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Pregare per Fukushima

Anche una centrale nucleare spenta è una minaccia tremenda, se non si riesce di raffreddare il nocciolo.

The evacuation advisory was issued for people living within a 3-kilometer radius of the plant, while those living within a 10-kilometer radius were requested to stay home, top government spokesman Yukio Edano said, adding the measure was precautionary.

Edano said one of the reactors cannot be cooled down

L’Agi dice che l’acqua basta, siti tedeschi che l’impianto di raffreddamento andrebbe a batteria e sarebbe rimasta corrente per poche ore.

Aggiornamento: Niente di buono, sale radiazione e pressione:

Radiation Level Rising In Fukushima Nuclear Plant Turbine Building

FUKUSHIMA (Kyodo)–The radiation level is rising in the building housing a turbine of the No. 1 reactor of the Fukushima No. 1 nuclear power plant following Friday’s powerful earthquake, the operator Tokyo Electric Power Co. said Saturday.

The company also said monitoring data suggested the air pressure level has also soared inside the container of the reactor.

Il problema di fondo è che con un terremoto si danneggiano anche gli impianti di emergenza. Sembra che non sono partiti i generatori diesel d’emergenza, e gestire un impianto nucleare con le batterie non è possibile per molto tempo; le batterie servono per la gestione e non sono adatte per far funzionare le pompe di raffreddamento.

Aggiornamento:
Ancora non va il raffreddamento, non arriva acqua alla nucleo, cercano di sostituire batterie e trovare un cavo per collegare i generatori portati su camion. Una centrale nucleare è nient’altro che un metodo estremamente pericoloso per far bollire dell’acqua. Per abbassare la pressione pensano di far uscire vapore radioattivo dal “container”. L’energia prodotta corrisponde in questa fase ancora al 7% della potenza della centrale.

Se non si riesce di raffreddare in tempo il nocciolo può fondersi e esplodere (o meglio esplode altro per il calore prodotto). E’ uno degli impianti più grandi del mondo, con sei reattori, il primo blocco è quello con i problemi.

Pure il sito di stoccaggio di scorie altamente radioattive Rokkasho viene raffreddato con gli impianti di emergenza, generatori diesel. In questo impianto sono stoccate 3000 tonnellate di scorie l’equivalente al combustibile di circa 25-30 reattori. La differenza è solo che se si surriscalda non esplode certamente, brucia e basta, la radioattività non viene catapultata.

Aggiornamento 22:17: Qui riferiscono che sarebbe saltato anche la corrente d’emergenza delle batterie. Una centrale al buio.

sabato 9:06 Si teme il peggio, secondo le autorità la fusione del nocciolo potrebbe avere cominciato. La presenza di cesio dentro e fuori della centrale né è un indicatore. Alcuni fonti riportano una esplosione sabato alle 7.30 ore italiane. Evacuati 51’000 persone nel raggio di 10km. Il reattore numero 2 è in emergenza pure, in tutto sono 5 le centrali in emergenza. Qui (tradotto da fonti giapponesi) si dice che la radiazione sarebbe già troppo grande per poter abbassare la pressione (che deve essere fatto manualmente) e che stanno studiando un frequente cambio dei lavoratori. Pessimo dettaglio: nella stanza di controllo la radioattività è già mille volte del normale.

Sembra che nelle notizie interne non viene menzionato troppo (o neanche) la parola “fusione”, magari su direttive del governo per evitate un panico.

Una corsa contro il tempo forse persa?

Da quel che il contadino ha capito una esplosione come Cernobyl non dovrebbe essere più possibile, ma il “container”, l’edificio (forse pure danneggiato) che dovrebbe contenere la radioattività che esce dal reattore potrebbe cedere, liberando un enorme potenza radioattiva. Sarebbe 2,1 volte la pressione normale adesso. Quindi il paragone non sarebbe Cernobyl e un Giappone disabitata ma Three Mile Island.

13:14 Secondo fonti ufficiali il nocciolo sta fondendo e l’esplosione non avrebbe danneggiato il manto intorno il reattore; inoltre non sarebbe vero la notizia che la zona di evacuazione sia stata allargata a 20km. Il vento tira verso il mare per adesso. Qui un video della esplosione, il “fumo bianco” deve essere vapore.

16:40

Se dovesse vero che è in atto la fusione: Una massa amorfa in fondo al reattore, processo inarrestabile, temperatura 2000°C, emissioni inizialmente di isotopi radioattivi Cesio-137, iodio-131, technetio-99 und stronzio-90 per finire con uranio e plutonio. Nel giro di una settimana circa sfonderebbe acciaio e cemento della fondazioni, potrebbe entrare nel terreno e minacciare le falde. Esplosioni quando entra in contatto con l’acqua. Dopo un tot si raffredda e deve essere sepolto per moltissimi anni o secoli per via delle forte radiazioni.

10 commenti

  1. joe 11 Marzo 2011

    ma tanto gli intelligentoni favorevoli solo al nucleare non leggono queste notizie…

  2. Stefania 12 Marzo 2011

    La cosa dovrebbe far riflettere…
    Le notizie sono semopre più allarmanti, la radioattività è 1000 volte superiore al normale

  3. seipuntotrentasette 12 Marzo 2011

    nella diretta su repubblica il giornalista americano dice che è confermata l’espansione della zona di evacuazione.

    ok, ora l’emergenza acuta è l’esplosione o fusione del nocciolo, ma vogliamo pensare a tutte le tonnellate di materiale radioattivo, di combustibile fissile, di combustibile esausto, di scorie immagazzinate negli edifici -e in alcuni casi all’esterno- che l’acqua avrà per forza disperso?

    da rabbrividire.

  4. ste 12 Marzo 2011

    Siamo nella fase di notizie in forte contrasto; tutte le notizie vanno prese con le pinze adesso. Specialmente ae comunicazioni del governo giapponese (che fa distribuire iodio). Quello tedesco invita i connazionali di andarsene.

  5. michele 12 Marzo 2011

    Ciao Ste, un brutto momento per il Giappone, o forse un bell’affare dal punto di vista della crescita del pil, ma ne dubito: il limite è quello dettato dalle risorse disponibili, un conto è subire un disastro negli anni ’50 del XX secolo, un’altro negli anni ’10 del XIX con il petrolio a 100$.
    Hai mai visto quel documentario del National Geographic credo in cui si descrive uno scenario ipotetico in cui l’uomo sparisce da un minuto all’altro dalla faccia della terra? La cosa che mi ha colpito di più è la descrizione di cosa accadrebbe alle centrali sparse in tutto il globo: la reazione andrebbe fuori controllo per l’esaurirsi energetico dei sistemi di contenimento. Ovvero: un collasso economico globale determinerebbe tante esplosioni dei noccioli quante sono le centrali sul pianeta semplicemente perchè i tecnici non avrebbero più le risorse per controllare la fissione. Questo discorso serve per escludere i posti dove non bisognerà trovarsi quando TSHTF (è un simpatico acronimo trovato sul web: sta per “the sh*t hit the fan” e sta ad indicare “quell’evento”)
    Michele il wwoofer di Parma

  6. ste 12 Marzo 2011

    Ciao Michele 🙂

    Non l’ho visto quel documentario (un po’ irreale), ma mi ricordo di un articolo che parlava delle infrastrutture maggiori (ponti, gallerie, reti elettriche ecc), molti dagli anni ’70 tutti da rimpiazzare nei prossimi decenni – con quei costi dell’energia di adesso. Impossibile. Se si somma questo con le inondazioni, terremoti e quant’altro…

  7. Guido 13 Marzo 2011

    Michele, se posso ti tranquillizzo. Serve energia per far funzionare una centrale, ma a meno di grossi problemi (terremoto o sparizione della razza umana) è abbastanza facile “spegnere” la reazione e mettere a riposo le centrali.

  8. michele 14 Marzo 2011

    Visto che piove ho avuto il tempo per documentarmi e ho scoperto che i documentari sono 2, uno di History Channel intitolato “Life after the people” e l’altro del National Geographic Channel intitolato “Aftermath: population zero”. Quello a cui mi riferivo io è il secondo (dove viene mostrata un’esplosione, mentre nel primo entrano in funzione i sistemi di spegnimento automatico) e mi sembra di capire che l’esplosione riguarderebbe il deposito del combustibile usato perchè non più raffreddabile essendosi esaurita l’energia per le pompe dell’acqua. Direi comunque un’esplosione di “piccola” portata rispetto alla fusione anche se non saprei dire se quest’esplosione debba necessariamente avvenire anche in una situazione (un po’ più realistica!) in cui l’uomo ci sia ancora ma manchi il gasolio per alimentare le pompe.

    Ho sentito anch’io, Stefano, della necessità di rimpiazzare le infrastrutture e come manchino i soldi per farlo e che si stia tutto deteriorando. Entrambi i documentari danno secondo me una visione molto interessante perchè permette di sganciarsi dall’ipnosi del presente che vuole che il futuro sia identico all’oggi o anche meglio.

    Vabbè torno a pensare all’orto!

  9. ste 14 Marzo 2011

    Qui come infrastruttura al colasso è la linea del telefono, non sembra riparabile, anche in paese parecchi problemi, ma rispetto al Giappone flagellato… le previsioni meteo domani danno vento debole verso Tokio e pure pioggia, peggio di così non può essere, e se dovrebbe rompersi uno delle container di sicurezza dei tre reattori fusi o mezzi fusi sarebbe… non ho parole.

Commenti chiusi.

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