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Categoria: agricoltura

Pomodori e pomodori non sono uguali

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Oggi il contadino vede che il primo titolo nella home di La Stampa titola Tra i coltivatori siciliani: “Siamo ridotti alla fame dai pomodori marocchini”:

Bisogna pensare prima agli italiani e a salvare i nostri prodotti: i prezzi sono crollati a causa della concorrenza del Marocco e della Tunisia.

Ha dovuto pensare subito a questa realtà:

Un tempo il Ghana produceva ed esportava pomodori, oggi è costretto a comprarli dall´Italia. Le salse nostrane godono dei sussidi dell´Unione europea e costano cinque volte meno dei pelati africani. Così il “made in Italy” butta sul lastrico migliaia di contadini ghaneani.

“Sulla bontà del prodotto non si discute, sul prezzo sì”, dice Paul Yambuya, 50 anni, contadino ghanese originario della città di Kumasi. “Al mercato un barattolo di concentrato italiano costa più o meno 1000 cedis (circa 10 centesimi di euro, NDR). Ovvero cinque volte meno dei pomodori locali”

Anche su Internazione un articolo tutto da leggere:

Prince Bony non avrebbe mai immaginato di traversare il deserto e il mare e trovarsi a fare lo stesso lavoro che faceva al suo paese. Seduto davanti a un casolare abbandonato, vestigia della riforma agraria, guarda l’orizzonte e riflette sulla propria vita. Prince divide questa dimora di fortuna con una decina di altri lavoratori stagionali ghanesi. Senza documenti, senza soldi, senza prospettive, hanno trovato rifugio qui, in mezzo alla campagna, in questo gruppuscolo di ruderi che per un’ironia del destino si chiama “Borgo Libertà”.

«In Ghana, mi chiamavano Kofi America, perché ho sempre desiderato viaggiare. Volevo conquistare il mondo!»

Intabarrato in un vecchio cappotto liso, Prince guarda con aria assorta il sole che tramonta all’orizzonte. Poi dice una sola parola: «Il pomodoro». Il suo volto si illumina di una luce velata di tristezza non appena la pronuncia. «Anche a Navrongo, la mia città, coltivavamo pomodori!».

Il succo è: la globalizzazione ci va bene solo se vendiamo noi.

C’è molto da fare, sopratutto c’è da cambiare spesso prospettiva e vedere tutto dalle parti degli altri.

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A tutta birra

L’istituto per l’ambiente di Monaco (visto che è la capitale della birra tedesca) ha testato 14 birre su residui di glifosato, alcuni superano 300 volte il valore massimo ammesso per l’acqua potabile (0,1 µg/lt):
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Se si spruzzano 5mila tonnellate/anno da qualche parte si ritrova per forza. Il contadino la lotta contro la ri-autorizzazione in atto la vede dura, l’agricoltura moderna ne è dipendente come la nostra società lo è dall’automobile.

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I vecchi hanno ragione

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Anche il contadino si definisce vecchio (chi vuole invecchiare bene deve cominciare presto), ma lo dicevano gli altri contadini più vecchi ancora:

Finché non vengono le piene non ha piovuto.

Negli ultimi giorni ha finalmente piovuto , più di 100mm, un ottavo delle precipitazioni annuali e la fiducia per la campagna in atto è risalita pareccchio adesso.

Il calendario della foto non è più quella di Maria Thun ma quello della Biolca, consultabile anche online.
Dopo la morte di Maria Thun è morto anche il suo calendario, senza ricerche nuove, con dati inesatti e senza spirito, ridotto una mera cosa commerciale con marchio registrato.

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Vivere nello zoo

Il contadino aveva in mente una poesia del tipo

Sono finite le ghiande
grande mio dolore è adesso

O pascolo rufolato, dov’è il rimasto tuo verde
o recinzione strappata, dove sono le mie pecore?

Uliveti tutti poggia e buca
chi rispiana mai questa terra?

Prato rovinato, dove nascerà il fieno?
Letamaia disfatta il concio si perde

Ospiti notturni sono padroni ormai del podere
minacciano la figlia al ritorno in casa

Poi oggi ha pure letto che c’erano dei cittadini (cittadini nel senso che hanno un rapporto emotivo, romantico e irreale con la natura) a protestare contro il piano di tentare di rimettere le cose in equilibrio. La natura va gestita e non sono sempre fiori, quel numero spaventoso di cinghiali, daini caprioli è anche frutto dell’abbandono della terra da parte dell’uomo negli ultimi 50 anni.

http://www.restiamoanimali.it/blog/2015/il-prof-lombardi-vallauri-a-enrico-rossi-fermi-linutile-carneficina-di-cinghiali/

Dalla lettera del Prof. Vallauri:

Ma ancor di più del diritto contano per me, devo dirlo, l’empatia per gli animali e l’immagine della Toscana.

L’empatia con le zanzare invece? E quella con chi lavora la terra di questa Toscana?

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Veni vidi vai

Il contadino sta tagliando il bosco e non può non pensare alla distopia presentatoci nell’ultimo capitolo di un libro di un certo Casaleggio, respirando, brusciando la frasca e preparando la legna per la stufa:

Petrolio e carbone sono proibiti insieme alla circolazione di macchine private. I mezzi pubblici sono gratuiti. L’emissione di Co2 è punita con la reclusione fino a 30 anni. Taxi, tabaccai, macellerie e librerie sono scomparsi. La più grande impresa del mondo produce biciclette e monopattini. Le spiagge sono libere. I cacciatori fanno solo safari fotografici e ripongono nei nidi i piccoli caduti al suolo.

Finalmente erano passati qui alcune squadre di cacciatori e hanno tolto qualche cinghiale dal giro ma ci sono sempre troppi, devastano pascoli e altro, ma anche qui non ci si salveremo più:

Chi è sorpreso con un fucile è lasciato libero e nudo nei boschi e cacciato da personale specializzato con pallettoni di sale grezzo dall’alba al tramonto

Dalla prefazione:

Ma oggi internet, o come dicono i radical chic “l’internet”, può rappresentare una nuova frontiera anche nell’uso consapevole del nostro bene più prezioso: il tempo. La rete si fa così salvadanaio del tempo, consentendo a chi non si fa “consumare” da tv, centri commerciali, intermediazioni inutili e costose, e ruote del topo varie, di innescare una vera e propria rivoluzione: quella della qualità della vita.

Il contadino ha l’idea, vedendo la gente girare con lo squardo abbassato in questo internet nelle mani che “l’internet” invece sia in primo luogo solo un grande cimitero di tempo, compreso quel libro (che – stranamente – non ha pubblicato in rete ma da amazon).

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Pozzo secco

La Stampa ha battuto per un filino il contadino mettendo la notizia in prima pagina. Fatto è che la cisterna è quasi vuota, le batterie del fotovoltaico pure e se spunta un giorno di sole attacca la pompa ma dopo due ore questa ha già tirati via i 700 litri disponibili.

Per dirlo breve: le falde e vene stanno esattamente come di agosto.

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Rassegna stampa oleosa

Uno:

L’Italia è invasa dall’olio di oliva tunisino: le importazioni sono aumentate del 734 per cento nel 2015, cioè otto volte le quantità del 2014. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano, sulla base dei dati Istat dei primi sette mesi.

Due:

Sequestrate dal Corpo forestale dello Stato settemila tonnellate di prodotto extracomunitario e spacciato come made in Italy…

hanno permesso di accertare che migliaia di tonnellate di olio ottenuto mediante la miscelazione di oli presumibilmente extravergini provenienti anche da Paesi extra Unione europea, come Siria, Turchia, Marocco e Tunisia, venivano poi venduti sul mercato nazionale e internazionale (statunitense e giapponese) con la dicitura facoltativa 100% italiano, configurando così una frode in danno al made in Italy.

Tre:

“L’olio non era extravergine”, indagate sette note aziende nazionali
Il pm Guariniello accusa di frode i rappresentanti legali delle società olearie. Sarebbero coinvolti anche marchi entrati nella storia della pubblicità come Carapelli, Bertolli e Sasso.

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Annata di leccino

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Finito la raccolta il contadino riparte partendo dalle concimazioni, portando il letame in vigna e sotto gli ulivi.
Era decisamente un anno del leccino qui, le grossaie erano un po’ a riposo, e le mignolo erano regolari come sempre.

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Tempi di autorizzazioni

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Oggi si decide se autorizzare il glifosfate per altri dieci anni in Europa.

Il contadino non ha trovato nessuna notizia in italiano ancora. Stasera ci sarà, probabilmente, e sarà a favore della Monsanto.

EDIT: Oggi c’era solo il primo passo verso il rinnovo, la smentita della sua cancerogenità. Il verdetto dello IARC invece si basa su ben 16 studi, ci vogliono argomenti forti per contrastarlo.

Il portavoce per la sicurezza alimentare della commissione europea, Enrico Brivio, ha annunciato che ora l’esecutivo comunitario ha tempo fino di giugno per decidere, in consultazione con gli stati membri, l’eventuale rinnovo dell’autorizzazione Ue per il glifosato.

La valutazione dell’Autorità di sicurezza alimentare europea non è stata unanime: un membro del gruppo che ha elaborato il rapporto ha espresso un parere di minoranza, considerando che il glifosato dovrebbe essere considerato come sospetto cancerogeno, ha riferito Tarazona rispondendo a una domanda dei giornalisti.

La posta in gioco per la Monsanta è alto, vedremo delle belle ancora.

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Tempo di frantoio

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Frante nove quintali il contadino è contento di riavere l’olio buono dopo il disastro dell’anno scorso. Rese buone, lui ha fatto il 14,3% ma conosce due qui vicino che hanno superato il 17% (e alcuni hanno fatto meno dell’11%). Per ora si ferma a cogliere fino prossima settimana per farle maturare un altro po’ e anche farle asciugare e che ha piovuto anche tanto qui e si saranno riempite d’acqua; ha colto più che altro le piante che avevano poco finora.

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Tempo di cominciare

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Il contadino si toglie i lavori rimasti di mezzo per finalmente poter cominciare con le olive. Come si sa i contadini non guadagnano mica nulla con i prodotti della terra, anzi spendono per lavorarla. Quindi si devono fare tutto da sé, anche i mobili a chilometri zero e ripararsi i portatili. No per dire la verità degli tre portatili che si vedono solo quello a pezzi è o meglio era del contadino. Lui l’ha smembrato primo perché nessuna macchina si deve buttare via intera ma si dovrebbe smontarla: è tipo il lloro funerale, altrimenti diventeranno magari dei fantasmi e forse pure degli zombi una volta, chissà.

L’altro motivo è che troppe volte i PC vecchi finiscono in Africa, dichiarati come “funzionanti”. Costa meno. Gli altri due ha riportato in vita, a uno ha dovuto cambiare il display, hanno otto o più anni ma con un banco di Ram in più e un sistema operativo adatto sono più che usabili. E’ pazzesco, pochi anni fa erano tra i più moderni e costavano pure parecchio, non si può andare avanti così, aggeggi di questo livello devono durare.

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Ma ecco, sono loro che aspettano, domani arriva un wwoofer e lunedì al massimo si parte. Sembrava che la mosca non sia un problema per via del caldo eccezionale, invece ha visto da altre parti dove non è stato fatto nulla sono bacate parecchio lo stesso, mentre lui le ha abbastanza sane, questo lo rende contento perché dimostra che tutte queste passeggiate con lo Spintor Fly e il rame inizio settembre qualcosa hanno fatto.

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Tempi di miracoli

Come si sa il contadino abita un posto miracoloso in una regione miracolosa in un paese miracoloso di un pianeta miracoloso. A casa sua puntualmente d’autunno (ma anche di primavera) si manifesta il miracolo dei miracoli, che neanche un mago. Di solito succede quando c’è questo tempo uggioso e piovetta fuori. Tipo ieri dopo pranzo: il soggiorno comincia a riempirsi di mosche, centinaia di mosche, l’acchiappamosche appeno appeso si riempie in mezza giornata e casca in terra dal peso di chilogrammi di mosche semivive e il contadino perde ore con la paletta a cercare di liberarsene prima di mangiare, ma basta aspettare dieci minuti ed eccone un altra decina. Porte e finestre chiuse, nessun mucchio di letame da nessuna parte e pure, anche gli scienziati non sanno cosa dire e preferiscono di ignorare il fenomeno.

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