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Categoria: agricoltura

Le tasse aumentano sempre

Ai lupi va una pecora all’anno, alla volpe almeno una gallina o due, idem la faina. Tasse alla natura.

L’istrice si deve accontentare con l’uva, visto che il recinto dell’orto regge. Decisamente troppe tasse gli ultimi anni (in uva) ai caprioli e daini, solo una piccola riduzione quest’anno nonostante il miglioramento del recinto elettrico. Una parte di tasse a loro va versato in erba medica.


La sua parte ti tasse pretende anche il tasso (si vede già dal suo nome).

Anche topi,ghiri, vespe e calabroni pretendono la loro parte e probabilmente il contadino ha dimenticato qualche esattore pure. Già, le zanzare e i tafani.

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Erba, olive, pozzo, caprioli e altro

Forse sarebbe ora che il contadino scrive due cose sull’andamento dell’annata – no, non forse ed è pure tardi. Quindi procediamo con un fatto straordinario: quest’anno piove e ripiove. Ha piovuto pure ieri altro 33mm di notte e una settimana fa uguale. Il pozzo che l’estate scorsa a fatica ha fornito 250lt/gg adesso è tornato ad avere 600lt al giorno – non ancora suo livello di una volta che era 800lt ma di fatto molto rassicurante.

Quando piove cresce l’erba e infatti: erba ovunque, anche perché non viene coltivato quasi più niente, tutta la valle è diventato un erbaio gigantesco, non si può vedere. Ci poteva essere il grano, ma non conviene sembra. E chi mangerà tutto quel erba? E tutto parecchio fuori equilibrio. Le nostre supermucche sono fissati ormai con la soia delle ex foreste tropicali. La vigna gode dell’acqua che fa ingrossare l’uva ma porta purtroppo anche un po’ di malattia, come si chiama la peronospora qui.


Basta lamenti e vediamo le olive: infatti se ne vedono a milioni, gli alberi erano bianchi di fiori e hanno allegato anche quasi troppo. Dopo questa parentesi positivo parliamo del capriolo che invece di farsi mangiare dai lupi (i quali hanno preferito le pecore) ha pascolato indisturbato nella vigna, mangiando le giovano gemme e tralci per non fare pesare troppo la vendemmia al contadino. E’ tutto un recintare contro quelli e quell’altri, almeno di cinghiali se ne vedono un po’ meno.

Nel frattempo buon annata a tutti.

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Ancora la stessa storia

Dal Post:

Sostiene che «il 98,5 per cento degli animali uccisi non fosse malato», perché le analisi batteriologiche su campioni di organi, sangue e tessuti fatte dopo la macellazione «non hanno trovato i batteri della brucella [il nome con cui sono vengono genericamente indicati i batteri che causano la malattia, ndr]». Gli allevatori del comitato «Salviamo le bufale», di cui fa parte, contestano i test sierologici fatti dai veterinari delle ASL.

«Da quando la Regione ha dichiarato guerra alla brucellosi sono state abbattute 145mila bufale, sono fallite trecento aziende, abbiamo perso cinquemila posti di lavoro e il 15 per cento delle stalle è vuoto perché gli allevatori stanno ancora aspettando i risarcimenti statali per le bestie uccise», dice il presidente dell’Associazione per la tutela e l’allevamento della bufala mediterranea Andrea Noviello.

Molti anni fa a un contadino qui vicino è successo la stessa storia: qualche aborto negli anni precedenti, nessuno malato perché molte persone hanno gli anticorpi alla brucellosi e una vaccinazione obbligatoria negli anni precedenti che non funzionava. Allora a un certo punto sono passati a test anticorpi, e ovviamente anche gli animali guariti (tutti) avevano gli anticorpi.

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Notizie dall’azienda

In tempi più sani (per un certo verso) il titolo sarebbe stato “Notizie dal podere”, ma tant’è. Il contadino -visto l’età del principale e l’andamento delle stagioni estivi che non permettano più di mantenere l’attuale livello di forza lavorativa era costretto di licenziare mandare in pensione anticipata sia il legatore di capi sia il fascinaio. Alcune immagini d’archivo aziendale:

fascina

proda di uva con fascine

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Resoconto annuale

Finito la raccoltina delle olive ormai l’anno agricolo 2023 è passato ed è meglio così.

Partiamo dalle cose positive: non ci sono stati incendi, si sono mangiati una quantità esagerata di cetrioli e il magazzino è stracolmo di zucche, patate e cipolle e sono seccati pure parecchi ginestre.

Però tutto il resto è meglio dimenticare presto. Il pozzo che si è ridotto a fornire 2 qt/gg invece di 6 o 8qt, la vigna che si ammalò lo stesso un po’ di peronospora e insieme alla siccità e ai caprioli era una bella botta. Sono anni che il contadino s’aspetta che il secco compromette davvero il raccolto, finora era sempre al limite ma quest’anno ecco. Gli ulivi hanno fiorito poco e poco era quindi il raccolto, ma complimenti come hanno portato i loro frutti(cini) a ottobre. Frutta non c’era pure, giusto qualche pesca da litigarsi con le ghiandaie, anche per loro e loro compagni era un annattaccio.

Ora si riparte ma dopo gli ultimi anni le speranze per l’uva sono un po’ ridotte, tanta fatica per poco può andare bene un anno ma non tutti gli anni e il contadino s’è stufato parecchio ad aspettare acqua che non viene.

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Tutti i post non scritti ultimamente

  • Finalmente piove (anche troppo da qualche parte)
    (Salvini: Adesso accelerare i lavori per il ponte altrimenti le risorse vanno nella prevenzione)
  • Il 2024 sarà un ottima annata per l’olio
    (c’è poca fioritura quest’anno, il raccolto principale e la legna da palla, sarà una palla e mezza)
  • Sempre all’avanguardia
    (il contadino sequestra il carbone spengendo tutti fuochi che fa coll’acqua, generando terra preta, i suoi pronipotini vedranno i primi effetti [qui una fotina del terreno sparso con la carbonella vegetale detto BIOCHAR che suona meglio)
  • Bombi, osmie e farfalle: fioritura sotto gli ulivi
    (un lungo pippone su come gestire la terra sotto gli ulivi, creando humus e aumentando al massimo la biodiversità)

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Questione di mentalità solo

A volte il contadino si ricorda di avere un blog e gli viene pure in mente di informare il mondo del suo ultimo pensiero ma poi lascia perdere di solito. Invece questo pensiero qui sono settimane che li rode dentro, quindi eccolo.

C’è un tale Sultano al Jaber che dice

Presidente Cop28: il mondo ha bisogno di una mentalità imprenditoriale per affrontare la crisi climatica

(The Guardian, 7 aprile 2023) Sultan Al Jaber intende utilizzare i colloqui delle Nazioni Unite per stabilire come il settore privato può limitare le emissioni di gas serra.

Il mondo ha bisogno di una “mentalità imprenditoriale” per affrontare la crisi climatica, ha affermato il presidente del prossimo vertice Onu sul clima.

Al contadino invece sembra che la mentalità imprenditoriale è una delle cause principali della situazione attuale non solo climatica e sostiene che invece solo una mentalità religiosa o spirituale sarebbe in grado di rimediare i danni su tutti livelli. Il ritorno del sacro, insomma. Non si possono trattare gli animali negli allevamenti come si fa adesso, passare alle auto elettriche e tutto si risolve, non si possono trattare le terre come si fa adesso e isolare le case e tutto si rimette. E tutt’una cosa (appunto:sacra), la terra, le piante, gli animali e i nostri prossimi.

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Bianco o nero?

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Il contadino si fa spesso delle domande profonde, per esempio: Quali pali reggeranno di più: quelli sbucciati o quelli bruciati?
35 anni fa ha fatto un recinto con pali bruciachiati e la maggior parte è ancora in gamba. La risposta si avrà forse 2053, quando le ultime macchine usate a benzina costeranno un occhio.

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Priorità assolute e relative

Ogni tanto il contadino se ne ricorda di questo sito, sembra quindi una priorità abbastanza relativa.

La priorità assoluta ha la pioggia che ha da lavorare ancora molto per mettersi almeno in pari. Quindi il contadino è tra quelli che gioiscono quando piove, piovetta, pioviggina e probabilmente ci vorrebbero anche delle piene.

Un altra priorità relativa è finire la raccolta delle olive, che è andato già bene sotto molti punti: sociale, quantità e qualità e rese (insomma). Ancora qui si riesce ancora di praticare l’agricoltura museale: un telo a olivo, scale di legno e senza abbacchiatori e altre diavolerie che sono stati inventati non per fare meglio ma per fare primo e stranamente hanno finito sopratutto per aumentare lo stress e rubarci il tempo.

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Il contadino è sempre felice quando impara delle nuove definizioni degli slogan odierni, se definite per legge meglio ancora:
APPROVATA LA LEGGE SU “FILIERA CORTA E KM ZERO”

I prodotti sono a “chilometro zero o utile” se il luogo di produzione o di trasformazione è posto a una distanza non superiore a 70 chilometri dal luogo di vendita, o comunque proveniente dalla stessa provincia del luogo di vendita (o di consumo in caso di servizi di ristorazione).

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La nuova religione…

… ha anche un nome: scientismo.

In parole povere: non esiste una base scientifica che dimostra X quindi X non esiste, non va incentivata, va ostacolato e denigriamo tutti che dicono che X nella pratica porterebbe a risultati notevoli.

Come tutte le sette anche i scientisti devono distinguersi dagli non illuminati e hanno bisogni di nemici.
Attualmente nel mirino degli scientisti è l’agricoltura biodinamica. Nessuno degli scientisti sanno che da 40 anni in Svizzera sono in corso studi che paragonano proprio il biologico, il biodinamico e il convenzionale ma anche se lo sapessero l’ignorerebbero (?) perché non può essere.

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