Quando siccità e freddo fanno sul serio:
La Mongolia con una superficie di 1,6 milioni di km2, grande più o meno come l’intera Europa occidentale, è uno dei Paesi più esposti ai colpi del cambiamento climatico: questa ondata di freddo, con temperature tra i -40 e i -50 gradi, fa seguito ad un’estate ed un autunno segnati da una siccità prolungata che ha distrutto il foraggio che doveva servire a nutrire gli animali durante l’inverno. I Mongoli hanno battezzato questo fenomeno meteorologico estremo “dzud”.
E il dzud si è trasformato in una immensa strage di bestiame: «1,7 milioni di bestie al 31 gennaio – spiega la Fao – Se le condizioni attuali persistono, il governo stima che le perdite potrebbero raggiungere i 3 – 4 milioni di capi di bestiame entro la primavera».