sono forse anche troppe adesso. Più che altro non sono neanche parole sue, ma perle trovate tra le macerie, citati a memoria:
“Quando sento il terremoto mi prende una estrema freddezza e chiarezza: prendo lo stretto necessario (…) e se poi dopo sarà necessario da farsi una nuova vita – pace.”
donna alla radio
“Non è il terremoto che uccide, sono le case”
Archtitetto, radio3
Poi c’era questa storia intorno Gioacchino Giampaolo Giuliani, se sono prevedibili o meno. Nel calendario delle semine di M. Thun ci sono sempre due o tre giorni ogni mese con “tendenza a terremoto” e lunedì era uno. Per curiosità il contadino ha confrontato la lista dei terremoti con i calendari vecchi dal 1992 fino adesso. Tutti tranne due erano nei giorni critici o uno, due o tre giorni spostati. Ma come hanno detto: non servono a nulla, le previsioni generiche, ma forse qualche subappalto meno e un cemento migliore faranno miracoli.
Le case andrebbero fatte di legno, e invece il mio Comune NON ME L’HA CONCESSO!
Così adesso vivo, come tutti voi, anche io in una BARA DI CEMENTO.
“Non è il terremoto che uccide, sono le case.
Soprattutto le librerie, che nessuno fissa mai ai muri”
Questo l’architetto aveva detto in televisione la sera del 6 aprile e mi si è marcato a fuoco nella memoria.
E so già che la mia libreria pesantissima di legno massello rimarrà così, appunto non fissata al muro.
Giornalista n°1
“Purtroppo non ci sono più dispersi”
Giornalista n°2
“Speriamo di potervi annunciare di aver trovato altre persone e non corpi”