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Categoria: agricoltura

Siamo alla frutta

Gli ultimi dieci giorni erano segnati dalle susine, quelle lunghe. Una caratteristica di questo podere erano molti boschetti di queste susine, con le pecore che rufolavano sotto tra i rovi e l’erba per mangiarli. Più di dieci anni fa cominciarono a seccare, anche le piante giovane avevano da subito la punta e dei rami secchi e c’erano delle annate senza questa marmellata favolosa che si fa scuotendo le piante per avere i soli frutti veramente maturi che finiscono subito in pentola, con tre etti di zucchero su un chilo di frutta.

Quest’anno sono tornati alla grande, le piante da qualche anno venivano su sane di nuovo e c’erano e ci sono quintali sopra – anche l’istrice ringrazia che ci campa di queste adesso ancora per un po’.

Il contadino è un gran fruttivoro da sempre, ma quando ha appreso che esistono dei fruttariani e l’ehretismo è rimasto stupito:

Nessuno sa quando e perché abbia iniziato a cuocere i cibi; non esistono Darwin o Sitchin che abbiano mai dato una risposta soddisfacente al quesito ma ciò che è certo, è che il sistema digerente dell’uomo è progettato per cibarsi di cibi crudi come qualsiasi altro essere vivente: gli animali che vivono allo stato brado non cucinano né alterano in alcun modo il proprio cibo.

A parte che gli animali non usano neanche vestiti, case riscaldate e teorie di alimentazione: il processo di digestione comincia nella bocca, macinando e insalivando il cibo, dopo è un processo anche di calore nello stomaco. Macinando grano e cucinandolo si porta fuori dal corpo alcuni dei processi, liberandolo un pochino del lavoro duro di digerire e avere della forza per fare altro.

Il frutto per eccellenza è il grano, creato dal erba nel epoca culturale persiana con un processo sacrale che oggi non riusciamo a ripetere. Di positivo nel fruttarismo c’è questa idea di mangiare senza uccidere, non ponendo la vita degli animali su un livello maggiore della vite delle piante. Ma non c’è motivo di escludere il pane o la pasta.

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Cicli

Tutto quel che succede fa parte di un ciclo, ciclo che fa parte di un altro ciclo più ampio che a volte è anche un spirale, speriamo ascendente. Una volta l’anno si pressa la paglia e in un mondo perfetto piove appena è portata a casa e messa sotto il nylon. Vedremo. Avere in mano questi mattoni grossi leggeri solari al contadino viene una voglia di farci una casa, magari anche temporaneo.

L’arrivo, la rimanenza e la partenza di amici: anch’esso un ciclo piccolo nel ciclo grande dell’amicizia; così l’ultima settimana si sperimentava anche l’energia maschile incarnata in un bimbo di 4 anni è questa non è da poco, specialmente quando girava con le forbici. Il contadino aveva cominciato di ricavare il letame della stalla e s’è rotto la pompa del sollevatore, il contadino ramava la vigna con un fungo contro l’oidio e s’è rotto il tubo centrale della pompa. Avevano finito il loro ciclo, sembra.

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Il diserbo fa male?

Ieri sul Fatto è apparso un articolo sul round-up, uno dei successoni commerciali dei colossi della agricoltura chimica. Abbiamo l’industria, gli ambientalisti, i governi, i lobbisti e gli scienziati in questo confronto dove le forze sono distribuiti male. Lo studio argentino – paese che fa un uso massiccio di questo tecnologia OGM-diserbo totale – dove dimostrano che causa malformazioni nei ranocchi e polli è serio. Ma ormai l’esperimento non si fa in laboratorio, si fa nella realità (umana).

Dall’introduzione dello studio:

Reports of neural defects and craniofacial malformations from regions where glyphosate-based herbicides (GBH) are used led us to undertake an embryological approach to explore the effects of low doses of glyphosate in development.

[Notizie di danni neurologici e malformazioni craniali dalle regione dove viene fatto uso il glifosfato ci induce a un approccio embriologico per analizzare gli effetti di piccoli dosi di glifosfato nei organismi in crescità.]

Naturalmente esistono altri studi (pagati da chi?) che dimostrano la sicurezza assoluta e forse altri studi ancora sono stati tenuti dentro il cassetto dalla Monsanto per buoni ragioni economici e i governi hanno ammesso l’uso dappertutto, anche sui bordi stradali davanti le scuole e molta gente la usa intorno casa. Ma la questione è semplice: un veleno che ammazza tutto quel che è verde non può fare parte delle forze positive, delle forze che aiutano alla vita e a noi. Basta vedere:

PS: oggi anche Greenpeace va giù duro con i glifosfati.

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L’uomo che smacchia la legna coi cavalli

Certe cose sanno profondamente di arcaico, l’atto di tagliare erba (medica), seccarla al sole per aver da dare da mangiare ai animali l’inverno che verrà è una ceremonia vecchia come cacciare, arare e seminare. Arcaico è anche questa scena che si ripete ogni mezzogiorno quando torna dal bosco l’uomo con i suoi cavalli.

Accanto al prato nel recinto che per anni era a usufruito del contadino e della pastora adesso ci stanno quattro cavalli che lavorano dalla 5 di mattina fino mezzogiorno, a smacchiare la legna dove non arrivano i trattori. Secondo Piecche lui sarebbe l’ultimo in tutto Italia. Maremmano, suo nonno smacchiava legna coi cavalli, suo babbo e adesso lui. Dice che in città sono tutti schizofrenici e vivono solo per il finesettimana, le vacanze e le feste e di venerdì sera ti mettono anche sotto se non stai attento.

Una delle prossime mattine il contadino andrà a trovarlo nel bosco.


(Il secondo taglio del fieno è due terzi della quantità di anno, il primo era la metà. Siamo in salita quindi. Non è facile trovare fieno buono, ci sono solo tre quattro ore al giorno per toccare l’erba medica: due di mattina due dopo il tramonto, altrimenti si sbriciola e nella stalla si portano steccholi e polvere)

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Come seminare il panico

E’ molto interessante vedere cosa succede nella società (e al mercato) esposta alla miscela informativa creata dalle autorità, dalla scienza e comunicato dai media. Un evento è il triplo melt-down o melt-through a Fukushima: notizie trattenute per settimane e mesi con metodo per non creare il panico totale e dall’altra parte il batterio-killer, che faceva 30 morti e metteva in ginocchio il mercato dei ortaggi ma solo perché comunicano tutti i sospetti, dai cetrioli ai germogli.

E i media hanno una responsabilità tosta nella faccenda, come si vede ancora adesso nella Stampa che titola:

Batterio killer, l’annuncio di Berlino: “La causa sono i germogli dei fagioli”

La conferma è stata trovata nel bidone dell’immondizia di una famiglia di Rhein-Sieg-Kreis,[…]Se i risultati delle analisi del Nord Reno-Westfalia fossero confermati dal BfR, sarebbe una «svolta nelle indagini»

Se solo nei rinunciassero al affermativo…

(se poi è vero è un peccato per la bella teoria che l’allevamento moderno ne era responsabile…)

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Le buone notizie

Mercoledì 1mm che delusione; 6mm di giovedì le speranze crescono, 7mm di venerdì che bello, sabato pausa e di domenica buttava giù 42mm, la cisterna traboccava e adesso l’estate fa molto meno paura al contadino. Oggi 12mm e non sembra esaurito ancora la fonte della pioggia. E gli ulivi hanno allegato il meglio possibile, grazie alla tramontana delle ultime settimane che tirava fisso (“Con la tramontana allega ognicosa” dice il Mancini e sembra vero): saranno quasi a grappoli se arrivano al raccolto.

coccinella e afidi su ginestra
Però la quantità grossa di pioggia sembra aver portato milioni di afidi sulla ginestra. Nel paese si lamentavano già prima del acqua di una invasione nei orti (annaffiati).

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La provenienza del batterio killer

Adesso vengono fuori gli effetti collaterali di un altra nostra tecnologia: l’allevamento intensivo, fortemente presente nella Germania del nord. La concentrazione di numeri incredibili di animali in certe aree è un habitat ideale per la generazione di nuovi ceppi di batteri nelle stalle che con i liquami finiscono sulle terre. In combinazione con diserbi come il Roundup (glifosato) che danneggiano la vita nel terreno che normalmente distrugge i batteri delle urine e letame delle stalle si ha l’effetto che si ha adesso.

L’effetto di voler mangiar carne ognigiorno combinato con la forte pressione di ridurre le spese in agricoltura ammazza anche noi alla fine, in aggiunta alle sofferenze immense degli animali e della natura.

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Ci mancavano i cetrioli killer

Dopo la peste suina finalmente qualcosa di serio, un batterio della specie Escherichia coli, HUSEC41.

E’ una batosta di 7 milioni di €/giorno per gli producenti spagnoli che dopo un primo ritrovamento su cetrioli ad Amburgo non vendono più nulla in Germania, anche se non è per niente chiaro da dove spunta il batterio davvero. 30 casi (13 gravi) anche in Svezia, in tutto per ora mille infezioni con 300 casi gravi (Sindrome emolitico-uremica) e 14 morti. E’ resistente a molti antibiotici, anche se la questo tipo di cura nelle infezioni di EHEC è già problematica di sé. Domani si riparlerà di Fukushima? Ormai siamo circondati, moriremo tutti (quando è tempo).

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L’ulivo grosso

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Oggi il contadino ha finalmente trovato il tempo di montare i clip girati un mese fa durante la potatura di uno dei alberi più grandi.

PS: Di questo cultivar c’era solo questo qui anni fa (adesso ne ha innestato una trentina), e il contadino non ne sa il nome, se qualcuno lo riconosce…
Assomiglia al leccino in quanto non butta polloni, resiste al freddo (ha sopravvissuto la gelata del ’85) e non prende la rogna; è più vigoroso, foglie più lunghe con olive che tendono al rosso (foto qui in fondo).

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