Visto che qui s’è parlato qualche volta della faccenda si fa volentieri un po’ di sano attivismo politico. Con la scusa del terrorismo si aboliscono volentieri i principi del diritto, e anche la raccolta indifferenziata di dati è un obiettivo concreto. Amnesty International vuole fare un po’ di pressione sulla commissiona europea con la campagna “Più diritti più sicurezza”:
Obiettivo 1: Stop ai rapimenti, alle detenzioni segrete, alle rendition!
Il 27 giugno del 2007 l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha adottato una risoluzione e una raccomandazione (1801) su “detenzioni segrete e trasferimenti illegali di prigionieri che coinvolgono gli Stati membri del Consiglio d’Europa”, contenute nel rapporto presentato dal senatore Dick Marty (vedi: Voli segreti – Il rapporto del Consiglio d’Europa sulle cooperazioni coperte della CIA negli Stati europei – EGA editore 2006).
Il rapporto del senatore Marty ha messo in chiaro come la complicità con gli Usa non venne fornita solo dagli Stati membri maggiormente coinvolti nel programma di detenzioni segrete, ma praticamente da tutti i membri e i partner della Nato, che sottoscrissero condizioni che avrebbero consentito alla CIA (Central Intelligence Agency) di agire liberamente nei loro territori. Il rapporto ha confermato inoltre come la CIA abbia gestito centri di detenzione segreta in Polonia e Romania e non ha escluso la possibilità che altre strutture detentive gestite dalla CIA possano trovarsi anche in altri stati membri del Consiglio D’Europa rafforzando le conclusioni a cui era giunto già il Parlamento europeo.
Sia il Parlamento europeo che gli organismi del Consiglio d’Europa hanno raccomandato l’adozione di misure volte a scoprire ulteriori dettagli riguardo quanto accaduto e a prevenire altre violazioni dei diritti umani di questa natura nell’Unione Europea.
Nessuna di questa raccomandazioni è stata fino a questo momento attuata. E’ sorprendente vedere come i più importanti organismi decisionali d’Europa abbiano fino a questo momento evitato di condannare pubblicamente queste pratiche e la complicità dei governi europei in queste violazioni dei diritti umani.
Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa non ha ancora adottato alcun provvedimento per dare seguito alle raccomandazioni dell’Assemblea parlamentare e del suo Segretario Generale.
Amnesty International sta chiedendo al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa di smettere di ignorare queste indicazioni e in particolare, chiede ai suoi attivisti e sostenitori di inviare appelli via e-mail al Presidente del Comitato dei ministri proprio in questi giorni in vista del 10 gennaio del 2008, quando il Comitato discuterà la risposta da dare alla raccomandazione e alla risoluzione adattate a giugno.
Vi chiediamo dunque di inviare e far inviare quante più e-mail potete da oggi e fino al 9 gennaio all’indirizzo di posta elettronica del Presidente del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, carica attualmente ricoperta dalla Slovacchia nella persona dell’Ambasciatore Emil Kuchár:
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