…gli Svizzeri. Hanno fatta la tassa sul CO2:
Nel 2006 le emissioni prodotte dai combustibili sono calate solo del 4,6% rispetto al 1990. Non è stato quindi raggiunto l’obiettivo minimo del 6% fissato da Parlamento e governo. L’introduzione della tassa è quindi necessaria affinché la Svizzera possa rispettare l’impegno assunto nel quadro del Protocollo di Kyoto.
L’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha annunciato giovedì che la tassa diventa effettiva a partire dal primo gennaio del prossimo anno. La Direzione generale delle dogane riscuoterà sui combustibili fossili importati 12 franchi per ogni tonnellata di CO2 emessa, pari a circa 3 centesimi per litro di olio da riscaldamento e a 2,5 centesimi per metro cubo di gas.
La tassa aumenterà progressivamente a 24 e 36 franchi nel 2009 e nel 2010 se nel frattempo le emissioni di CO2 non saranno state sufficientemente ridotte. Il legno e la biomassa invece sono esentati.
Proventi ridistribuiti alla popolazione
Visto che non si tratta propriamente di un’imposta, ma di una misura d’incentivazione, i proventi saranno ridistribuiti due anni dopo alla popolazione, attraverso le assicurazioni malattia, e alle imprese, proporzionalmente alla massa salariale.
Le aziende che si impegnano formalmente a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra saranno dispensate dal pagamento della tassa. Finora 600 imprese hanno già concordato un obiettivo di riduzione con la Confederazione.
E’ esattamente quello che penso io, l’unico modo per incentivare l’ecologia è renderla conveniente e a questo ci deve pensare lo stato.
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