo post sulla prima frangitura il contadino si è imbattuta nella foto della sua prima nipotina – forse è ora di dirlo qui che è diventato nonno. Poi hanno rese bene (13,3%) anche le olive che sono pure sane che non era facile quest’anno.
Più contento di così è difficile.

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Anche il contadino cura la sua parte del Giahs

Pian piano si scopre che uno dei “prodotti” più importanti (però sempre seconda questa visione economicentrica dannosa del mondo che ci ha portata dove siamo) non è il grano, il latte o quel che sia ma il paesaggio.

Sistemi di patrimonio agricolo, Mipaaf e Fao firmano l’accordo
Obiettivo: promuovere la conservazione dei Giahs

Ma ovviamente il caro lettore vorrebbe sapere che diavolo sia questo “Giahs”, magari in spagnolo.

In Europa non ce ne riconosciuto uno solo fino adesso eppure il contadino ci lavora tutti santi giorni per il mantenimento del sistema agricolo delle Piagge della Valluccia, affluente dell’Orlo nella val d’Egola superiore.

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