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Categoria: agricoltura

Olio italiano fu

Al contadino è sfuggito completamente che Bertolli, Sasso e Carapelli son diventati spagnoli:

Con la cessione dei marchi Bertolli e San Giorgio la società spagnola diventa leader assoluta nel mercato degli oli di oliva, con una quota mondiale del 22% e un fatturato di 1,4 miliardi di euro, di cui quasi 400 derivati proprio dall’acquisizione del settore olio e aceti di Bertolli.

Con questa acquisizione, che dovrà ancora passare al vaglio dell’Antitrust e delle autorità europee, l’azienda spagnola diventa leader assoluta del mercato italiano, con una quota vicina al 40% per quanto riguarda gli extra vergini.

Dentro le loro bottiglie forse c’era da sempre 40% di olio spagnolo, l’Italia fornisce solo l’identità mediterranea al prodotto per attirare i clienti oltreoceano.

Edit: Un prezioso contributo di Bricke nei commenti: la trascrizione di trasmissione di report del 2005. Ci saranno forse stati dei miglioramenti su entrambi i lati da allora ad oggi.

Autore:
Dunque le frodi esistono, si tratta di miscele con olio lampante oppure con olio di semi spacciato per extra vergine, ma, e qui c’è la sorpresa, i sistemi di analisi a disposizione delle autorità e riconosciuti dalla comunità europea, non sono in grado di individuare le frodi, quindi un olio molto acido si può deacidificare e nessuno se ne accorge.

D – E’ vero che i vostri sistemi di analisi non riescono a individuare la deacidificazione?

GIOVANNI LO PIPARO – Ispettore repressione frodi: “I metodi ufficiali di analisi non riescono a colpire interamente le frodi, questo lo possiamo dire con tutta tranquillità”

Autore: Eppure metodi di analisi che individuano le sofisticazioni esistono.
D – Voi ci riuscite ad individuarlo?

LUANA L. IMPERIALE – Lab. Finoliva Global Service – Bitonto (Bari)”Diciamo di sì”
D – Ci riuscite o no?

LUANA L. IMPERIALE – Lab. Finoliva Global Service – Bitonto (Bari)”Ci riusciamo”
D – Questi sono gli oli che analizzate, tutte le marche praticamente? Marche famose insomma no? Senta lei ci può dire le marche dove avete trovato queste sofisticazioni?

LUANA L. IMPERIALE – Lab. Finoliva Global Service – Bitonto (Bari)”Non mi faccia dire marche, perché non è il casi, il discorso è che son oproblemi ormai riscontrati, nel mondo dell’olio ormai riscontrati, che mondo si conoscono però non ci mettono nelle condizioni di denunciare queste cose perché se non ci sono delle metodiche che ci permettono di dire che quell’olio è esattamente così , nessuno si può esprimere ufficialmente nel dirlo”

Autore: Ed è proprio in Puglia che si è chiacchierato molto su arrivi spropositati di oli di semi che si sospetta, venga trasformato in olio di oliva extra vergine

MARCO MANGANO – redattore Gazzetta del Mezzogiorno “In Puglia esiste la grande mente o per lo meno una delle più grandi menti italiane di sofisticazione dell’olio”

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I segreti della mente umana

Stasera mentre il contadino e la wwoofer spollonavano gli ulivi il vicino dava il Rogor con un bel maestrale, cioè lui sul trattore e il figlio con la sistola a fare una nebbia che il vento spargeva ovunque, il contadino sente ancora il puzzo nel naso (l’olfatto è il senso che dice più la verità su tutto). E portava pur il cane. E pure a Massa fuggivano tutti, tempo fa, quando scappo la nuvola.

Dal sito dell’Arsia:

In teoria il Rogor compra e usa solo chi ha il patentino, ma siamo in Italia. Senno si potrebbe anche fare il patentino a punti: tratti col vento = 5 punti.

Comunque sembra proprio un annata perfetta per le olive: zero mosca fino ora davvero. Di solito il contadino sulla spollonatura ne trova decine e decine di olive che ospitavano la prima generazione, mentre finora c’era una sola col buco.

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Più che altro fanno letame

Le vacche tedesche (e quelle di tutto il mondo naturalmente) infatti – afferma -inquinano quanto i Suv, al punto da doverle necessariamente definire come delle vere e proprie “bombe climatiche”.

Ma perché non pensano mai a tutto a 360° ma sparano invece cose così? Sarà anche vero che le mucche producono gas serra, ma sono le base per un agricoltura naturale sostenibile con il loro letame. E in certe regioni non si può fare altro che allevare animali. E in altre regioni saranno anche troppe. Ma non diffamarle tutte.

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Aggiornamento aziendale

Se qualcuno si domanda su come il contadino passa questi giorni di quest’estate che non vuole morire, ecco:

E’ solo (la figlia con piede sloggato che si prepare ad un esame di cosidette “scienze delle finanze” dal punto di visto aziendale non esiste), si alza, governa capre, polli e asini, munge, annaffia i fiori con l’acqua dello sciacquo dei piatti, fa colazione, fa formaggio, manda la pecore sull’erba medica del podere di 50 ettari abbandonato (in giorni senza il sciolto dei cani dei cacciatori queste due s’invertono), fa la ricotta, perde tempo sulla rete,accende la pompa nel pozzo per un paio d’ore per tirare su i 150-200 litri che riesce di fare ancora e che devono bastare, fa da mangiare, dorme un po’, fa la battaglia quotidiana contro i vermetti nel armadio del formaggio e altre cose tipo la marmellata di fichi o la conserva della pomarola, perde tempo sulla rete, poi va a pascolare più lontano dalle sei alle dieci di sera.

Oggi invece no, perché mentre passavo dal cancello del recinto un ape l’ha punto sotto l’occhio.

E se non piove tra poco è un disastro.

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Arimane e le mucche

mucca con le corna

Cosa è una mucca forse qualcuno si ricorda, e forse si ricorda anche che le mucche hanno le corna, non come sulla foto a corredo di quest’articolo:

Governare una mandria di mucche a chilometri di distanza dal proprio pc di casa o dal cellulare. Sarà questo il futuro per i pastori: via i recinti dai pascoli e limitare al minimo gli spostamenti in jeep in mezzo alle mucche. Almeno secondo due ricercatori americani, che hanno progettato un trasmettitore satellitare capace di radunare il bestiame a distanza chilometrica solo attraverso i suoni.

Ecco lo spirito di Arimane. E le cose che fanno con gli animali dopo toccano agli immigrati e poi a tutti.

Nel suo viaggio in Svizzera il contadino ha dovuto constatare che ormai le sono riusciti a privare quasi tutte le mucche delle loro corna. Stabulazione libera per legge (protezione animale) e finisce per forza che i contadini devono tagliare le corna perché sé discutono sciolte sulla gerarchia nella stalla si fanno male, perché le stalle sono (per forza) sempre troppo piccole. Questo che fa impressione è come riesce di trasformare nel opposto il meccanismo legislativo le cose: Partono da un idea buona: proteggere animali, ambienti salute e dopo il passaggio nella realtà abbiamo vaccinazioni forzate e cose assurde come lquesta con le corne.

L’agricoltura biodinamica usa le corna per uno dei preparati fondamentali. Le corna spariscono, il loro latte non nutre più, il letame non è più come prima. Chi è il colpevole?

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Testare l’olio sulla sua provenienza

[Come si dice: riceviamo e volentieri pubblichiamo]

Grazie a un intuizione del Prof. Antonio Sacco dell’Università di Bari si può individuare inequivocabilmente l’origine geografica degli olii.

Una carta d’identità all’olio d’oliva senza della quale oggi un litro d’olio costa quanto un litro di gasolio.

di Antonio Bruno*

Sono arrivato puntuale in Viale Aldo Moro ma il seminario non era ancora iniziato e, nell’attesa, ho chiesto a un collega lumi sui relatori presenti. Questo collega, (di cui non riporto il nome per i motivi che capirete in seguito, ma quando il collega leggerà spero sorriderà) mi aveva riferito che il prof Antonio SACCO era l’autore del mio libro dell’Esame di Chimica Inorganica, il libro delle notti insonni e degli incubi del mio primo anno di Università il cui esame poi sostenni con il Chiarissimo Prof. Nicola Senesi allora al suo primo anno di insegnamento alla Facoltà di AGRARIA DI BARI e fresco di ritorno dagli Stati Uniti d’America.

Il Prof. Antonio SACCO è il relatore principale, ed è anche il coordinatore del Progetto illustrato nel Seminario Informativo “Metodi di Analisi tradizionali e innovativi per la caratterizzazione dell’origine geografica e della autenticità di olii extravergine di Oliva” tenuto presso l’Ufficio Provinciale Agricoltura in Viale Aldo Moro a Lecce il 15 Luglio 2008 alle ore 18 e 30.

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Muoiono le ostriche

Pare proprio grave.

C’è chi ha perso tutt’una generazione e non sa cosa vendere tra due anni. Il fenomeno riguarda le giovane ostriche da 1-2 anni. E ci si può fare nulla.

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Meglio tardi che mai

Nell’anno 1924 Rudolf Steiner nel suo Corso sull’agricoltura parlava tra altro anche delle differenze dei vari tipi di azoto, definendo quello contenuto nell’aria “morto” (se sarebbe vivo l’uomo non potrebbe avere una coscienza lucida, sarebbe in uno stato tipo sognante) e quello nel letame “vivo”, e che “concimare” significa in verità vivificare la terra. Per la scienza materialistica azoto è semplicemente l’elemento N ed è tutto uguale e concimare vuol dire mettere a disposizione delle piante degli elementi come N, P, K,Mg e altri.

Ma anche la scienza qualche passo fa e ora hanno messo a punto un metodo d’analisi per distinguere i prodotti biologici da quelli convenzionali:

Uno dei criteri di crescita utilizzati nell’agricoltura biologica è l’impiego di fertilizzanti organici, che spesso contengono anche deiezioni animali. Durante la crescita, frutta e verdura si trovano così ad assorbire azoto dal fertilizzante ed è proprio questo atomo che viene analizzato nel test.

L’”impronta” dell’isotopo di azoto proveniente dal letame animale è diversa da quella lasciata da un prodotto chimico industriale.

Scoperta scientifica con quasi 100 anni di ritardo rispetto al Dottor Steiner: N non è sempre uguale a N.

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Lotta persa e lotta in atto

peronospera
A partire dal 4 aprile per dieci settimane ha piovuto ogni terzo giorno. Il contadino pensava di aver ramato per bene, ma il rame solo non c’è l’ha fatto, un attacco di peronospera così l’ha mai visto. Un due terzi dell’uva o magari anche di più è cascato.

monitoraggio2008.jpg
Ora si teme per la mosca dell’olivo, che l’anno scorso ha distrutto quelli pochi olive che c’erano in Toscana. Fioritura scarsa e poca allegagione e lei ha dato il colpo di grazie. E si sente già che c’è chi tratta con Rogor, nonostante che è tutto inutile come lo dice anche l’ARSIA:

Ricordiamo che la lotta larvicida fatta con dimetoato non ha assolutamente valenza preventiva quindi eventuali trattamenti fatti ora NON AVREBBERO NESSUNA EFFICACIA.

Ma chi ha paura spruzza il veleno lo stesso, l’anno scorso c’era chi ha trattato anche 4 o 5 volte. Il fatto è che ieri il contadino ha comprato le trappole feronomiche per monitorare e oggi ha già fatto un bel raccolto di maschi della mosca. Insieme ai vicini metterà le ecotrap come già provato tre volte con successo, e magari anche già tra qualche giorno si metterà una prima mandata, visto le temperature basse.

Sono tante le domande: Si sposta lontano l’insetto o rimane più o meno in zona? Sono già abbastanza grosse le olive per ospitare un baco? Ha piovuto per bene (21mm) domenica e sono ingrossate, ma francamente al contadino sembrano ancora troppo piccole per il baco.

Si segnala ancora l’ottimo sito con i dati del monitoraggio del ARSIA: scegliere tipo di modello, provincia e comune sulla destra.

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Finita

Non sono forse al corrente della situazione, ma l’agricoltura convenzionale (quella usa i fertilizzanti ricavati dall’aria tramite il petrolio) finisce insieme al petrolio stesso tra ~50-70 anni, senza proroga.

“Questa è una delle tecnologie più sicure che abbiamo mai visto, anche più sicura dei prodotti biologici, ambientali e di tutto ciò che è di moda in Europa!” Peter Brabeck ritiene che le piantagioni di cibo “biologico”, che producono rendimenti inferiori degli OGM, sono un privilegio, “per coloro che possono permetterseli”.
E contesta l’idea, degli oppositori agli ogm, che il biologico possa offrire risultati superiori con un consumo energetico ridotto.

Che tristezza, che la logica l’ha introdotta Aristolele o chi era 2000 mila anni fa.

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