“Sono basito e preoccupato – ha detto Catania incontrando i giornalisti – c’è in atto un duro attacco a queste norme soprattutto relativo all’obbligatorietà dei pagamenti a 30 e 60 giorni. Non capisco come chi incassa cash tutti i giorni possa essere contrario a pagare in tempo”
Ha ragione, ovviamente, il ministro Catania.
Catania fa il finto tonto; in realtà lo capisce benissimo e lo capiamo anche noi. Chi sul mercato si trova in una posizione di forza – la Pubblica Amministrazione come le grandi aziende della distribuzione, ma non solo – perché dovrebbe rinunciare al finanziamento a costo zero rappresentato dal “credito volontario” fornito “pistola alla tempia” dai propri fornitori?
In ogni caso bisognerà fare i conti con la Direttiva 2011/7/UE del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 16 febbraio 2011. Tanto più che il disegno di Legge Comunitaria 2012 prevede di anticipare di due mesi il termine del recepimento delle direttive, onde evitare le procedure di infrazione e le relative multe.
Da sempre mi sono meravigliato come girano male e a rallentatore i soldi in Italia, come tutti gli immigrati provenienti dal nord, dove a volte ti danno 2% di sconto se paghi entro 10 giorni e in 30 giorni viene pagata ogni fattura.
Grazie dei link ottimi 🙂
Caro Ste, quello dei pagamenti ritardati in verità non è problema solo italiano, se no non si capirebbe la necessità di una direttiva europea, e basta leggere il preambolo della direttiva stessa. Però è pure vero quello che scrivi dell’Italia. E’ ben precisato in un articolo della rivista elettronica Amministrazione in cammino: