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Categoria: agricoltura

La “vespa killer che minaccia l’Italia” e altre storie orror

calabrone da vicino

Parlando dei calabroni (questo qui sopra è lo stesso del pomo nel post precedente, era cascato per terra dopo una notte di pioggia e il freddo di ieri ma era vivo ancora) veniva segnalato questo articolo urlato e il contadino s’è preso del tempo per informarsi meglio.

Danni non solo all’apicoltura, ma a tutto l’ecosistema, perché l’84 per cento delle specie di piante e il 76 per cento della produzione alimentare in Europa dipende dall’impollinazione delle api.

Questi percentuali sono molto dubbiosi: tutti i cereali, le patate, i pomodori, le noci e nocciole, le castagne, le olive e l’uva e altro ancora vengono impollinati dal vento. Non per togliere l’importanza immensa che hanno le api nel ecosistema ma non diffondiamo cifre da panico.

Attaccano a volo radente, come gli elicotteri in “Apocalipse Now”. Colpiscono le api sentinella di vedetta all’ingresso degli alveari.

Ah sì? Strano però. Infatti è vero niente: attaccano le api bottinatrici sul ritorno, cariche di nettare e lenti. La vespa velutina caccia non solo le api ma anche altro come i calabroni e può volare pure all’indietro; se caccia davanti un alveare non permette la presenza di un’altra in un area di 1m² circa, quindi non caccia in gruppo. In media su 21 visite/ora porterebbe via 6 api, circa 75 al giorno. Le api orientali si difendono tre volte meglio: vengono visitati meno e di conseguenza perderebbero con 7 visite/ora solo una decina al giorno. Volano al ritorno più in picchiata e le sentinelle riescono a irritare le vespe velutine con riflessi delle loro ali. Un arnia di api mellifere contiene nel periodo di raccolto anche 50mila api.

Il favo lo costruiscono preferibilmente in cima negli alberi, lungo 60cm e si dice che può contenere anche alcune migliaie mentre il calabrone nostrale arriva solo a pochi centinai di esemplari.

Del resto, quando attaccano a stormi radenti, c’è poco da fare: le api si trasformano in facili vittime. Tanto più che gli attacchi continuano per giorni e che questa specie di vespa è aggressiva, subdola e astuta. Così alle nostre api da miele non resta che un’arma: il veleno. Può accadere che qualche arnia sacrifichi le sentinelle, per permettere a un’ape assaltatrice di colpire il killer con il pungiglione e ucciderlo.

Secondo gli scienziati, però, l’unica difesa efficace è la stessa usata contro i calabroni europei: formare un palla di api che inglobi le velutine, per poterle uccidere una alla volta.

Lasciamo stare la bella invenzione delle “api assaltatrici” (le api sanno che inutile cercare di pungere i calabroni) e come abbiamo visto già la vespa vellutina non attacca in gruppi. Questo invece è il comportamento tipico del calabrone gigante asiatico (Vespa mandarinia)
: una avanguardia di loro cerca un arnia, la marca con un feromone che attira le altre e in gruppo sterminano o indeboliscono un alveare intero, per poter impadronirsi della covata. Sembra che certi giornalisti confondono le due specie. Sempre le ape asiatiche (apis cerana) hanno un metodo molto interessante per proteggersi: quando notano la presenza di un avanguardia cercano di inglobarla in una “palla di calore” creata da una cinquantina di api che vibrando portano la temperatura interna a 45°C, mortale per il calabrone gigante, mentre loro reggono fino 50°C per un breve periodo.

Heat ball di api orientali per cuocere il calabrone gigante
Heat ball di api orientali per cuocere il calabrone gigante

Su youtube un filmato di National Geographic che mostra la stessa cosa:

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Nel corso delle sue ricerche il contadino ha trovato pure una cosa interessante: viene riportato che a Cipro le api mellifere (le nostrale) si difendono dagli attacchi della vespa orientalis (vivendo in zone calde supporta bene il calore e non potrebbe funzionare la “palla di calore”) soffocandola (“palla di asfissia“), tenendo fermo l’abdome che loro devono muovere per respirare.

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L’intelligenza della natura non finisce mai a stupirci davvero.

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Ancora olive ancora

leccineolivoolivo

Ieri la seconda frangitura di 9 quintali, un filino meno di resa (11,9%), ma sembra che il contadino detiene ancora il record nel frantoino. S’è visto vento ma tanto, ma olive sono cascate poche, un buon segno davvero in quest’annata di mosca. Si vede anche pioggia, questo significa domenica, in quanto qui si va a diritto fino l’ultimo olivo (previsto per giovedì prossimo).

A parte le rese bassissime (come si vede sotto nelle statistiche del contadino c’è una tendenza verso lo zero, manca ancora il dato di quest’anno…) va detto che è anche un annata di leccino (quelle nere)

resa-olio-medie: sane, grosse e tante.

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Olio annata 2013

olivetoolive
olive-tripidiolive1frantoio

Poche olive ma buone (sopratutto colpa dei tripidi, prima foto con la mano: era rimasto una media di mezzo chilo neanche a pianta dove hanno colpito) – il trattamento combinato rame+spintoy fly ha salvato il raccolto, non cascano e di bacate ce ne sono poche, neanche il vento di domenica gli ha buttato in terra. I primi 100 litri stanno per arrivare a casa, resa 12% (il record del frantoio fino adesso). Prossima frangitura tra una settimana.

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Scoiattolo grigio o scoiattolo rosso?

scoiattolo5
(Scoiattolo nelle alpi svizzere)

Ieri il contadino si è imbattuto nella storia del progetto LIFE+ -un nome da newspeek proprio in quanto si tratta di provare lo sterminio dello scoiattolo grigio prima che invade il resto dell’Europa e succede questo qui ovunque:
scoiattolo-grigio-rosso

Deliberazione della Giunta Regionale 24 settembre 2012, n. 51-4630
L. 157/92 art. 19 comma 2. Attivita’ di controllo delle popolazioni di scoiattoli grigi (Sciurus
carolinensis) presenti sul territorio regionale nell’ambito del progetto LIFE+ “Eradications
and control of grey squirrel: actions for preservation of biodiversity in forest ecosystems –
EC-SQUARE”.

Il contadino in questi casi è per intervenire, cercando almeno di circoscrivere l’habitat attuale di quelli grigi: gli esseri viventi del continente America sono troppo forti.
Voi cosa ne pensate?

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Moriremo tutti annegati

meteo

Aggiornamento: allora da stamattina fino mezzogiorno sono cascati 60mm, quanto basta per la prima piena e qualche frana. sono casini per battere i girasoli e il granturco: non si entra nei campi per un bel po’.

piena-ottobre2013-2piena-ottobre2013-1

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L’anno della cavolaia

cavolaia1cavolaia
cavolaia

Il contadino ha passato delle ore a schiacciare le sue uova sui cavoli: una cosa mai vista quest’anno, tutti giorni depositava per settimane e ancora adesso ogni 4-5 giorni vale la pena ripassargli. Ma in compenso ha potuto vedere quanto sono belle le uova da vicino (niente foto dei bruchi che sono bruttini pelosi e puzzano di cavolo):

uova cavolaiauova cavolaia

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Senza parole…

ferrari rovesciato
… ma con il battito di cuore a mille. Se uno va in posti dove non deve andare con sopra una cisterna di acqua deve avere un angelo custode bravo che gli manda i riflessi pronti per saltare quando è ora di saltare.

Adesso è in strada nuovamente , ma s’è troncato un pezzo della scatola di sterzo, saldabile.

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Levato un pensiero ecco un altro: la mosca del olivo

Finita la vendemmia rimane l’ultimo raccolto da salvare, l’olio. Fino sabato il contadino stava tranquillo, c’era un volo di mosca metà agosto quando rinfrescava la prima volta e ha fatto un trattamento con Spintor Fly, poi venuto quel caldo eccezionale e non ha continuato (si dovrebbe ripassare ogni 7-10gg). Poi alla prossima rinfrescata verso il 10 di settembre ha ramato con la pasta siapa e ricominciato con lo Spintor Fly e ha visto poca roba, più che altro mangiato dagli uccellini (sulla sinistra prima foto).

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Ma ecco: sabato dal vicino ha visto molte punture di vari stadi – i pinzi sono esposte tutte al sole sulla parte rivolte a sud adesso – e ha visto pure la mosca in azione; tutte sulle moraiole, mentre il frantoio è ancora sano. Nel suo c’erano le olive con la mosca quasi pronta su leccini e altre olive più grosse – rigorosamente sulla parte esposto al nord per via di proteggere i vermini dal caldo – ma punture nuove non né ha visto, forse perché il rame fa suop dovere bene come repellente, vediamo, in ogni modo è subito ripassato con lo Spintor Fly, che ancora non ha capito in quanto funziona bene o no.

E ci sono pure le olive buttate per terra dalla tignola (scrollare giù), accanto quelle buttate dai tripidi.

carta giallacarta gialla

Un buon metodo per il controllo è la carta gialla, se una ha poche piante conviene anche usarla come metodo di lotta.

Sul sito del Arsia per Livorno, Firenze e Pisa viene segnalato l’infestazione un po’ ovunque.

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Vendemmia fu

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Le due damigiane con il vino bianco hanno fatto i loro primi “blupp”; un telaio in cantina è riempito con tanta ma tanta di uva da tavola che dovrebbe bastare fino natale, 200 bottiglie di succo aspettano di venir consumate e gli rimanenti 48 quintali sono nei tini di Piero.

I cinghiali che hanno mangiato altri quintali da ora in poi devono cambiare dieta.
Era un uva bellissima e niente da lamentarsi, a parte vedi sopra. Un pensiero in meno, ora mancano le olive e poi… si ricomincia da capo.

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L’autunno è l’inizio

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Dopo le piogge nasce l’erba nuova e la campagna ricambia colore da gialla a verde, al contadino ritornano i pensieri più limpidi e oggi a buietto è nato il primo agnello e dopo nella stalla ancora un suo gemello – si riparte.

Domani si comincia a vendemmichiare per il succo d’uva, quattro bigonce di canaiolo.

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Il canyon locale

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Ha piovuto, il contadino ha ripulite le fosse sulle strade sterrate in modo che l’acqua va dove deve andare da ora in poi e quando fa quel lavoro vede burroni, delta e piani pareggiati dalla rene – tutto in miniatura.
Quest’inverno in molti posti non è andato dove doveva andare per la solita assenza di persone che gestiscono la terra, per esempio su quel campo del contoterzista. Le mietitrebbia faceva certe manovre.

[PS: il contadino ha installato un nuovo visore per le fotine, se non funziona con qualche browser strano tipo IE sono gradite segnalazioni.]

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