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Categoria: agricoltura

Infestazione della mosca dell’olivo

Colpa della stagione fresca. Altri hanno già  ramato (il rame c’entra niente, ma il Rogor). Ieri il contadino ha messo una trappola di colla con feromone e in 24 ore ha catturata 11 maschi (culo tondo senza ovidepositore) e su una senza feromone due femmine e c’erano anche abbastanza olive con la puntura dell’ovideposizione, però a occhi e croce solo il 5-10% sono fertili, sembra che preferiscono adesso la parte bassa ombrosa della pianta esposto al nord – l’intelligenza della natura, se sopra i 32° l’uova muore (mai tutti però).

Per ora ha messo il resto delle trappole di monitoraggio, due con l’ultimo feromone e le altre 27 senza, seguendo l’esperienza di Sandro, tra poco si vede. Le bottiglie con pesche come esca non funzionano come ha potuto verificare l’anno scorso, per le ecotrap adesso sarebbe un altra volta l’unico tra i vicini quindi opta per lo spintor fly insieme a un trattamento di rame fine agosto sperando che torna il caldo per bene per une decina di giorni.

Come sempre: ottime dati del monitoraggio sul sito dell’Arsia.

Aggiornamento: Trattato circa 350 olivi (uno sì uno no) con 4 litri di soluzione. Catture di maschi: 15/gg/trappola, cattura di femmine con solo carta gialla: 2-3/trappola/giorno.

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Produzione dal basso

Ieri è arrivato il film a casa del coproduttore contadino.

Nel frattempo l’ha anche guardato: per la prima metà  non si capisce bene il filo che segue ma verso la fine diventa molto chiaro il messaggio. Il contadino lo ritiene un ottimo spunto per iniziare discussioni nei GAS, mercati biologici ecc. Infatti gli obblighi di legge per i piccoli erano da sempre assurdi, come è assurdo il fatto che le mamme non possono più portare dolci per le feste delle scuole materne.

Solo non si capisce dove/come ordinarlo/scaricarlo. La licenza è CC, volendo il contadino può distribuire copie del DVD aggratis. Sotto il manifesto.

1. Chi coltiva un appezzamento di terra, qualunque sia la sua dimensione, per l’autoconsumo familiare e per la vendita diretta e senza intermediari, possa liberamente:
a. trasformare e confezionare i propri prodotti nell’abitazione o nei suoi annessi, attraverso le attrezzature e gli utensili usati nella consueta gestione domestica;
b. vendere i propri prodotti agricoli (comprese le sementi autoriprodotte), alimentari e di artigianato manuale ai consumatori finali, senza che ciò sia considerato atto di commercio.
2. I contadini che, come occupazione prevalente, praticano la coltivazione del fondo e del bosco o l’allevamento o la raccolta di erbe e frutti spontanei, esclusivamente per l’autoconsumo familiare e per la vendita diretta ai consumatori finali e agli esercenti locali di vendita al dettaglio e ristorazione, e che non siano anche lavoratori dipendenti o liberi professionisti nà© abbiano dipendenti, salvo eventuali avventizi impiegati in attività  di raccolta

SIANO ESONERATI DA

a. il regime Iva, la tenuta di registri contabili, l’obbligo di iscrizione alla camera di commercio; ogni imposta o tassa relativa all’occupazione prevalente, alla propria abitazione e al fondo, comprese quelle di registrazione e proprietà  relativa all’acquisto di terreni confinanti con i propri e confinanti tra loro;
b. l’applicazione del sistema HACCP e, più in generale, le norme vigenti in materia di igiene e sicurezza degli alimenti;
c. i vincoli progettuali e urbanistici per:
– la costruzione di stalle, serre e altri annessi sui propri terreni e per l’esclusiva occupazione prevalente, purchà© realizzati con una dimensione massima di 30 mq e a un piano fuori terra, secondo tipologie bene inserite nel contesto ambientale, con strutture solo rimovibili e senza possibilità  di cambio della destinazione d’uso;
– la ricostruzione di manufatti preesistenti in terra, in legno o in pietra a secco;

ABBIANO DIRITTO DI

d. macellare direttamente nel proprio fondo il bestiame nato e allevato nel podere, limitatamente a un numero di capi proporzionati ai membri della famiglia e ai propri ospiti, e seppellirne i resti secondo le consuetudini locali, fatti salvi gravi motivi sanitari o la non idoneità  dei terreni;
e. esercitare nella propria abitazione e sul proprio fondo attività  di ospitalità  rurale, fino a un massimo di dieci coperti e posti letto, senza necessità  di autorizzazioni e senza essere soggetti a regole fiscali e sanitarie;
f. pagare i minimi contributi assistenziali e previdenziali;
g. ricevere, attraverso le regioni, servizi gratuiti a domicilio di:
– assistenza veterinaria e agronomica;
– assistenza burocratica e ricezione per qualunque domanda, dichiarazione, denuncia o modulistica di altro genere a qualunque titolo richiesta dall’amministrazione pubblica o comunque dovuta per legge.
3. I contadini definiti nel punto 2 siano registrati in uno specifico albo del comune di residenza e possano attestarsi con autocertificazione, vera fino a prova di falso.
4. Il lavoro prestato ai contadini definiti nel punto 2, nel loro fondo, gratuitamente o come apprendistato o come scambio di opere, sia assimilato al volontariato e – salvo l’uso di scale o di macchine e attrezzature elettriche o a motore- non sia assoggettato a obblighi contributivi e previdenziali.
5. Siano abolite le limitazioni sui contratti agrari in natura, purchà© favorevoli ai conduttori per una misura non inferiore al 70% del raccolto.

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Distinguere le annate

Secondo i cinesi dovrebbe essere l’anno del coniglio, ma secondo il contadino è l’anno della ghiandaia. Basta muoversi fuori ed ecco ciak-ciak e volano via una o due, mai visto così tante. Meno male che non ha buttato i teli vecchi della raccolta delle olive, senza queste non si mangerebbe neanche una pesca quest’anno.

Nel orto invece deve condividere il raccolto con istrici e fagiani secondo loro. Un istrice ha forato la recinzione e ha assaggiato le foglie dei fagiolini; chiuso il buco ha fatto un altro e provato due peperoni, un insalata pinzita e altre foglie dei fagiolini. Terza e quarta notte buttato giù la rete e finalmente scoperto il gusto dei pomodori; il contadino ha vinto per ora (due notti) mettendo altri picchetti ancora e tirando un filo massiccio che regge la recinzione su. I pomodori da terra invece fanno gola ai fagiani, anche qui è finito un telo delle olive sopra, ma sembra che sono diminuiti parecchio nel frattempo, grazie alla volpe coi volpotti. Per il resto adesso è un annata spettacolare per l’orto, dopo la partenza brutta in siccità .

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L’abbandono dell’Italia

Ecco due articoli che illustrano un po’ lo stato dell’agricoltura in ritirata. Un uncio dato gli sembra confortante: la dimensiona media ancora ridicola di neanche otto ettari, segno che qualcosa di capillare c’è. Le dimensioni dei poderi toscani gestiti sotto le fattorie in mezzadria era tra 4 e 6 ettari mediamente, la sua è composta da due poderi; la Toscana gestita con questo sistema di mezza schiavitù era un giardino.

Il contadino con il vicino crollo dell’euro e dell’economia prevede (o spera) un ritorno alla terra. Non si guadagna ma almeno si mangia.

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Siamo alla frutta

Gli ultimi dieci giorni erano segnati dalle susine, quelle lunghe. Una caratteristica di questo podere erano molti boschetti di queste susine, con le pecore che rufolavano sotto tra i rovi e l’erba per mangiarli. Più di dieci anni fa cominciarono a seccare, anche le piante giovane avevano da subito la punta e dei rami secchi e c’erano delle annate senza questa marmellata favolosa che si fa scuotendo le piante per avere i soli frutti veramente maturi che finiscono subito in pentola, con tre etti di zucchero su un chilo di frutta.

Quest’anno sono tornati alla grande, le piante da qualche anno venivano su sane di nuovo e c’erano e ci sono quintali sopra – anche l’istrice ringrazia che ci campa di queste adesso ancora per un po’.

Il contadino è un gran fruttivoro da sempre, ma quando ha appreso che esistono dei fruttariani e l’ehretismo è rimasto stupito:

Nessuno sa quando e perchà© abbia iniziato a cuocere i cibi; non esistono Darwin o Sitchin che abbiano mai dato una risposta soddisfacente al quesito ma ciò che è certo, è che il sistema digerente dell’uomo è progettato per cibarsi di cibi crudi come qualsiasi altro essere vivente: gli animali che vivono allo stato brado non cucinano nà© alterano in alcun modo il proprio cibo.

A parte che gli animali non usano neanche vestiti, case riscaldate e teorie di alimentazione: il processo di digestione comincia nella bocca, macinando e insalivando il cibo, dopo è un processo anche di calore nello stomaco. Macinando grano e cucinandolo si porta fuori dal corpo alcuni dei processi, liberandolo un pochino del lavoro duro di digerire e avere della forza per fare altro.

Il frutto per eccellenza è il grano, creato dal erba nel epoca culturale persiana con un processo sacrale che oggi non riusciamo a ripetere. Di positivo nel fruttarismo c’è questa idea di mangiare senza uccidere, non ponendo la vita degli animali su un livello maggiore della vite delle piante. Ma non c’è motivo di escludere il pane o la pasta.

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Cicli

Tutto quel che succede fa parte di un ciclo, ciclo che fa parte di un altro ciclo più ampio che a volte è anche un spirale, speriamo ascendente. Una volta l’anno si pressa la paglia e in un mondo perfetto piove appena è portata a casa e messa sotto il nylon. Vedremo. Avere in mano questi mattoni grossi leggeri solari al contadino viene una voglia di farci una casa, magari anche temporaneo.

L’arrivo, la rimanenza e la partenza di amici: anch’esso un ciclo piccolo nel ciclo grande dell’amicizia; così l’ultima settimana si sperimentava anche l’energia maschile incarnata in un bimbo di 4 anni è questa non è da poco, specialmente quando girava con le forbici. Il contadino aveva cominciato di ricavare il letame della stalla e s’è rotto la pompa del sollevatore, il contadino ramava la vigna con un fungo contro l’oidio e s’è rotto il tubo centrale della pompa. Avevano finito il loro ciclo, sembra.

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Il diserbo fa male?

Ieri sul Fatto è apparso un articolo sul round-up, uno dei successoni commerciali dei colossi della agricoltura chimica. Abbiamo l’industria, gli ambientalisti, i governi, i lobbisti e gli scienziati in questo confronto dove le forze sono distribuiti male. Lo studio argentino – paese che fa un uso massiccio di questo tecnologia OGM-diserbo totale – dove dimostrano che causa malformazioni nei ranocchi e polli è serio. Ma ormai l’esperimento non si fa in laboratorio, si fa nella realità  (umana).

Dall’introduzione dello studio:

Reports of neural defects and craniofacial malformations from regions where glyphosate-based herbicides (GBH) are used led us to undertake an embryological approach to explore the effects of low doses of glyphosate in development.

[Notizie di danni neurologici e malformazioni craniali dalle regione dove viene fatto uso il glifosfato ci induce a un approccio embriologico per analizzare gli effetti di piccoli dosi di glifosfato nei organismi in crescità .]

Naturalmente esistono altri studi (pagati da chi?) che dimostrano la sicurezza assoluta e forse altri studi ancora sono stati tenuti dentro il cassetto dalla Monsanto per buoni ragioni economici e i governi hanno ammesso l’uso dappertutto, anche sui bordi stradali davanti le scuole e molta gente la usa intorno casa. Ma la questione è semplice: un veleno che ammazza tutto quel che è verde non può fare parte delle forze positive, delle forze che aiutano alla vita e a noi. Basta vedere:

PS: oggi anche Greenpeace va giù duro con i glifosfati.

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L’uomo che smacchia la legna coi cavalli

Certe cose sanno profondamente di arcaico, l’atto di tagliare erba (medica), seccarla al sole per aver da dare da mangiare ai animali l’inverno che verrà  è una ceremonia vecchia come cacciare, arare e seminare. Arcaico è anche questa scena che si ripete ogni mezzogiorno quando torna dal bosco l’uomo con i suoi cavalli.

Accanto al prato nel recinto che per anni era a usufruito del contadino e della pastora adesso ci stanno quattro cavalli che lavorano dalla 5 di mattina fino mezzogiorno, a smacchiare la legna dove non arrivano i trattori. Secondo Piecche lui sarebbe l’ultimo in tutto Italia. Maremmano, suo nonno smacchiava legna coi cavalli, suo babbo e adesso lui. Dice che in città  sono tutti schizofrenici e vivono solo per il finesettimana, le vacanze e le feste e di venerdì sera ti mettono anche sotto se non stai attento.

Una delle prossime mattine il contadino andrà  a trovarlo nel bosco.


(Il secondo taglio del fieno è due terzi della quantità  di anno, il primo era la metà . Siamo in salita quindi. Non è facile trovare fieno buono, ci sono solo tre quattro ore al giorno per toccare l’erba medica: due di mattina due dopo il tramonto, altrimenti si sbriciola e nella stalla si portano steccholi e polvere)

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Come seminare il panico

E’ molto interessante vedere cosa succede nella società  (e al mercato) esposta alla miscela informativa creata dalle autorità , dalla scienza e comunicato dai media. Un evento è il triplo melt-down o melt-through a Fukushima: notizie trattenute per settimane e mesi con metodo per non creare il panico totale e dall’altra parte il batterio-killer, che faceva 30 morti e metteva in ginocchio il mercato dei ortaggi ma solo perchà© comunicano tutti i sospetti, dai cetrioli ai germogli.

E i media hanno una responsabilità  tosta nella faccenda, come si vede ancora adesso nella Stampa che titola:

Batterio killer, l’annuncio di Berlino: “La causa sono i germogli dei fagioli”

La conferma è stata trovata nel bidone dell’immondizia di una famiglia di Rhein-Sieg-Kreis,[…]Se i risultati delle analisi del Nord Reno-Westfalia fossero confermati dal BfR, sarebbe una «svolta nelle indagini»

Se solo nei rinunciassero al affermativo…

(se poi è vero è un peccato per la bella teoria che l’allevamento moderno ne era responsabile…)

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Le buone notizie

Mercoledì 1mm che delusione; 6mm di giovedì le speranze crescono, 7mm di venerdì che bello, sabato pausa e di domenica buttava giù 42mm, la cisterna traboccava e adesso l’estate fa molto meno paura al contadino. Oggi 12mm e non sembra esaurito ancora la fonte della pioggia. E gli ulivi hanno allegato il meglio possibile, grazie alla tramontana delle ultime settimane che tirava fisso (“Con la tramontana allega ognicosa” dice il Mancini e sembra vero): saranno quasi a grappoli se arrivano al raccolto.

coccinella e afidi su ginestra
Però la quantità  grossa di pioggia sembra aver portato milioni di afidi sulla ginestra. Nel paese si lamentavano già  prima del acqua di una invasione nei orti (annaffiati).

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La provenienza del batterio killer

Adesso vengono fuori gli effetti collaterali di un altra nostra tecnologia: l’allevamento intensivo, fortemente presente nella Germania del nord. La concentrazione di numeri incredibili di animali in certe aree è un habitat ideale per la generazione di nuovi ceppi di batteri nelle stalle che con i liquami finiscono sulle terre. In combinazione con diserbi come il Roundup (glifosato) che danneggiano la vita nel terreno che normalmente distrugge i batteri delle urine e letame delle stalle si ha l’effetto che si ha adesso.

L’effetto di voler mangiar carne ognigiorno combinato con la forte pressione di ridurre le spese in agricoltura ammazza anche noi alla fine, in aggiunta alle sofferenze immense degli animali e della natura.

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