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Categoria: agricoltura

In siccità veritas

Quasi tutto l’Europa centrale soffre sotto una primavera troppa estiva. Il contadino ha appena letto che in Germania annaffiano l’orzo da birra – necessario perché è già venduto su contratto e se i contadini non raggiungono le quantità fissate debbono pagare la convenzionale o comprare altro orzo.

Come è assurdo il mondo, annaffiare orzo per birra…

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Alternanza alternata

La solita questione cruciale come sempre: “Butteranno la mignola?” ha trovata risposta da un bel po’: nì. In teoria questo dovrebbe essere un annata di scarica e infatti gli ulivi intorno casa, quelli nuovi dietro la capra, l’oliveto detto “di sopra” fanno schifo a vederli, spelacchiati allungati e qualche fiore per sbaglio sulle punte. Invece le piante che l’anno scorso hanno fatto poco, specialmente il cultivar mignolo e l’oliveto “di sotto”, sono strapiene di fioritura. In altri posti più bassi pure quest’anno viene fuori la rogna adesso esattamente come un anno fa, la neve di dicembre ha danneggiato il tessuto.


Certe piante che sono state danneggiate l’anno scorso hanno ottenuto una potatura drastica, due pure pari terra. Avere una alternanza diversa tra i vari appezzamenti non è male. Nei dintorni aumenta ancora l’abbandono dell’olivo, una tristezza da vedere.

Visto che ci siamo: Vigna: Bella bella, è nata tant’uva, ha avuto una decina di carri di letame stagionata. Unico neo: molte vite hanno fatto questo lavoro (poi sono seccate):

Con questa stagione che fa almeno non c’è paura che si ammala di peronospera come l’anno scorso.

Orto: Le cipolle statine sono tutti maschi, forse perché mancava l’acqua, gli agli l’ha messo sotto il susino dove batte mai il sole, carciofi pochi ma c’è chi aveva meno ancora, tutto è i ritardo e adesso aspetta una acquata. Si innaffia regolarmente carote e insalate e alle cipolle avrebbe fatto bene ugualmente, ma c’è un limite a tutto, non si annaffiano cipolle…


Frutti: peri insomma (sono tant’anni che non producono quasi niente), i meli non hanno fioriti, peschi piene di bolla ma adesso si riprendono e promettono bene, susine stracariche (anno scorso niente). Le albicocche devono avere una maledizione: tre piante messe hanno neanche buttato e quello di due anni sta seccando, idem una pianta grossa da un vicino.

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Una via di mezza no?

Trova le differenze:

L’anno scorso piovettava piovvigginava pioveva pioviscolava e ci si domandò quando e come fare il fieno – alla fine vense un buco di bel tempo che bastò preciso. Quest’anno il fieno si potrebbe fare in qualsiasi momento, anzi con la tramontana che tirava fino ieri seccava quasi troppo, ora sono sei settimane che non piove, e pare che in tutto Europa non cresce l’erba. Il fieno sarà impagabile e introvabile, e non c’entra la speculazione. Qui era esattamente la metà rispetto ad anno scorso. Ora il contadino spera negli altri tagli e nella piogge abbondanti futuri.

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Vecchio amore non tradisce

Le annate seguono le stagioni e dettano il ritmo serrato di primavera. Non è nemmeno potato l’ultimo olivo e il contadino tira fuori la BCS, mette benzina ed cherosene, controlla olio e gomme, uno strappo alla fune e questo capolavoro di macchina parte senza storie. Un piccolo giro intorno casa e tutto sembra funzionare. Le storie sono venute dopo, arrivato sul campo la lama non si vuole muovere: perso sulla strada il perno della biella. Ritorna a casa, trova un ricambio e pure un pezzo di una gomma’ che manca ad un ammortizzatore e ritorna al campo, perso un ora. Falciato due metri e una botta secca: un ferro di cantiere tra l’erba, però ha rotto niente.

Tre ore dopo il primo taglio del fieno è in terra, poco e molto fine in quanto non piove da sei settimane.

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Ladri di pomodori

Poco tempo fa nel Messico il freddo bruciava i raccolti, i prezzi esplodevano, i pomodori e altri prodotti del Florida erano disponibili, fondevano una ditta di autotrasportatori (quelli americani – trattoroni che tirano un mezzo treno) con tutte le carte in regola, entravano nelle gara e caricavano 4 autotreni di pomodori, uno di cetrioli e uno di carni congelati che giungevano mai a destinazione. Valore $300.000

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Settala

Fanno più notizia i veleni in agricoltura convenzionale scientifica quando colpiscono i le persone nei centri abitati, come successo in quel pease citato nel titolo. Non si sa quale tipo di diserbo, non si sa quale cultura (probabilmente granturco)(che serve al 98% per produrre carne e uova – o peggio ancora: biodiesel).

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Riso amaro caro

Dalla serie attuale “non abbiamo sotto controllo nessuna delle nostre tecnologie”:

La Bayer deve ancora pagare soldoni (140 milioni $) per il danno che fece il suo riso OGM non ammesso. Scappo nel ambiente della filiera del riso come fosse un radionuclide, devastando le esportazioni in Europa.

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Storie di contadini

Questo contadino del blog qui ha una buona notizia: ieri è arrivato il cuculo, con un po’ di ritardo ma molto deciso di ripetere il suo canto ogni quindici secondi. La vigna è pronta da un po’, una delle gatte ha figliata, la sensazione è come sempre che non ci si farà mai e mai di finire i tutti lavori ma qualcosa manca ancora: la Pasqua – la natura ancora non parte veramente, anche nell’orto tutto fermo ancora. Colpa di questa luna grossa grossa che era piena proprio prima dell’equinozio, adesso dobbiamo aspettare la prossima luna piena e la domenica dopo, come vuole la regola.

Ben altri problemi ha il contadino Nomura in Omitama, prefettura di Ibaraki, Giappone. Ogni giorno deve buttare 12’000 litri di latte – il latte di questa regione per ora non è commerciabile su decreto. Ha 430 mucche, 24 vengono munte contemporaneamente da un impianto computerizzato. Afferma che il suo latte non sarebbe certamente radioattiva in quanto le sue mucche stanno nelle stalle e il mangime viene da Canada e Stati Uniti. In tre mesi fallirà la sua azienda, con spese mensili di 300mila euro.

Però non ha futuro lo stesso, questo modello, anche senza Fukushima.

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Il clone nel piatto

Temevano una guerra commerciale è un altra volta il consumente insieme al parlamento europeo è stato fregato: Nessun etichettatura per carni provenienti da animali clonati, con eccezioni di carni freschi sembra. Ovviamente il consumente medio non si fida dei scienziati che pretendono di aver dimostrato che non c’è alcun rischio. Potarsi, ma anche no – il punto è un altro:

La questione è: cosa comporta la clonazione per l’animale, o meglio – per la sua anima? Per fare un paragone uno/a si potrebbe immaginare di avere mille corpi da gestire – è un stress allucinante. Poter scegliere di non comprarlo il mercato farebbe il suo, ma la legge del mercato non piace sempre ai suoi sostenitori neoliberali ed ecco nessuna informazione. Il consumente che non vuole essere corresponsabile a questa ulteriore tortura degli animali a questo punto ha solo l’opzione di carne biologica o nessuna carne.

Aggiornamento/precisazione: E’ vietato la messa in vendita di prodotti di animali clonati (carne e latte), è consentita la clonazione ma il problema riguarda i figli e nipoti dei cloni.

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Nascere e vivere

Ieri l’altro sera sono nati i caprettini, nello stesso modo dell’anno scorso: in diretta, la wwoofer inglese ha potuta vedere e sentire il parto del secondo caprettino, nella pioviggine illuminata dalla luna – la vita non si ferma mai. Sotto il video di un anno fa.

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