Premi "Invio" per passare al contenuto

Categoria: agricoltura

Il blog del ministro…

… delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, contiene due post e nessun commento ed è un mese che è online. Sicuramente questo significa qualcosa. In cambio ci sono molte belle foto di lui sul suo sito, sembra proprio un blog vero che si sa che sono autoreferenziali.

Tra i suoi progetti hanno il pieno sostegno i distributori di latte crudo (qui la mappa; si possono bene individuare le zone senza mucche quindi senza distributori) e i mercati dei contadini che ovviamente si chiamano farmer’s market che copiamo sempre l’America qua. Ci sta che ci sono anche zone ampie senza farmers ovverò quelli che ci sono producono solo granturco o grano duro: ecco il risultato della specializzazione).

A proposito di latte crudo: Fa bene, hanno fatto degli studi con 14,893 bambini in piccoli paesi del nord e bambini che frequentano le scuole steineriane con il risultato che soffrono molto meno di asma e di allergie. Sembra anche che l’omogenizzazione toglie della qualità  al latte. Se uno oggi vede il latte con uno strato di panna sopra non capisce cos’è.

4 commenti

Un giorno ordinario di fine agosto

Con la differenza che abbiamo il 12 di ottobre. La casa piena di mosche e cimici, gli ulivi gialli dalla siccità  e pini che stanno già  seccando, mentre le acacie, gli pioppi e altri si difendono buttando via le foglie che vengono mangiati volentieri dalle pecore nella polvere.

Gli alberi devono andare avanti con quel poco di rugiada delle mattine.

Ma sembra che non basta la stagione fuori binario a fare danni, ci si deve mettere pure il governo a distruggere quel che restava da una istruzione pubblica di qualità  per tutti. E il brutto è che non è limitato all’Italia, il contadino deve apprendere da una amica maestra di musica che per esempio in Svizzera seguono esattamente la stessa strada.

Deve essere lo Zeitgeist, vogliamo piazza pulita, e le guerra facciamo all’estero ora che prima si faceva così.

10 commenti

Purtroppo

…non piove npn piove non piove, è un arido freddo che fa paura, pecore senza latte, l’insalata nell’orto fa pena e le olive nel tufo piccinine piccinine che fanno finto di maturare.

4 commenti

Record assoluto

Ieri s’è fatto la vendemmia più triste degli ultimi venticinque anni, c’erano 10 quintali d’uva invece dei 50-65, era cascata veramente quasi tutta con la malattia.

In compenso sul mostimetro gradava quasi 24°, verrà  un vino da 15%.

6 commenti

Olio italiano fu

Al contadino è sfuggito completamente che Bertolli, Sasso e Carapelli son diventati spagnoli:

Con la cessione dei marchi Bertolli e San Giorgio la società  spagnola diventa leader assoluta nel mercato degli oli di oliva, con una quota mondiale del 22% e un fatturato di 1,4 miliardi di euro, di cui quasi 400 derivati proprio dall’acquisizione del settore olio e aceti di Bertolli.

Con questa acquisizione, che dovrà  ancora passare al vaglio dell’Antitrust e delle autorità  europee, l’azienda spagnola diventa leader assoluta del mercato italiano, con una quota vicina al 40% per quanto riguarda gli extra vergini.

Dentro le loro bottiglie forse c’era da sempre 40% di olio spagnolo, l’Italia fornisce solo l’identità  mediterranea al prodotto per attirare i clienti oltreoceano.

Edit: Un prezioso contributo di Bricke nei commenti: la trascrizione di trasmissione di report del 2005. Ci saranno forse stati dei miglioramenti su entrambi i lati da allora ad oggi.

Autore:
Dunque le frodi esistono, si tratta di miscele con olio lampante oppure con olio di semi spacciato per extra vergine, ma, e qui c’è la sorpresa, i sistemi di analisi a disposizione delle autorità  e riconosciuti dalla comunità  europea, non sono in grado di individuare le frodi, quindi un olio molto acido si può deacidificare e nessuno se ne accorge.

D – E’ vero che i vostri sistemi di analisi non riescono a individuare la deacidificazione?

GIOVANNI LO PIPARO – Ispettore repressione frodi: “I metodi ufficiali di analisi non riescono a colpire interamente le frodi, questo lo possiamo dire con tutta tranquillità ”

Autore: Eppure metodi di analisi che individuano le sofisticazioni esistono.
D – Voi ci riuscite ad individuarlo?

LUANA L. IMPERIALE – Lab. Finoliva Global Service – Bitonto (Bari)”Diciamo di sì”
D – Ci riuscite o no?

LUANA L. IMPERIALE – Lab. Finoliva Global Service – Bitonto (Bari)”Ci riusciamo”
D – Questi sono gli oli che analizzate, tutte le marche praticamente? Marche famose insomma no? Senta lei ci può dire le marche dove avete trovato queste sofisticazioni?

LUANA L. IMPERIALE – Lab. Finoliva Global Service – Bitonto (Bari)”Non mi faccia dire marche, perchà© non è il casi, il discorso è che son oproblemi ormai riscontrati, nel mondo dell’olio ormai riscontrati, che mondo si conoscono però non ci mettono nelle condizioni di denunciare queste cose perchà© se non ci sono delle metodiche che ci permettono di dire che quell’olio è esattamente così , nessuno si può esprimere ufficialmente nel dirlo”

Autore: Ed è proprio in Puglia che si è chiacchierato molto su arrivi spropositati di oli di semi che si sospetta, venga trasformato in olio di oliva extra vergine

MARCO MANGANO – redattore Gazzetta del Mezzogiorno “In Puglia esiste la grande mente o per lo meno una delle più grandi menti italiane di sofisticazione dell’olio”

7 commenti

I segreti della mente umana

Stasera mentre il contadino e la wwoofer spollonavano gli ulivi il vicino dava il Rogor con un bel maestrale, cioè lui sul trattore e il figlio con la sistola a fare una nebbia che il vento spargeva ovunque, il contadino sente ancora il puzzo nel naso (l’olfatto è il senso che dice più la verità  su tutto). E portava pur il cane. E pure a Massa fuggivano tutti, tempo fa, quando scappo la nuvola.

Dal sito dell’Arsia:

In teoria il Rogor compra e usa solo chi ha il patentino, ma siamo in Italia. Senno si potrebbe anche fare il patentino a punti: tratti col vento = 5 punti.

Comunque sembra proprio un annata perfetta per le olive: zero mosca fino ora davvero. Di solito il contadino sulla spollonatura ne trova decine e decine di olive che ospitavano la prima generazione, mentre finora c’era una sola col buco.

5 commenti

Più che altro fanno letame

Le vacche tedesche (e quelle di tutto il mondo naturalmente) infatti – afferma -inquinano quanto i Suv, al punto da doverle necessariamente definire come delle vere e proprie “bombe climatiche”.

Ma perchà© non pensano mai a tutto a 360° ma sparano invece cose così? Sarà  anche vero che le mucche producono gas serra, ma sono le base per un agricoltura naturale sostenibile con il loro letame. E in certe regioni non si può fare altro che allevare animali. E in altre regioni saranno anche troppe. Ma non diffamarle tutte.

14 commenti

Aggiornamento aziendale

Se qualcuno si domanda su come il contadino passa questi giorni di quest’estate che non vuole morire, ecco:

E’ solo (la figlia con piede sloggato che si prepare ad un esame di cosidette “scienze delle finanze” dal punto di visto aziendale non esiste), si alza, governa capre, polli e asini, munge, annaffia i fiori con l’acqua dello sciacquo dei piatti, fa colazione, fa formaggio, manda la pecore sull’erba medica del podere di 50 ettari abbandonato (in giorni senza il sciolto dei cani dei cacciatori queste due s’invertono), fa la ricotta, perde tempo sulla rete,accende la pompa nel pozzo per un paio d’ore per tirare su i 150-200 litri che riesce di fare ancora e che devono bastare, fa da mangiare, dorme un po’, fa la battaglia quotidiana contro i vermetti nel armadio del formaggio e altre cose tipo la marmellata di fichi o la conserva della pomarola, perde tempo sulla rete, poi va a pascolare più lontano dalle sei alle dieci di sera.

Oggi invece no, perchà© mentre passavo dal cancello del recinto un ape l’ha punto sotto l’occhio.

E se non piove tra poco è un disastro.

9 commenti

Arimane e le mucche

mucca con le corna

Cosa è una mucca forse qualcuno si ricorda, e forse si ricorda anche che le mucche hanno le corna, non come sulla foto a corredo di quest’articolo:

Governare una mandria di mucche a chilometri di distanza dal proprio pc di casa o dal cellulare. Sarà  questo il futuro per i pastori: via i recinti dai pascoli e limitare al minimo gli spostamenti in jeep in mezzo alle mucche. Almeno secondo due ricercatori americani, che hanno progettato un trasmettitore satellitare capace di radunare il bestiame a distanza chilometrica solo attraverso i suoni.

Ecco lo spirito di Arimane. E le cose che fanno con gli animali dopo toccano agli immigrati e poi a tutti.

Nel suo viaggio in Svizzera il contadino ha dovuto constatare che ormai le sono riusciti a privare quasi tutte le mucche delle loro corna. Stabulazione libera per legge (protezione animale) e finisce per forza che i contadini devono tagliare le corna perchà© sà© discutono sciolte sulla gerarchia nella stalla si fanno male, perchà© le stalle sono (per forza) sempre troppo piccole. Questo che fa impressione è come riesce di trasformare nel opposto il meccanismo legislativo le cose: Partono da un idea buona: proteggere animali, ambienti salute e dopo il passaggio nella realtà  abbiamo vaccinazioni forzate e cose assurde come lquesta con le corne.

L’agricoltura biodinamica usa le corna per uno dei preparati fondamentali. Le corna spariscono, il loro latte non nutre più, il letame non è più come prima. Chi è il colpevole?

13 commenti

Testare l’olio sulla sua provenienza

[Come si dice: riceviamo e volentieri pubblichiamo]

Grazie a un intuizione del Prof. Antonio Sacco dell’Università  di Bari si può individuare inequivocabilmente l’origine geografica degli olii.

Una carta d’identità  all’olio d’oliva senza della quale oggi un litro d’olio costa quanto un litro di gasolio.

di Antonio Bruno*

Sono arrivato puntuale in Viale Aldo Moro ma il seminario non era ancora iniziato e, nell’attesa, ho chiesto a un collega lumi sui relatori presenti. Questo collega, (di cui non riporto il nome per i motivi che capirete in seguito, ma quando il collega leggerà  spero sorriderà ) mi aveva riferito che il prof Antonio SACCO era l’autore del mio libro dell’Esame di Chimica Inorganica, il libro delle notti insonni e degli incubi del mio primo anno di Università  il cui esame poi sostenni con il Chiarissimo Prof. Nicola Senesi allora al suo primo anno di insegnamento alla Facoltà  di AGRARIA DI BARI e fresco di ritorno dagli Stati Uniti d’America.

Il Prof. Antonio SACCO è il relatore principale, ed è anche il coordinatore del Progetto illustrato nel Seminario Informativo “Metodi di Analisi tradizionali e innovativi per la caratterizzazione dell’origine geografica e della autenticità  di olii extravergine di Oliva” tenuto presso l’Ufficio Provinciale Agricoltura in Viale Aldo Moro a Lecce il 15 Luglio 2008 alle ore 18 e 30.

Commenti chiusi

Muoiono le ostriche

Pare proprio grave.

C’è chi ha perso tutt’una generazione e non sa cosa vendere tra due anni. Il fenomeno riguarda le giovane ostriche da 1-2 anni. E ci si può fare nulla.

Commenti chiusi

Meglio tardi che mai

Nell’anno 1924 Rudolf Steiner nel suo Corso sull’agricoltura parlava tra altro anche delle differenze dei vari tipi di azoto, definendo quello contenuto nell’aria “morto” (se sarebbe vivo l’uomo non potrebbe avere una coscienza lucida, sarebbe in uno stato tipo sognante) e quello nel letame “vivo”, e che “concimare” significa in verità  vivificare la terra. Per la scienza materialistica azoto è semplicemente l’elemento N ed è tutto uguale e concimare vuol dire mettere a disposizione delle piante degli elementi come N, P, K,Mg e altri.

Ma anche la scienza qualche passo fa e ora hanno messo a punto un metodo d’analisi per distinguere i prodotti biologici da quelli convenzionali:

Uno dei criteri di crescita utilizzati nell’agricoltura biologica è l’impiego di fertilizzanti organici, che spesso contengono anche deiezioni animali. Durante la crescita, frutta e verdura si trovano così ad assorbire azoto dal fertilizzante ed è proprio questo atomo che viene analizzato nel test.

L’”impronta” dell’isotopo di azoto proveniente dal letame animale è diversa da quella lasciata da un prodotto chimico industriale.

Scoperta scientifica con quasi 100 anni di ritardo rispetto al Dottor Steiner: N non è sempre uguale a N.

6 commenti

Pure qui si usano dei cookie... Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi