Il Bianchi anni anni fa aveva detto che prima non c’erano finchà© uno l’ha messo come palo nella vigna e quello s’attaccò. Ci sta che voleva solo prendere in giro il contadino, ma c’è della verità . Immaginare un paese senza pali, senza recinzioni – infatti i filari delle viti qui erano rette da “pioppi” (frassini) potati. Ma escluso il castagno non c’era legno che reggeva più di due anni sotto terra. Finchà© sono arrivati loro, le acacia o meglio robinie.
Si espandono ancora e il contadino in questa parte del terreno ripido che negli anni sessanta era uliveto e vigneto li cura, nel senso che li pota un po’, lascia solo quelle dritte e li lascia crescere finchà© sono pronti a fare il loro secondo dovere: pali per i recinti, per la vigna, per capanne. Il primo è di fiorire, per il miele: è quello pagato di più.
Ed ecco un altro fan della cassia! 😉
Cassia? Non era una strada?
Giusto! ma “cassia” in veneto è l’acacia (robinia), come il “pesso” è l’abete 😉
toh, scopro così che la cassia non è altro che l’acacia.
Il pesso invece non l’avevo mai sentito dire.