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Categoria: agricoltura

Il tasso e l’uva

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« Spinta dalla fame un tasso tentava di raggiungere un grappolo d’uva posto sin alto sulla vite, mettendosi in piedi con tutte le sue forze. Potendo raggiungerla, esclamò: “Non è ancora matura bene, ma e uva da tavola; voglio coglierla acerba!”

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Il tempo e le parole

Basta dire “il tempo si guasta”, “brutto tempo”, “bel tempo” come siamo abituati, bel tempo è relativo e abbinarlo per definizione al sole e cielo blu non è il caso come vediamo ben bene dalautunno scorso.

Quando legge che si ha “timore per il tempo d’agosto” teme che dicono che viene un agosto rovente senza acqua, invece la paura sembra che non ci sia “bel tempo” nel periodo delle vacanze. Invece sembra che l’agosto porta l’unica cosa pr salvare pascoli, vigne e olivi: temporali e piogge, frescure e nuvolo alternato con sole. Che bel tempo è.

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Bollettino della campagna secca

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Gli alberi ci salveranno… nonostante che non piove mai è gran annata di susine, quelle lunghe da marmellata e quelle gialle, nere e rosse per rinfrescarci, in gran forma era anche l’albero in fondo all orto, per un mese ha dato frutti a uccelli e noi, alle pecore e alla fine quando erano sfatte pure alle api. Altra gran annata per le pere che di solito non si vedono mai più, invece quest’anno una gran soddisfazione, e con l’assenza delle piogge in genere le piante sono molto sane, nessun fungo sulle foglie, anche la vigna non si doveva neanche ramare.

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Bene il pozzo ancora, meno male, male le cipolle, bene anzi benissimo pomodori, melanzane, cetrioli, zucchini, peperoni, fagioli a metro, abbandonati invece i fagiolini e le barbabietole perché stanno nell’orto in valle dove il contadino deve portare l’acqua col motocoltivatore. E lìsembrano venire pure i poponi, senza mai essere annaffiati.

Male invece pascolo e fieno (la metà); la vigna per ora resiste ma se non piove nelle prossime settimane sarà difficile per lui, le olive resisteranno ancora di più.

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Sarà la volta buona?

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Tutto una corsa gli ultimi giorni, accomodare il moltiplicatore della ventola dell’atomizzatore, ramare la vigna che è stato un mese senza rame e senza bisogna del rame, portare a casa le quattro rotoballe di fieno che quest’anno il fieno non c’è, poi pulite le fosse e sciacqui sulle strade sterrate e nella vigna (il contadino non l’ha lavorato quasi, credendo che venissero più bombe d’acqua invece è venuto la siccità, forse ora…) e adesso le prime gocce bucano la polvere e la sabbia.

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Tutto un badare è

Bisogna badare la vigna che si è già ammalato della malattia di oidio con largo anticipo, con quel caldo secco che c’è.

Bisogna badare le piante nell’orto con tanta acqua.

Bisogna badare il gattino di 4 settimane trovato nella polvere sulla strada e quasi passato ad altra vita, allattandola con latte caprina e qui il contadino ha trovato una sua missione nuova.

Bisognerebbe pure badare i politici incapaci che giocano d’azzardo indicando referendi e elezioni solo per motivi di potere interno in Inghilterra e altrove (o peggio che diventano presidente senza realmente volerlo fare).

E bisogna anche badare l’anima che non si sciupi.

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Acqua acqua

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Leggendo questo sull’uso dell’acqua in montagna al contadino veniva in mente questo immagine molto impressionante qui sopra. Il punto è che sembra esagerato, ma è vero, l’acqua sulla terra se radunato è quello, tutto, quello fossile, il ghiaccio, i mari e fiumi, tutto.

Quest’anno qui l’annata “pluviale” che cominciava Settembre scorso è preoccupante: in pratica ha piovuto tanto presto di autunno e poco o niente d’inverno e pochissimo pure di primavera.

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In pratica mancano circa 240 mm alla media. E non sembra che l’acqua sia vicino e l’estate è in arrivo su una terra secca che sembra già agosto.

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Il posto delle parabole

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Ritorniamo sempre sulle cose che abbiamo fatto, ieri, l’anno scorso – tutto torna indietro e siamo sempre confrontati con le nostre azioni e le loro conseguenze in una spirale eterna senza tempo. La vigna insegna tante cose, non per caso un certo Gesù amava usarla per le parabole.

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I salci trovano destinazione

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Il contadino ha preso adesso una fissa per i cestini (visto che anche prima i nonni contadini facevano i cesti); sono anni che qualcuno lo faceva a mo’ di autodidatta con risultati scarsi, adesso osserva dei maestri su youtube e qualcosa in più capisce del manico e della chiusura ma è ancora lontano dalla perfezione possibile. Ma ormai ha troppi salci e ha problemi a buttare le cose che che sono usabili.

Gli alberi di salici qui trent’anni fa erano molti, ma con ogni vigna estirpata e con queste pinze sono stati abbandonato molti e se non si potano ogni anno non producono più niente di usabile, e anche quel colore intenso nel paesaggio sparisce.

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Il nodo

Il contadino ha ricevuto una richiesta:

ci fai la sequenza di come si annoda un salcio?

Dopo averlo pulito (ci sono tre tipi: fini lunghi per le fascine di canne, massicci con un ciuffio per le fascine e quelli per legare i tralci delle viti, telai di pomodoro ecc):

1) fare sempre due giri intorno quel che si vuole legare
2) il più massiccio va fatto girare due volte a mo’ di spirale lungina intorno al capo più fine
3) una piega e un mezzo giro all’incontrario

Per le fascine il sistema è simile, a parte che va fatto un giro solo.

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