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Mese: Ottobre 2007

Niente olio

olive raccolta 2007

Ormai il contadino si è deciso di non raccogliere le poche olive quest’anno. E’ la prima volta in vent’anni che non si fa l’olio qui, – una situazione alquanto strano per uno che dell’olivicoltura si è fatto una ragion d’essere. Meno male che dell’anno scorso sono rimaste ancora un quintale e mezzo. Ora con tutto questo parlare di slow food, Igt, prodotti genuini locali e così via il contadino vorrebbe sapere se in Toscana qualcuno ha un raccolto quest’anno. Qui intorno (Montaione -San Miniato) conosce solo due oliveti (giovani) dove qualcosina c’è (a forza di Rogor) mentre uno diceva che a Buti le olive ci sono.

Notizie da altri posti? E se l’olio toscano famoso non c’è quest’anno: ne parleranno i media?

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Sostegno ideale

Non si realizzerà mai, ma il contadino sostiene la moratoria:

Secondo Ziegler, questo tipo di combustibile deve essere prodotto a partire da piante non alimentari, rifiuti agricoli e avanzi vegetali, invece che da colture alimentari. Ciò permetterebbe di evitare aumenti massicci del prezzo dei cereali, che aggravano la fame nel mondo, ha ribadito il relatore.

Egli ha sottolineato che per fare il pieno di 50 litri di biocarburante in un’automobile sono necessari circa 200 chili di mais, una quantità che permette di sfamare una persona per un anno intero.

Oltre a Brasile e Stati Uniti – principali paesi produttori – Ziegler ha criticato l’Unione europea che ha fissato al 5,75% la quota di agrocarburanti nell’energia utilizzata per i trasporti fino al 2010 (10% fino al 2020).

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Nobel fuori posto

Così al caldo al contadino sembra che la scelta del comitato di dare il premio Nobel per la pace ad Al Gore poco comprensibile. Un risultato della sua campagna è che siamo quasi entrato in una guerra contro il riscaldamento globale (mentre è diventato pane quotidiano quello contro i terroristi); ora trasformiamo pane e mangime in biodiesel (etanolo) e tagliamo la foresta pluviale per piantare palme da cocco.

Dov’è la pace in tutto questo?

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RaiTV sulla lotta contadina in Sardegna

Del fallimento del sistema il contadino aveva parlato brevemente già qui, e se ne parla di più su Greenplanet

Per chi soffre di banda larga ecco un link al servizio della Rai di ieri. Gianni Fabbris nalla mailing list di altragricoltura:

P.s.: quando la Rai ha mandato in onda il servizio, la sala del Comune di Decimoputzu era piena. C’erano due presidenti di provincia e numerosi sindaci in riunione con i contadini in lotta. Hanno visto il servizio su un televisore montato nella sala. La sensazione dei contadini, ma anche di quei rappresentanti delle istituzioni, è stata unanime: si sono sentiti meno soli, meno abbandonati a vivere il dramma dei debiti nella vergogna e l’isolamento. Forse incomincia a passare l’idea che loro i debiti non li hanno fatti perché sono incapaci di gestire l’azienda ma, se fallimento è, è di un intero sistema e, dunque, può e deve essere affrontato per il grande problema sociale che è.

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Ogm-free ti fa diventare vegan

L’idea di avere l’agricoltura europea libera di piante geneticamente modificato ha il pieno sostegno non solo del contadino e quindi si mette volentieri in evidenza il link alla petizione segnalato nei commenti giorni fa. Ma attenzione, se ti piace la carne economica “italiana” (con mangimi d’importazione…) potresti fare un autogol, sottoscrivendola. Citazione di un pdf da Agronews:

Ricordo che siamo costretti a importare quasi il 50% dei cereali. Tanto per essere chiari, allo stato attuale per l’industria mangimistica italiana è impossibile produrre senza ogm. Questo vale anche per le nostre cosiddette filiere della dop. Basti pensare che oggi la principale fonte proteica nell’alimentazione zootecnica è la farina di soia che nel nostro Paese ha una quota di importazione superiore al 90%.[…]
In sostanza, quali ripercussioni pratiche vi potrebbero essere dalla tolleranza zero nei confronti degli ogm?
Nel peggiore scenario ipotizzato dalla Commissione, l’Europa potrebbe dover fron-
teggiare un deficit di importazioni di circa 32 milioni di tonnellate di soia, di cui solo il
20% potrebbe essere sanato aumentando le produzioni all’interno dell’Ue. Entro il 2010, quindi, secondo questo rapporto, se si mantenesse questa posizione totalmente intransigente si arriverebbe a una riduzione della produzione suina del 35% con l’Ue che diventerebbe un importatore netto di carne di maiale; per la carne di manzo arriveremmo a importazioni quadruplicate, esportazioni ridotte a zero e forte incremento del prezzo della carne; per le carni avicole si avrebbe una riduzione della produzioni del 44% e un forte aumento delle importazioni a fronte di un
export ridotto a zero.

E il contadino scommette che dovessi uscire negli USA un farmaco contro il cancro grazie ad una pianta OGM tanti firmatari della petizione segnalato di sopra lo vorrebbero importarlo senza scrupoli.

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Cancro rurale dai cellulari

Ora il digital divide è anche letale, pare:

Il giornale indiano spiega come gli scienziati ritengano che i telefonini possano rappresentare un rischio soprattutto per chi abita nelle zone rurali, dove cioè la potenza del segnale viene aumentata per compensare la distanza dalle stazioni base di telefonia mobile. Hardell, secondo il Times, avrebbe dichiarato: “Abbiamo riscontrato che il rischio di tumore al cervello è più elevato per chi vive in campagna piuttosto che in città. Più forte il segnale, maggiore il rischio”.

[Mentre un altro metastudio affermerebbe che il contatto con più di uno studio scientifica a settimana può aumentare la depressione e indurre a bere superalcoolici]

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Free Burma Stats

All’azione Free Burma hanno partecipato più di diecimila persone provenienti da 146 paesi diversi, in capo la Germania (2950), seguiti dagli USA (1119), Spagna (903) e Italia (850). Una piccola goccia ma sempre una goccia.

[Piccola statistica imperfetta copiata da qui]

PS: Solo ora il contadino ha letto questo post della piccola cuoca:

In Birmania i gruppi sociali sono tre: contadini, monaci, militari (guerrieri), intellettuali e mercanti sono talmente pochi che non hanno un degno peso sociale. I contadini sono il gruppo piu’ numeroso e sono per la maggior parte analfabeti. I monaci dalle tute cremisi che dovrebbero pregare chiusi nei templi sono da anni ai ferri corti con i militari per una questione economica (le donazioni dei credenti come riso e pochi denari vengono sequestrati attraverso le tasse dai soldati e questa lenta spoliazione ha eroso pian piano il rispetto del proprio potere). La fame dei monaci e’ diventata uguale alla fame dei contadini. Che le tuniche cremisi siano uscite dai templi per evocare liberta’ di parola e di pensiero, ecco: anche no. Sono usciti dai templi perche’ nulla hanno da perdere. Perche’ da sempre i monaci buddhisti quando al potere ci sono i militari (guerrieri) perdono il proprio di potere e le stragi compiute durante i secoli nei confronti delle tuniche cremisi sono state enormi.

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La vendemmia è finita

Finita quella sul podere del contadino, 55 quintali raccolte rigorosamente in famiglia (niente rischio di multe salate per l’amico che t’aiuta…), quella nell’azienda sulla collina di fronte, 15 persone per una settimana, tutte assicurate compreso il contadino. E’ finita sopratutto è anche la vendemmia in questo stile con le bigonce e tanta gente con le forbici tra i magoli (magoli è un sinonimo di proda) che chiacherano, sudano, bestemmiano, si innamorano e si stancano.

Ieri l’altro sul podere qui di sotto per la prima volta nella sua vita ha visto in azione una vendemmiatrice (questa qui).

“Che ti sembra, può andare?” faceva l’operatore al contadino che stava guardando l’uva nel carrellone: solo chicchi pulita e neanche tanto spaccati. Può andare, sì. Un uomo solo che vendemmia due ettari in neanche un giorno, la proda che trema come fosse un terremoto in giro con la macchina ancora lontano, i pali di ferro, un trattore cingolato di 100 cavalli che tira la macchina. Diceva che farebbe il lavoro di 45 persone, sarà un po’ esagerato, ma trenta sì. E la vendemmia costerebbe la metà. Diceva che lavora bene anche nelle vigne vecchie, se uno raddrizza i pali e l’ha in mente quando pota e lega.
E anche lui ha delle vigne, 9 ettari, e dei vecchietti di ottant’anni che usavano di fare la vendemmia né sarebbe rimasto solo uno, non si trova più gente a vendemmiare, così l’anno scorso comprò la macchina e ora più che ci lavora più che si diverte, diceva.

Si vedeva che l’amava.

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Burma (e non solo) libera

Free Burma!

Circa 54 milioni persone vivono in Birmania.

Lungo l’Irrawady e nel suo delta si estende con una lunghezza di 500 chilometri la più grande coltivazione di riso del mondo.

La Birmania conta 135 etnie diverse.

La Birmania è una delle nazioni più povere al mondo, perché nella storia recente ci sono stati ristagno economico, cattiva gestione e isolamento[…]

Come numero di militari, l’esercito birmano è il decimo al mondo. Le spese militari dello stato non hanno dati certi, ma il Stockholm International Peace Research Institute afferma che il paese è tra i primi quindici stati.
[wikipedia]

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