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Categoria: agricoltura

Siamo avanti

Oggi il contadino ha finito (quasi) la potatura degli ulivi e come tutti gli anni quando scende dalle piante o rama la vigna o prova se parte (parte) la BCS per tagliare il fieno. Solo che gli altri anni questo era intorno al dieci di maggio, vuol dire la natura è avanti di due settimane. Per fare un paragone: Nel 2003, l’annata della siccità e dei blackout d’aprile pioveva bene e l’otto c’era una bella gelata.

E l’alternanza degli ulivi pare sempre più accentuata, sarà certamente un anno magro, il 2007: Pocchissima migna.

Olio per anno:

2001: 291 kg
2002: 189 kg
2003: 90 kg
2004: 790 kg
2005: 245 kg
2006: 795 kg

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Giornalismo

E’ un doppio disastro, questo storia delle api che si smarriscono per colpa dei telefonini. Doppia perché i giornalisti, poverini, che come tutti noi non hanno mica più tempo per lavorare bene e copiano tutto senza consultare le fonti (e farsi anche un ragionamento: perché le api in America si smarriscono solo ora mentre i telefonini è un bel po che ci sono?).

Primo una piccola rassegna stampa poi si va allo studio famoso tedesco.

La Stampa:

Sono i telefonini a uccidere le api?

Non è ancora chiaro quali siano gli effetti dei telefonini sull’uomo. Ma per quanto riguarda le api, forse si può iniziare a parlare di sterminio di massa. E’ l’ipotesi formulata dai ricercatori dell’istituto di scienze naturali dell’università di Landau, secondo i quali le radiazioni emesse dai cellulari potrebbero essere le responsabili della progressiva moria nelle colonie di api che si sta verificando ormai in tutto il mondo (e per la quale è stata coniata la definizione “Colony Collapse Disorder”).

Gli studiosi dell’università tedesca hanno sottoposto alcune arnie alle radiazioni elettromagnetiche prodotte da dispositivi di telefonia mobile. In alcuni casi, fino al settanta per cento delle api uscite alla ricerca di polline non ha fatto più ritorno.

Il titolo senza congiuntivo del Corriere:Api disorientate dai telefonini

La nostra passione per la telefonia mobile potrebbe essere la causa della misteriosa scomparsa delle api impollinatrici.

L’Espresso urla:
Una strage di api, colpa dei cellulari

Poi non è che i blog sono meglio:

Le onde della telefonia cellulare rendono le api incapaci di ritrovare la strada di casa, portandole a morire lontano.
Questa teoria e’ stata sperimentata da una ricerca dell’università tedesca di Landau, in cerca della causa del Colony Collapse Disorder, ovvero della misteriosa epidemia che ha sterminato le api negli Stati Uniti e che comincia a far danni anche in Europa.
L’esperimento consisteva nel mettere un cellulare vicino ad un’arnia: le api se ne allontanavano senza fare ritorno, lasciando la regina e le operaie addette alle pulizie senza rifornimenti di cibo.

Allora, questi laborosi studiosi tedeschi, cosa hanno fatto davverò? Lo studio risale al 2006, il telefonino era una stazione base DECT (Thomson Deriva a 155) in standby, quindi un cordless. Hanno preso 15 api a arnia, li hanno marcati, portati lontano e lasciati andare, rigorosamente scientifico ma un po’ lontano dalla natura, visto che un terzo si è smarrito sempre: 293 api (63,0%) non esposte alle onde e 229 (49,2%) api irradiati ritrovarono l’arnia. Pare che nessuno ha letto neanche l’abstract in inglese (o solo per ricavarci la cifra di 70% delle api che non ritornano che spunta in qua e in là):

This presented data is based on earlier studies from 2005, which showed significant differences in returning for the radiated bees, in some cases up to 70% loss compared to the non-influenced ones.

Quindi questo era nello studio prima. Nella discussione finale gli autori dicono

Im Vergleich zur Pilotstudie fallen die Ergebnisse der Folgestudie uneindeutiger aus. Es kann allerdings wiederum ein deutlich überzufälliger Unterschied zwischen bestrahlten und unbestrahlten Völkern im Rückfindeverhalten beobachtet werden.

Paragonato allo studio preliminare i risultati sono meno evidenti, ma si si può constatare una differenza evidente “sovracasuale” (nel modo di ritornare tra le api irradiate e le altre.

Il giornale inglese L’Indipendent dal quale tutti hanno copiati (e tradotto male anche) pare più che altro indipendente dalla verità. L’autore dello studio è molto cauto su questi primi risultati e loro invece:

Scientists claim radiation from handsets are to blame for mysterious ‘colony collapse’ of bees
[…]
éNow a limited study at Landau University has found that bees refuse to return to their hives when mobile phones are placed nearby. Dr Jochen Kuhn, who carried it out, said this could provide a “hint” to a possible cause.

Dal inglese all’italiano “mobile phones” diventa “telefonino” invece del originale cordless. Ma la notizia “cordless ammazza api” sarebbe meno gustoso.

Fazit: Se molte delle notizie nascono con questo metodo la stampa e i telegiornali sono più fiction che realtà.

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Biip biip

E’ nata la seconda mandata di pulcini e il contadino naturalmente doveva farci pure un mp3 per il webduepuntozero.

PS: Giusto in tempo: Lo studio sui versi degli animali, percepito secondo la lingua. E http://www.eleceng.adelaide.edu.au/Personal/dabbott/animal.html la tabella. Il cane fa vuff ouah ouah wau wau gav gav woof-woof vau vau bau bau wan wan).

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In breve

L’annata olivicola sarà magra, gli ulivi sono di più spelacchiati e con pochi fiori. Meno male – c’è ancora un tre quintali d’olio in casa. Ci sono ancora 150 piante da potare, non ci si fa mica, ma meno male che la lunghezza dei giorni di primavera corrisponde al lavoro da fare. E dopo pasqua si munge di nuovo. Gli asini ieri hanno rotto la parete dalla capanna, sono scappati e Rocco si è ricordato che tre anni fa era in un posto con delle asine e quindi si è recato lì, seguito di Musa. Domattina una camminata per riprenderli. Le notti sono troppo fresche ancora e ci sono delle patate (della proprio raccolta) che invece di spuntare producono sotto terra delle patatine nuove senza fare un filo d’erba sopra e sarà difficile che alla fine il peso sarà di più, così. E come mai fanno questo lavoro, si chiede il contadino. C’è ancora molto da fare per la scienza.

aggiornamento: Il contadino (si) chiede e il cittadino risponde e trova il link al Little Tuber Disorder; dipende da come sono stati in magazzino, i tuberi da piantare. Evitare temperature sopra 68° Fahrenheit e non piantarle in suolo freddo sotto i 50°.

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Erba gialla

granomalato.jpg

Le foglie esterne più vecchie delle cipolle sono gialle, l’erba sotto gli ulivi ha la foglie gialle, il finocchio questo inverno aveva le foglie gialle e oggi ha visto che anche il grano duro del vicino è malato.

diserbo.jpg

Il contadino ha l’anima un po’ fragile, vedere delle piante malate sta già male e vedere piante avvelenate sta peggio.

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Mai dire merda

… ma materia prima. Pare che da un mucchietto lasciato da un elefante si ricavano circa 25 foglie di carta del nome Poo Poo Paper. Il letame bovino invece pare buono per farci un pavimento. Questo ricorda la vecchia usanza di cementare l’aia di terra con piscia di mucca.

Ma per tornare serio che sono due giorni che si lavora intorno al letame: Senza letame niente verdure, olio, vino bio – gli animali sono il cuore o il motore di una azienda agricola biologica, dal loro sterco parte tutta la fertilità del terreno. E purtroppo la prima cosa che viene eliminato quando si deve ridurre l’attività sono proprio loro. Il degrado delle colline toscane ha avuto inizio quando il trattore ha sostituito le vacche. Da una parte ci sono aziend(in)e che hanno solo terra e dall’altra parte quelle zootecniche. Che lo dice il nome come sono.

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Le api e noi (colony collapse disorder)

Una foto migliore di questa non si poteva trovare per questo post: Una bella domenica mattina in campagna…

La moria delle api in America s’ha già rammentato. L’apicoltore che qui sotto casa sta travasando gli sciami (per venderli a chi mancano delle arnie) dice che la causa sarebbero i veleni agricoli, secondo un commentatore americano il colpevole sarebbe GWEN, la rete delle antenne di comunicazione militare resistente al pulso elettromagnetico delle bombe nucleari che ora verrebbe usato per inondare gli americani con una specie di elettrosmog per manipolarli. Teoria un po’ troppo complottistico per i gusti del contadino, ma effettivamente si può chiedersi su come l’elettrosmog influenza le api. Uno studio tedesco (pdf) del 2005 dimostra che il campo elettromagnetico DECT (tipo cordless, buttalo fuori di casa subito) influenza molto negativamente il ritorno alle arnie delle ape e che cala il peso dei telai di 21% ma altri studi scientifici sull’influenza dei ripetitori non si possono mica più fare perché non esistono più aree di controllo senza campi.

Il peso dei telai a confronto, a destra quelli irradiati:
api1.png

Se te sposti una cassetta di un metro le api non la ritrovano più, e non è che sappiamo bene come fanno ad orientarsi. Sicuramente i campi elettromagnetici artificiali un’influenza avranno, ma finchè abbiamo delle prove scientifiche sarà tardi, ma molto. L’unica cosa è di cercare di rafforzare al massimo loro.

Navigando si scopre altre cose sull’apicoltura americana, a parte la dimensione (c’è chi ha più 10’000 arnie ed è rimasta con qualche decina): Guadagnano di più con l’impollinazione che con il miele, per esempio, e spostano le api con il truck per impollinare i campi di colza, le mandorle californiane ed altre colture estese in stile americano. Ed ecco perché sanno anche subito calcolare il danno economico.

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Patenti rivisionati

Dall’angolino della buona notizia giunge una notizuola confortante:

La brevettazione di piante da oggi è un po’ più difficile. E questo per uno schiaffo dato alla Monsanto dall’ufficio americano dei marchi e brevetti che ha respinto una patent chiave del suo portfoglio Roundup Ready.

Si ricorda che si tratta di piante resistenti al diserbo “round-up”, uno dei contributi umani più favolosi al mondo vegetale.

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I semi

..dei pomodori dovevano partire oggi: il contadino è andato in paese con dieci buste ma c’era una tale fila alla posta che ha perso il coraggio ed e fuggito. Per chi si fa pensieri sul costo della spedizione: paga babbo Google, con i ricavi della pubblicità su questo sito.

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Notizie buone e cattive

La notizia cattiva è che sono morti due api di notte. La notizia buona è che erano vecchi (l’ultimo compito nel ciclo loro è di andare a pigliare l’acqua che gli serve per il diluire il polline per fare la pappa alla covata). La notizia cattiva è che ci sarà poco olio quest’anno: molte piante sono abbastanza bruttine, oggi il contadino ha cominciato a potarle. La notizia buona è che ci sono ancora cinque quintali d’olio da vendere. La notizia brutta è che il contadino ha la pressione a 80/45, sarà per questo che si sente e comporta come uno straccio. La notizia buona invece è che si mangeranno per la prima volta le nespole ( e anche che il dottore ha scelto le sue medicine col pendolo e ora si sente già un pochino meglio).

Quando uno finisce in campagna di solito pianta frutti senza capirci molto. Così quel nespolo avrà 15 anni e ne ha fatto forse tre frutti finora; cinque anni fa finalmente gli è arrivato il compagno, perché ci vuole due, per la fecondazione.

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Pomodoro open-source

dannosiccita.JPG

Il contadino da qualche anno è custode del seme di questa razza di pomodoro, importata dalle Marche da, appunto, Egilda, tanti anni fa. Qualche giorno fa lo ha seminato in tunnel come tutti gli anni e gli è venuto l’idea di condividerlo, anche per non esserne l’unico custode. Un po’ alla seed saver. E’ un pomodoro che può arrivare anche a un chilo, ottimo per insalata ma anche adatto alla conserva. Purtroppo non ha un altra foto di quella della carenza d’acqua. Chi è interessato (si spera che non sono troppi…) può inviare un messaggio e si spedirà una ventina di semi in busta, e visto che ci siamo il contadino dice di allegare anche il seme del peperoncino forte e delle zucchini.

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