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Categoria: agricoltura

Il fascino discreto del maltempo

In altri anni in questi giorni si faceva il fieno. I vecchi dicevano sempre: “Finchà© non si sono viste le piene non ha piovuto!”

Sono accontentati adesso. 23mm in mezz’ora a pranzo, adesso saranno 40 e piove ancora.

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Api in viaggio

Con la stagione com’è i lavori vanno fatto nei buchi tra una piovuta e l’altra. Così di domenica sera sono partite le arnie dell’apicoltore direzione appennino. L’acacia qui è ormai rovinata adesso, avevano una voglia tremendo di lavorare e speriamo che lassù piove un po’ di meno, per l’acacia e il castagno.

Mezzo melario (con un miele tutt’acqua) sono riusciti di fare lo stesso. Adesso qui si trovano solo gli sciami nuovi e lui dice che c’è una richiesta fortissima… segnaccio.

Si cominciava di caricare (chiudendo una per una) dopo le sette di sera e si finiva con l’ultima luce.

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Due terzi vivi, un terzo no.

Negli Statin Uniti un terzo delle api non ha sopravissuto l’inverno; adesso è il quarto anno di fila.

US scientists have found 121 different pesticides in samples of bees, wax and pollen, lending credence to the notion that pesticides are a key problem. “We believe that some subtle interactions between nutrition, pesticide exposure and other stressors are converging to kill colonies,” said Jeffery Pettis, of the ARS’s bee research laboratory.

Qui l’apicoltore che tiene un centinaio delle sue arnie sul podere del contadino ha avuto una perdita bassissima, come un po’ tutti quest’anno. Il problema è la pioggia adesso.

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Il diluvio

Piove e non da tregua, giusti qualche ora nelle quali il contadino pota un paio di ulivi e i wwoofer bruciano un po’ d frasca. La vigna sarebbe da ramare, ma sembra che prima di una settimana non si entra, e come stanno i pomodori nel orto il contadino non vuole neanche sapere. E per le api sembra mezza persa la fioritura delle acacie qui. La notizia buona è che c’è tanta ma tanta tanta mignola:

Sono ormai dieci anni che c’è un alternanza forte nella produzione. L’anno scorso di fiori non s’è visto quasi niente e c’erano più di tre quintali di olio. Quanto sarà  se ci sono fiori? E alla gente sarà  rimasta qualche spicciolo per poter comprarlo o si baratta?

Nel Tennessee ha piovuto di più però (330 mm in due giorni).

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1° maggio: Lavoro è soltanto una parola

Per il contadino ha mai esistito come festa diretta, semmai indiretta: ci si pensa e si potano ulivi e ci si governano gli animali e si pianta e zappa come ogni altro giorno compreso la domenica. Il feedreader però sputa questo:

Idleness so called, which does not consist in doing nothing, but in doing a great deal not recognised in the dogmatic formularies of the ruling class, has as good a right to state its position as industry itself.
Robert Louis Stevenson

idleness/industry hanno la loro espressione latino-italiano perfetta: ozio e neg-ozio. Yin e yang. Lavorare come fosse un gioco, un divertimento di sabato sera.

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Primavera: mio odio e mio amore

Sono nati fagiolini zucche zucchini barbe rosse prezzemolo carote girasoli e gattini; piantati duecento cipolle centcinquanta pomodori cetrioli melanzane peperoni sedani cocomeri poponi angurie; seminati altri pomodori cocomeri poponi insalata; mangiati i primi bacelli carciofi insalata ravanelli e non se ne può proprio più di asparagi selvatici. Le viti buttano male colpe del freddo di notte e degli uccelli che hanno beccato le gemme. Gli ulivi hanno la mignola da far paura, è annata d’olio e ci sono ancora cento da potare e le galline fanno anche otto uova al dì, e una cova già  da due settimane.

Piove come fosse ordinato da Dio ogni settimana e l’erba è alta da frullinare dappertutto e presto bisogna far pure il fieno ma prima bisognerebbe finire di potare. Arrivato un altra wwoofer canadese farà  formaggio e tutto che c’è da fare. Visto il caldo di giorni la pastora ha iniziato a tosare le pecore pure.

Si sente l’usignolo di giorno per adesso.

Poi c’è pure questa civetta che chiama a tutte le ore.

E poi è arrivato anche il premio dopo mezz’anno (chi va piano va lontano) che il contadino non sapeva neanche che esisteva in materia (mancava l’assegno però ma non si può avere tutto nella vita):

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Res pubblica

Visto e considerato che piove già  tutto il giorno e che questo è un gran bene al limite dell’incredibile il contadino delibera e desidera che

1) raddoppiate queste firme per la richiesta di una EU libera (di OGM per iniziare, non pretendere troppo). Ha firmato pure Alemanno.

2) Anche qui: ci vuole il milione, ma mancano solo 50 mila – per la garanzia giuridica delle realtà  antroposofiche nella EU

3) Qui invece nulla da firmare. E’ uscito grazie alla Reuters lo studio EU finito in fondo nel cassetto sugli biodiesel e la loro insostenibilità . Il problema sarà  di farlo capire ai politici e di fargli agire nella direzione giusto. Spargere la voce. Dettagli su Blogeko. Non sono tutti del diavolo, ma vanno valutati molto attentamente. Per esempio la moda di comprare o affittare migliai di ettari in Africa per piantare canna da zucchero per i nostri serbatoi puzza di molto.

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Morti anche gli OGM?

Il contadino l’ha sempre detto: per testare quanto “vitale” è un determinato alimento basta osservare come si comportano animali nutriti con questo cibo nel lungo termine.

Pare che ricercatori russi l’abbiano fatto:

Lo studio indipendente è stato prodotto in collaborazione con il National Association for Gene Security and the Institute of Ecological and Evolutional Problems e ha evidenziato che nei criceti alimentati con fagioli di soia OGM si riduceva la fertilità .

Risolto così quindi anche il problema della sovrappopolazione sulla terra.

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Morti anche i biofuels

Ma il cittadino non lo deve sapere:

La Commissione Europea ha commissionato uno studio sull’impatto della produzione diffusa dei biocarburanti nel continente. Lo studio è finito ma non viene presentato, nà© rilasciato.

Voci di Bruxelles dicono che i risultati, in termini di impatto ambientale sono talmente negativi che la loro diffusione genererebbe un movimento di opposizione da azzerarne la produzione.

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Fai parte del milione

Secondo il contadino vale la pena di prendersi i 2 minuti e firmare per un Europa privi di OGM. Non perchà© sono magari dannosi per la salute o l’ambiente, ma perchà© sono semplicemente inutili e uno spreco di risorse – l’unica utilità  certa è il profitto per le aziende, ma solo se la politica permette la coltivazione.

A new initiative allows 1 million EU citizens a unique chance to make official requests of the European Commission. Let’s build a million voices for a GE free future and call for a moratorium on GE foods in Europe. Sign the petition below and spread the word. Don’t forget to include your address so that all of our signatures count for the citizens’ initiative.

Per adesso manca ancora la metà  delle firme per la richiesta ufficiale di una moratoria per gi OGM, come fa la Svizzera.

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Vita nuova doppia

La capra fino ieri l’altro aveva sempre figliato di nascosto. Ma questa volta si è fatto sentire, con l’effetto che i wwoofer, gli amici e la vecchia digitale e quindi voi hanno potuto assistere al evento.

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L’abbandono dell’olivo

Una ragion d’essere del contadino è la cura dell’olivo, da quasi trent’anni adesso. Sembra strano ma forse è normale: lui si muove in un raggio di qualche centinai di metri, per settimane intere. Non mette piede fuori del podere. Ma se succede (andava a potare gli ulivi dell’apicoltore) sta parecchio male a dover vedere cosa succede alla campagna e all’ulivo.

Di fronte dove potava si vedeva questa:
ulivi abbandonati

Gli ulivi curati di quest’azienda sono quelli nel piano accanto la casa, gli altri (con puntini rossi): una macchia.
Poi l’inverno quest’anno era inverno davvero, con minime di meno 15° in pianura, dove gli ulivi c’erano solo in pochi determinati posti più miti. Da un parte ci sono gli ulivi abbandonati e non più potati sui cigli scomodi, e dall’altra parte ci sono uliveti moderni irrigati con tutta la nostra pseudoscienza agricola di adesso (“resistono al freddo!”) in posti dove l’ulivo semplicemente non ci può stare. Per fare il disastro completo non lavorano neanche la terra, trincano solo l’erba:
ulivi al La Scala

Altro esempio di un oliveto fuori zona bruciato dal freddo:
ulivi fuori luogo

Ma c’è di peggio ancora. Uliveti moderni in collina. Potati di autunno. Nessuna lavorazione della terra, solo trincia e diserbo (si vede bene dove sono arrivati con il diserbo, lungo la strada è rimasto una strisca verde):

ulivi bruciati dal freddo con diserbo

A occhio e croce un olivo su due in Toscana sta malissimo. Ci vuole la multa per maltrattamenti degli alberi.

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