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Categoria: agricoltura

Priorità  assolute e relative

Ogni tanto il contadino se ne ricorda di questo sito, sembra quindi una priorità  abbastanza relativa.

La priorità  assoluta ha la pioggia che ha da lavorare ancora molto per mettersi almeno in pari. Quindi il contadino è tra quelli che gioiscono quando piove, piovetta, pioviggina e probabilmente ci vorrebbero anche delle piene.

Un altra priorità  relativa è finire la raccolta delle olive, che è andato già  bene sotto molti punti: sociale, quantità  e qualità  e rese (insomma). Ancora qui si riesce ancora di praticare l’agricoltura museale: un telo a olivo, scale di legno e senza abbacchiatori e altre diavolerie che sono stati inventati non per fare meglio ma per fare primo e stranamente hanno finito sopratutto per aumentare lo stress e rubarci il tempo.

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Il contadino è sempre felice quando impara delle nuove definizioni degli slogan odierni, se definite per legge meglio ancora:
APPROVATA LA LEGGE SU “FILIERA CORTA E KM ZERO”

I prodotti sono a “chilometro zero o utile” se il luogo di produzione o di trasformazione è posto a una distanza non superiore a 70 chilometri dal luogo di vendita, o comunque proveniente dalla stessa provincia del luogo di vendita (o di consumo in caso di servizi di ristorazione).

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La nuova religione…

… ha anche un nome: scientismo.

In parole povere: non esiste una base scientifica che dimostra X quindi X non esiste, non va incentivata, va ostacolato e denigriamo tutti che dicono che X nella pratica porterebbe a risultati notevoli.

Come tutte le sette anche i scientisti devono distinguersi dagli non illuminati e hanno bisogni di nemici.
Attualmente nel mirino degli scientisti è l’agricoltura biodinamica. Nessuno degli scientisti sanno che da 40 anni in Svizzera sono in corso studi che paragonano proprio il biologico, il biodinamico e il convenzionale ma anche se lo sapessero l’ignorerebbero (?) perchà© non può essere.

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Olio quest’anno

Con immenso piacere – solo superato dal senso di dovere – e con l’aiuto degli amici motivati la raccolta delle olive che non ci sono procede lentamente. Si colgano anche 25 piante in un giorno, per fare un quintale o due. Ma tutto fa brodo e alla fine qualche goccia di olio nuovo esce.

Le olive che si trovano sono sane, durine, quasi tutte nere, piccole e attaccate ben bene ma rendono poco, colpa del secco – la terra fino ieri era di cemento. Non è il primo anno di magra e non sarà  certamente l’ultima. Sembra che si supera però il 2019:

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Il bello è che si finirà  anche presto e il contadino si può dedicare ad altro, tipo respingere il bosco e la macchia che stanno per assalire e conquistare anche suo podere, dopo tanti altri.

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Il paradiso in terra..

… si avvicina, fratelli e sorelle: dopo aver sconfinati dal limbo del male assoluto gli OGM nel nome della lotta santa al Covid (iniettando prodotti di ingegneria genetica anche a minorenni tra non poco) adesso toccherà  a nutrie e zanzare:

Dopo il via libera dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) in Florida, negli Stati Uniti, sono state rilasciate nell’ambiente migliaia di zanzare geneticamente modificate che dovrebbero far collassare la popolazione locale in poco tempo. Una tecnologia sviluppata dalla ditta britannica Oxitec, finanziata anche dalla fondazione Bill&Melinda Gates, che potrebbe avere risvolti molto interessanti anche in Europa e in Italia per il controllo di specie aliene invasive dannose per l’agricoltura.

La genetica nel controllo di specie dannose

I ricercatori britannici hanno modificato geneticamente una popolazione di zanzara inserendo un tratto genetico che rende le femmine dipendenti da un antibiotico, la tetraciclina, per la sopravvivenza. Le uova di Aedes aegypti (la zanzara tigre) sono state poi rilasciate in ambiente, nel territorio delle Florida Keys, dove negli ultimi anni è aumentata la diffusione di malattie trasmesse da questi insetti.

Non essendo presente la tetraciclina nell’acqua in cui si sviluppano le zanzare, solamente gli esemplari maschi porteranno a termine il loro ciclo di sviluppo e prenderanno il volo. Una volta in natura si accoppieranno con le femmine presenti trasmettendo alla prole il gene introdotto in laboratorio. Come conseguenza dalla covata prenderanno il volo solamente i maschi, che a loro volta si accoppieranno con le femmine selvatiche trasmettendo il gene e determinando in poco tempo il collasso della popolazione.

E chi di voi alzerà  mai la voce per difendere questi poveri animali?

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Gli allevamenti intensivi e i pesticidi

Con la pandemia adesso si dice che bisogna dare una frenata a questimin quanti generatori di virus e rovinatori di antibiotici – non bastano il vegetarismo, il veganismo e chi mangia poco carne ma buona e sostenibile.

Ma la ragione è come spesso accade – solo egoistico. Dobbiamo eliminarli perchà© soffrono gli animali troppo, basta come ragione, non perchà© potrebbero essere una minaccia alla

  • nostra
  • salute. Dobbiamo ridurre drasticamente i pesticidi in uso per la stessa ragione ambientale, e non perchà© forse avremo un cancro in più.

    Nota del contadino che ha fatto il patentino pe l’acquisto di essi: il termine pesticidi è considerato superato, si chiamano adesso “fitofarmaci”.

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    Meno due …

    … l’8 aprile è una temperatura decisamente troppo basso per pere, patate, canne, susine e fichi.

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    Nella vigna le cose non sono andate tanto male, qualche gemma cotta ma poteva essere peggio. Pesche, nespole e mandorle sono salve. Al contadino sembra che le gelate tardive sono in aumento ultimamente, anche l’anno scorso ha cotto i fichi fine marzo ma solo quelli più in basso.

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    Domande essenziali

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    Si finisce con le fascine nella vigna in tempo? Basterà  la legna? Ma quando comincia a tagliare il bosco? E? tardi. E’ il fieno? Sembra poca. Smetterà  mai con quel umido? Non se ne può più. C’è la farà  a potare tutti ‘sti ulivi prima del fieno? (No, mai successo.). Verrà  una gelata fine marzo come anno? Perchà© si ripete tutto anno per anno? E poi ce la farà  mai a fare un cesto perfetto? Per non parlare del mondo poi, lì uno si domanda davvero.

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    Tutto cambia (e sparisce)

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    In questo specie di villaggio il contadino ha fatto il contadino la prima volta, da Novembre fino fine Gennaio. Aveva 15 giovane mucche da governare per tre mesi, per un franco a testa al giorno. Mangiavano il fieno cresciuto li accanto, il contadino ricavava la stalla due volte al giorno, c’erano delle belle letamaie davanti alle stalle. Uscivano due volte al giorno per andare a bere e quando erano in calore non tornavano ma giravano intorno le altre stalle chiamando ad alta voce le altre. E il contadino dietro.

    Pioveva mai, fondamentalmente c’erano due tipi di tempo: nevicava (a tempesta spesso) o sole con cielo blu.
    C’erano una decina di giovani dalle città  a fare quel lavoro, chi aveva 6 chi 9 chi stava un mese,chi due e chi tre. Massimo il 20 gennaio bisognava essere andato via (in paese) con le bestie in quanto arrivava la neve davvero e non si usciva più con loro.

    Era una quarantina di anni fa. Nessuna bestia, niente fieno e niente letamaie adesso, solo case vacanze. La foto è di un amico che passava da lì.

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    Contadini in rivolta

    Martedì in India è stato organizzato un nuovo sciopero generale (“bharat bandh”) dei contadini contro le recenti leggi sulla liberalizzazione del commercio agricolo, approvate a fine settembre dal governo guidato dal primo ministro Narendra Modi. Le proteste erano iniziate circa tre mesi fa, ed erano culminate con l’enorme marcia su Delhi dello scorso 26 novembre. Una marcia lunga chilometri di persone a piedi, sulle moto o sui trattori, con rimorchi pieni di pentole e padelle, riso, cipolle, lenticchie, farina e paglia su cui dormire. Alcuni giornali hanno definito la protesta come la più grande crisi che Modi si è trovato finora ad affrontare. Gli agricoltori costituiscono quasi la metà  dell’intera popolazione indiana: sono 650 milioni.

    Se non si cambia anche in Italia qualcosa finiremo male tutti.
    E’ evidente da un po’ come il pensiero mero economico fallisce in tutti sistemi che hanno da fare con la vita. Medicina, scuola, agricoltura e cultura.

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