La natura ci insegna delle cose anche adesso e qui si sta dietro alle cose elementari: governare gli animali, portargli secchi d’acqua in quanto le tubature sono gelate e portare legno in casa e bruciarlo nella stufa e nel camino, mentre si gioca a dama e tris con le bimbe.
Una cosa è certa: le previsioni servono a poco, come si vede. Si ascoltano, si discutano e ci si comporta come fosse provenienti da una realtà parallela finché diventano dura realtà. Solo con fatica il contadino ha sistemato le stalle e creato uno spazio protetto per le capre nel pomeriggio prima della nevicata, nell’ultimo momento. E lo stesso discorso vale per le previsioni sul peak oil, sul cambiamento climatico e sulle investizioni nelle infrastrutture: se ne parla e si fa poco finché…
Comunque sia, sotto la neve c’è la polvere qui. Il sole lo scioglie e la tramontana mangia l’acqua e tutto ridiventa arido come prima. La cisterna è vuota, fieno c’è poco e il contadino ha speso tutta la giornata di cercare di scongelare l’intubazione per poter pompare acqua dal pozzo in valle. Successo parziale, l’acqua finora arriva solo alla stalla, da domani rubinetti asciutti nella casa se non riesce di inventar qualche ponte con gomme di fortuna.
La vecchiaia è brutta, poi.