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Categoria: agricoltura

1° maggio: Lavoro è soltanto una parola

Per il contadino ha mai esistito come festa diretta, semmai indiretta: ci si pensa e si potano ulivi e ci si governano gli animali e si pianta e zappa come ogni altro giorno compreso la domenica. Il feedreader però sputa questo:

Idleness so called, which does not consist in doing nothing, but in doing a great deal not recognised in the dogmatic formularies of the ruling class, has as good a right to state its position as industry itself.
Robert Louis Stevenson

idleness/industry hanno la loro espressione latino-italiano perfetta: ozio e neg-ozio. Yin e yang. Lavorare come fosse un gioco, un divertimento di sabato sera.

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Primavera: mio odio e mio amore

Sono nati fagiolini zucche zucchini barbe rosse prezzemolo carote girasoli e gattini; piantati duecento cipolle centcinquanta pomodori cetrioli melanzane peperoni sedani cocomeri poponi angurie; seminati altri pomodori cocomeri poponi insalata; mangiati i primi bacelli carciofi insalata ravanelli e non se ne può proprio più di asparagi selvatici. Le viti buttano male colpe del freddo di notte e degli uccelli che hanno beccato le gemme. Gli ulivi hanno la mignola da far paura, è annata d’olio e ci sono ancora cento da potare e le galline fanno anche otto uova al dì, e una cova già da due settimane.

Piove come fosse ordinato da Dio ogni settimana e l’erba è alta da frullinare dappertutto e presto bisogna far pure il fieno ma prima bisognerebbe finire di potare. Arrivato un altra wwoofer canadese farà formaggio e tutto che c’è da fare. Visto il caldo di giorni la pastora ha iniziato a tosare le pecore pure.

Si sente l’usignolo di giorno per adesso.

Poi c’è pure questa civetta che chiama a tutte le ore.

E poi è arrivato anche il premio dopo mezz’anno (chi va piano va lontano) che il contadino non sapeva neanche che esisteva in materia (mancava l’assegno però ma non si può avere tutto nella vita):

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Res pubblica

Visto e considerato che piove già tutto il giorno e che questo è un gran bene al limite dell’incredibile il contadino delibera e desidera che

1) raddoppiate queste firme per la richiesta di una EU libera (di OGM per iniziare, non pretendere troppo). Ha firmato pure Alemanno.

2) Anche qui: ci vuole il milione, ma mancano solo 50 mila – per la garanzia giuridica delle realtà antroposofiche nella EU

3) Qui invece nulla da firmare. E’ uscito grazie alla Reuters lo studio EU finito in fondo nel cassetto sugli biodiesel e la loro insostenibilità. Il problema sarà di farlo capire ai politici e di fargli agire nella direzione giusto. Spargere la voce. Dettagli su Blogeko. Non sono tutti del diavolo, ma vanno valutati molto attentamente. Per esempio la moda di comprare o affittare migliai di ettari in Africa per piantare canna da zucchero per i nostri serbatoi puzza di molto.

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Morti anche gli OGM?

Il contadino l’ha sempre detto: per testare quanto “vitale” è un determinato alimento basta osservare come si comportano animali nutriti con questo cibo nel lungo termine.

Pare che ricercatori russi l’abbiano fatto:

Lo studio indipendente è stato prodotto in collaborazione con il National Association for Gene Security and the Institute of Ecological and Evolutional Problems e ha evidenziato che nei criceti alimentati con fagioli di soia OGM si riduceva la fertilità.

Risolto così quindi anche il problema della sovrappopolazione sulla terra.

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Morti anche i biofuels

Ma il cittadino non lo deve sapere:

La Commissione Europea ha commissionato uno studio sull’impatto della produzione diffusa dei biocarburanti nel continente. Lo studio è finito ma non viene presentato, né rilasciato.

Voci di Bruxelles dicono che i risultati, in termini di impatto ambientale sono talmente negativi che la loro diffusione genererebbe un movimento di opposizione da azzerarne la produzione.

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Fai parte del milione

Secondo il contadino vale la pena di prendersi i 2 minuti e firmare per un Europa privi di OGM. Non perché sono magari dannosi per la salute o l’ambiente, ma perché sono semplicemente inutili e uno spreco di risorse – l’unica utilità certa è il profitto per le aziende, ma solo se la politica permette la coltivazione.

A new initiative allows 1 million EU citizens a unique chance to make official requests of the European Commission. Let’s build a million voices for a GE free future and call for a moratorium on GE foods in Europe. Sign the petition below and spread the word. Don’t forget to include your address so that all of our signatures count for the citizens’ initiative.

Per adesso manca ancora la metà delle firme per la richiesta ufficiale di una moratoria per gi OGM, come fa la Svizzera.

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Vita nuova doppia

La capra fino ieri l’altro aveva sempre figliato di nascosto. Ma questa volta si è fatto sentire, con l’effetto che i wwoofer, gli amici e la vecchia digitale e quindi voi hanno potuto assistere al evento.

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L’abbandono dell’olivo

Una ragion d’essere del contadino è la cura dell’olivo, da quasi trent’anni adesso. Sembra strano ma forse è normale: lui si muove in un raggio di qualche centinai di metri, per settimane intere. Non mette piede fuori del podere. Ma se succede (andava a potare gli ulivi dell’apicoltore) sta parecchio male a dover vedere cosa succede alla campagna e all’ulivo.

Di fronte dove potava si vedeva questa:
ulivi abbandonati

Gli ulivi curati di quest’azienda sono quelli nel piano accanto la casa, gli altri (con puntini rossi): una macchia.
Poi l’inverno quest’anno era inverno davvero, con minime di meno 15° in pianura, dove gli ulivi c’erano solo in pochi determinati posti più miti. Da un parte ci sono gli ulivi abbandonati e non più potati sui cigli scomodi, e dall’altra parte ci sono uliveti moderni irrigati con tutta la nostra pseudoscienza agricola di adesso (“resistono al freddo!”) in posti dove l’ulivo semplicemente non ci può stare. Per fare il disastro completo non lavorano neanche la terra, trincano solo l’erba:
ulivi al La Scala

Altro esempio di un oliveto fuori zona bruciato dal freddo:
ulivi fuori luogo

Ma c’è di peggio ancora. Uliveti moderni in collina. Potati di autunno. Nessuna lavorazione della terra, solo trincia e diserbo (si vede bene dove sono arrivati con il diserbo, lungo la strada è rimasto una strisca verde):

ulivi bruciati dal freddo con diserbo

A occhio e croce un olivo su due in Toscana sta malissimo. Ci vuole la multa per maltrattamenti degli alberi.

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Il coltro condiviso

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Il contadino attacca il coltro solo una volta all’anno, per l’orto (e per rinnovare il prato a volte) in quanto non ha cambi. A parte il chiasso che fa il cingolo potrebbe stare ore a vedere la terra che si apre.

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Errata corrige

Qualcuno magari potrebbe pensare che il contadino produce del cibo, ma questo non è così.

Il contadino si prende cura della terra e del paesaggio, governa gli animali e si occupa degli ulivi e delle viti e se ne esce del cibo è solo un effetto collaterale anche se ben gradito

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Un sogno sottoscritto

Noi, sottoscritti, dichiariamo che l’Unione Europea deve rispondere alle sfide urgenti che l’Europa sta affrontando in materia di agricoltura e di alimentazione.

Dopo più di mezzo secolo di industrializzazione della produzione agricola ed alimentare, l’agricoltura a conduzione familiare è stata fortemente ridotta e i circuiti alimentari locali hanno regredito in tutta Europa. Oggi, il nostro sistema alimentare è dipendente da carburanti fossili a prezzo sostenuto, non tiene conto che l’acqua e la terra sono risorse limitate e sostiene regimi alimentari dannosi per la salute, ricchi di calorie, grassi e sale e poveri di frutta, ortaggi e cereali. In futuro, il prezzo crescente dell’energia, la perdita drastica della biodiversità, il cambiamento climatico e la diminuzione delle terre e dell’acqua disponibili costituiscono una sfida per la produzione alimentare. Allo stesso tempo, una popolazione mondiale in espansione deve affrontare la contraddizione di un contemporaneo aumento della fame e delle malattie croniche causate dalla sovralimentazione.

Noi riusciremo a rispondere positivamente a queste sfide solo con un approccio completamente diverso nei confronti delle politiche agricole e alimentari. L’Unione Europea deve riconoscere e sostenere il ruolo cruciale dell’agricoltura contadina per l’approvvigionamento alimentare della popolazione. Tutti devono aver accesso a un’alimentazione sana, sicura e nutriente. I modi con cui coltiviamo, distribuiamo, prepariamo e mangiamo cibo dovrebbero rendere onore alla diversità culturale dell’Europa fornendo un’alimentazione equa e sostenibile.

La Politica agricola comune (Pac) attuale è in discussione in vista della sua riforma prevista per il 2013. Dopo decenni di dominazione delle imprese transnazionali e dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) sulle scelte di politica agricola ed alimentare, è arrivato il momento per la popolazione europea di riappropriarsi della propria politica agricola ed alimentare: è l’ora della sovranità alimentare. Noi crediamo che una nuova Politica agricola e alimentare comune debba garantire e proteggere uno spazio di cittadinanza nell’Ue e nei paesi candidati e la possibilità e il diritto di definire i propri modelli di produzione, di distribuzione e di consumo, partendo dai seguenti principi.

La nuova Politica Alimentare e Agricola Comune …

1. …deve considerare il cibo come un diritto umano universale e non come una semplice merce;

2. deve avere come priorità quella di una produzione di alimenti e mangimi destinata all’Europa e prevedere il commercio internazionale dei prodotti agricoli nel rispetto dei principi di equità, giustizia sociale e sostenibilità ambientale. La Pac non deve danneggiare i sistemi agricoli ed alimentari dei Paesi terzi;

3. deve promuovere modelli alimentari sani indirizzandosi verso diete basate sui vegetali e su un minor consumo di carne, di grassi saturi, di alimenti ricchi in energia e altamente trasformati, rispettando i modelli alimentari culturali e le tradizioni regionali;

4. deve dare priorità al mantenimento di un’agricoltura che coinvolga un alto numero di contadini su tutto il territorio europeo, nel soddisfacimento della duplice funzione di produzione di cibo e di salvaguardia dell’ambiente rurale. Ciò non è realizzabile senza prezzi agricoli giusti e certi, che devono permettere un reddito adeguato per contadini(e) o salariati(e) agricoli e prezzi giusti per i consumatori;

5. deve assicurare condizioni giuste e non discriminatorie ai contadini(e) e ai lavoratori agricoli dell’Europa centrale ed orientale e sostenere un accesso giusto ed equo alla terra;

6. deve rispettare l’ambiente globale e locale, proteggere le risorse limitate del suolo e dell’acqua, fomentare la biodiversità, rispettare il benessere animale;

7. deve garantire che l’agricoltura e la produzione animale restino liberi da Ogm, incoraggiare l’uso delle sementi contadine e promuovere la diversità delle specie domestiche che costituiscono il patrimonio culturale locale;

8. deve cessare di favorire l’utilizzo e la produzione di agro-carburanti industriali e dare la priorità alla riduzione del trasporto in generale;

9. deve assicurare la trasparenza lungo tutta la filiera alimentare, in modo che i cittadini sappiano come viene prodotto il cibo, da dove proviene, cosa contiene e cosa è incluso nel prezzo finale di acquisto;

10. deve ridurre la concentrazione del potere nei settori della produzione primaria, della trasformazione e della distribuzione alimentare e l’influenza esercitata dai gruppi dominanti su ciò che viene prodotto e consumato, oltre a promuovere sistemi alimentari che accorcino la distanza fra produttori e consumatori;

11. deve incoraggiare la produzione e il consumo di prodotti locali, di stagione, di alta qualità, rimettendo in connessione i cittadini con la loro alimentazione e con i produttori di cibo;

12. deve destinare risorse per insegnare ai giovani le pratiche e le conoscenze necessarie a produrre, preparare e apprezzare un’alimentazione sana e nutriente.

Si tratta della “Dichiarazione europea sull’alimentazione per una politica agricola e alimentare comune sana, sostenibile, giusta e solidale”.

Il documento è stato firmato da 11 reti europee, 2 reti internazionali e centinaia di organizzazioni in 24 Paesi europei (agricoltori, consumatori, ambientalisti, altermondialisti e ong), tra cui Aiab, con il Comitato italiano per la sovranità alimentare. [fonte]

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Moratoria OGM

A volte la democrazia funziona e a volta anche il buon governo:

L’utilizzo di organismi geneticamente modificati in agricoltura (OGM) rimarrà vietato in Svizzera fino al 2013.

Adottata da popolo e cantoni nel 2005, la moratoria «per alimenti prodotti senza manipolazioni genetiche» scadrà il 27 novembre 2010. La proroga della moratoria per tre anni – votata dalle Camere – dovrebbe permettere di raccogliere nuove informazioni scientifiche sulla questione.

Sarebbe difficile vincere una votazione popolare per liberare la coltivazione degli OGM; a volta la l’animo del popolo decida per la dalla cosa giusta.

EDIT: In Italia il sistema (non) funziona diversamente, ma l’effetto è lo stesso:

Ha risposto ieri in commissione il sottosegretario all’Agricoltura Cenni. Secondo la sua interpretazione, il ministero ora deve semplicemente attivare il “procedimento complesso” per vagliare la richiesta di seminare Ogm alla luce di un parere che dovrà essere espresso dalla Commissione per i prodotti sementieri geneticamente modificati.

La commissione dovrà anche individuare misure adatte ad evitare che gli Ogm contaminino l’ambiente e le colture convenzionali.

Si demanda ora alla commissione, mi permetto di commentare, il compito che l’intero Parlamento non è riuscito a svolgere dai tempi del ministro Alemanno in poi, cioè da quando si è imboccata la filosofia della coesistenza regolamentata fra colture Ogm e convenzionali.

Di qui la mia traduzione che ho esplicitato sopra: Ogm coltivati in Italia? Campa cavallo. Lo stesso sottosegretario ha del resto definito esplicitamente “infondata” la convinzione che questa primavera saranno possibili semine Ogm.

L’interrogazione: come si intende gestire la sentenza del Consiglio di Stato sugli Ogm

La risposta per sottosegretario: per ora niente semine Ogm in Italia

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