Per concretizzare un po’ il dibattito sugli dati biometrici inclusi in molti passaporti futuri Il Chaos Computer Club (degli hacker pericolosissimi che andrebbero chiusi a chiave) tedesco ha pubblicato l’impronta digitale del ministro degli interni Wolfgang Schäuble, insieme al nostro Frattini uno dei grandi fautori dello stato raccoglitore di dati biometrici, dati dei provider, di targhe lette a distanza e di ogni dato che si può mettere mani sopra per creare questo bello stato sicuro che sa tutto di tutti ma senza terroristi e ogni tanto perde qualche CD o il database viene craccato dai Cinesi.
Schäuble sostiene che intanto una impronta digitale sarebbe uguale a una foto della persona. Quindi non dovrebbe avere obiezioni contro la pubblicazione della “>sua impronta (prelevato da un attivista da un bicchiere suo dopo un intervento a una conferenza)…
Per farsi una maschera di una impronta digitale bastano una macchina digitale, una stampante laser e un po’ di vinavil. E l’impronta, ovviamente. Allegata alla rivista una maschera già preparata, basta incollarla sul dito.
Chiedono che venga abbondonato la strada sbagliata, insicuro e inefficace dell’identificazione dei cittadini tramite le impronte. E che venga fatto luce sugli intralci personali tra l’industria biometrica, ministri e deputati.
[via Bruce Schneier]
Test tipo “chi ha scritto l’Orlando innamorato”??
o “come si scrive Rey(i)ki(y)avi(y)k”??
Le mie impronte digitali le hanno già schedate alla visita di leva. Dubito che abbiano buttato quei documenti e non credo alle limitazioni al loro uso.
Siamo tutti schedati. Siamo tutti registrati. Aggiungete un sistema legislativo basato sull’interpretazione e su leggi che affermano tutto e il suo contrario. Siamo tutti nel mirino. Basta un magistrato che decida di tirare il grilletto e potenzialmente sono grane a non finire. Paranoia? Chi non ha qualche scheletro nell’armadio, per quanto piccino? Tutti verginelle?