Lessi un articolo su questo, la prima volta che ci andai, credo sul Jerusalem Post. Era ancora l’epoca di Rabin, parlare di pace sembrava una cosa seria e mi colpì moltissimo la riflessione dell’editorialista che, in pratica, diceva che la pace avrebbe fatto sparire Israele. Che le nuove generazioni di israeliani, senza guerre, si sarebbero rammollite, e il paese si sarebbe ritrovato con ragazzi come tutti gli altri, consumisti e individualisti, e tanti saluti alla difesa del sionismo.
Con certa brutale chiarezza – molto israeliana – l’articolo teorizzava la necessità di una guerra per ogni nuova generazione, in pratica, come training motivante per gli israeliani del futuro. Un po’ drastico, certo. Specie per chi le subisce, le guerre, e senza esercito o con eserciti più deboli, con meno strumenti di difesa e alleati molto più sgarrupati di quelli che può vantare Israele.
Quindi urge un altro metodo di trovare identità per Israele.
Letto da Lia a Cuba