Il contadino è in vacanza, ovvero in vacanza è la pastora e quindi lui passa le giornate sul pascolo, dove legge perché deve sempre fare qalcosa, poverino. Oggi ha letto di Robert Peroni, del suo impegno con la “Red House” e dell’alcoolismo sfrenato in Groenlandia; ha letto che Greenpeace lassù lo chiamano Greenpiss perché ha distrutto la loro fonte di vita: la caccia e si è mai scusato per gli effetti collaterali devastanti delle sue campagne.
30 minuti per fermarsi un po’ nella corsa. Loro non hanno neanche una parola per futuro.
Il protagonista del cortometraggio “Parlare con Le Orecchie – Robert Peroni e la Terra degli Uomini” è una guida alpina altoatesina che oramai da più di trent’anni ha scelto di vivere in Groenlandia, a Tasiilak. Esploratore di montagne e deserti, sciatore dell’estremo, ex membro negli anni ottanta del team “No-Limits”, primo ad attraversare in solitaria e in inverno l’icecup groenlandese, da diversi anni gestisce la “RedHouse”, una sorta di rifugio dove offre servizi di supporto per tutte quelle spedizioni che vogliano operare in questa zona polare. Soprattutto però, da quando si è stabilito qui, ha lavorato per la popolazione locale, con una serie di progetti che tutelando la loro particolare e incredibile identità culturale permettessero un miglioramento delle condizioni di vita. Opera che gli è valsa la candidatura al Nobel per la Pace su proposta proprio della gente del distretto di Ammassalik: la sua gente.
Un altro intervista con lui si trova qui.