Alcuni frasi rimangono impresse nella memoria, questa è una in quel del contadino. A pronunciarlo era Nello dei Bianchi, quello che girava d’estate non col capello ma con un fazzoletto in testa, ed era quando era già molto vecchio a la moglie non voleva che prendesse l’apino ma è venuto su questa collina, si è guardato intorno è disse: “Ma quant’ho lavorato qui… ma quant’era sciucco…” e scosse il capo, poi guardando la colline di fronte da Collegalli a Balconevisi pronunciava la frase del titolo.
Ora da qualche giorno il contadino è venuto a conoscenza di questo servizio della regione Toscana, richiede un po’ di apprendimento ma è fenomenale. Gli edifici sono quelli attuali nelle foto e nella slide.
Purtroppo si è persa la memoria di quando la montagna era coltivata e ci vivevano tantissime persone.
In toscana conosco un po’ la zona di Campigno nel comune di Marradi.Posto bellissimo e disabitato. Ho fatto in tempo a sentire le storie dei vecchi che ci lavoravano nel dopogueraa. Si coltivavano cereali e frutti e si macinava il grano. Oggi non cì+ piu nulla. Almeno non si è distrutto l’ambiente.
Infatti, oggi quasi le uniche persone che incontro a lavorare sono i mountain bikers… neanche i cacciatori ci sono più. Lupi, cinghiali e caprioli.
Però..però..un po più di macchia e di selvatico mica fa male,la foto degli anni cinquanta sembra territorio desertico.Pensa se oggi fosse tutto lavorato così il glifosate che verrebbe usato….Però sono certo che cinghiali e caprioli non sapevano neanche cosa fossero.
Beh, un po’ di più non è, sarà abbandonato il 70% forse rispetto ai tempi del Toscana che era tutto un giardino pieno di gente che zappava a falcava, con le vacche a coltrare e i trattori l’avevano in America e un po ‘ in Emilia Romagna…
Era a misura di vacche e zappe, con i trattori non si può lavorare di traverso su campetti di quel tipo, e infatti più che era ripida e più fitti i ciglioni prima si abbandonava.
E cosi’ sara’ anche per la mia oliveta…poca roba…una “chiudenda” terrazzata di una novantina di piante…70 le ho piantate circa trentacinque anni fa facendo le buche di 1 mq a mano…ma sono rimasto l’unico a coltivare nella zona…Le robinie hanno conquistato tutto quello che nel primo dopoguerra erano vigneti e piccoli appezzamenti a grano.Stessa sorte subira’ anche il mio terreno quando non saro’ piu’ in grado di gestirlo(ho passato la sessantina e sono invecchiato con i miei olivi)…nessun “pazzo” mi seguira’…meglio l’olio finto arrivato da chissa’ dove……cosi’ va’…la Natura tornera’ padrona…nel bene e nel male.
Spero di vivere abbastanza per vedere la natura riprendersi anche i parcheggi dei grandi centri commerciali. E’ solo questione di tempo.
Ma non sarà una cosa bella. La natura-natura, mai gestito dall’uomo, è in armonia, invece la natura presa in gestione dall’uomo da centinai di anni poi lasciata stare è come un cane abbandonato. Con il cane tutti lo sentono che non va bene, ma con gli ulivi e le terre è la stessa cosa secondo me.
Hai ragione Ste…la terra abbandonata mi da’ la stessa tristezza del cane…ma tornera’ la Natura vera.. non basteranno 50 anni ma al posto di Acacie e Rovi torneranno le Querce…come dicevano i Nomadi…”noi non ci saremo”