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Mese: Giugno 2007

Parliamo del tempo

E’ abbastanza strano di stare qui al fresco grazie ad un Libeccio che tira sodo sodo da due giorni mentre altrove o si muore dal caldo o si affoga.

Commenti chiusi

Parliamo del tempo

E’ abbastanza strano di stare qui al fresco grazie ad un Libeccio che tira sodo sodo da due giorni mentre altrove o si muore dal caldo o si affoga.

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Un discorso da fieno

Si diceva che l’agricoltura è finito, ma il contadino purtroppo gioca sempre a fare il contadino anche se con fatica sempre più crescente, circondato da un lato dalle piscine e dall’altro da terra incolta o in mano ai contoterzisti. L’ultima tappa necessario per continuare a giocare era che si doveva comprare una pressa. Non è che costino tanto perchà© nessuno gli usa più e gli animali sono allo zoo. Ma.

fieno.jpg

Per i non adetti al lavoro: Prima prima si tagliava l’erba medica, dopo due giorni si facevano le forcate, si rigiravano e quando era secco si mettevano sul carro e si portava nel fienile, bastavano i la frullana e i forconi. Poi arrivavano le falciatrici, il ranghinatore e la pressa, appunto. Molto meno gente a lavorare, meno fatica e un fieno un po’ meno profumato e più tritato. Questo processo per ora è fermo alla fase della pressa a rotoballe che pesano 4 quintali ogniuna quindi ti ci vuole anche la stalla che puoi entrare con trattore per portare il fieno alle bestie.

ranghinatore.jpg

Quando lui cominciava a giocare a contadino una parte del fieno lo faceva a forcate e fienile e faceva pure anche il pagliaio perchà© non c’era posto per tutto il fieno sotto tetto e nei campi dove poteva arrivare un trattore con la pressa si facevano le presse e c’erano quattro o cinque contadini che potevi chiamare e ti venivano a farle, queste presse. Per non parlare di poter offrire ai ospiti di dormire nel fienile, che è una cosa meravigliosa.

pressa.jpg
Per farlo breve, quest’anno non si trova finalmente più nessuno che viene a pressare il fieno, quindi il contadino per poter fare le sue tre o quattrocento presse ha dovuto comprarsene una per sà©. Una macchina sofisticatissima (pensate solo al fatto che fa un nodo nei due fili che legano le presse) che lavora otto ore l’anno.

Otto.

Per caso: Otto è anche il numero dei buchi/anni che fa un trapano in media (ce l’ahi, un trapano, vero?) Per dire, qui c’è qualcosa di organizzato veramente male. Comunque, ieri è andato bene e il secondo taglio del fieno è venuto bene, la pressa non ha fatto le bizze che diventa pure difficile di trovare ricambi e al contadino s’è levato un pensiero grosso. Per qualche annetto può continuare a fare il fieno con macchine che hanno la sua età .

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Concorso

Succede che un amico del contadino vuole aprire un negozio internet dove vendere prodotti biologici. E lo vuole diverso, semplice ridotto all’essenziale (si sta studiando i vari motori open source in php specialmente osCommerce e il plugin per wordpress wp e-commerce – sì, pure un negozio con carrello e tutto ti fa fare wordpress-).

In questo fase di brainstorming possono partecipare pure i sedici lettori rimasti che hanno resistito all’esodo estivo dalle rete , suggerendo un nome/dominio stravolgente che garantisce un successone.

Nel caso che uno verrà  sceltò si vince (cosa non si sà , la vita è ancora piena di sorprese).

10 commenti

Chi è senza peccati

Oggi il contadino ha falciato il fieno e dopo andava al bar per a) bere una birra e b) leggere il giornale. C’era scritto qualcosa sulla guerra dei rifiuti e che mille manifestanti e 500 carabinieri si sono guardati faccia in faccia. Non c’erano però i risultati di questo sondaggio che non esiste:

Sulla domanda “Lei pensa che bisogna ridurre drasticamente la massa di rifiuti?” risponde il 85% di sì.

Sulla domanda “Lei a casa sua fa la raccolta differenziata?” risponde il 6% di sì.

[liberamente ispirato da questo post di blogeko]

1 commento

Lotta da imbecille

Chi ritiene che l’oscuramento di un sito che inneggava alla pedofilia sia stato una cosa buona e giusta dovrebbe leggersi il Mantellini domenicale.

...l’ipotesi iniziale, quella di monitorare tutta la rete bannando di volta in volta ogni sito che si ritenga inadatto alle nostre menti è talmente sciocca ed impraticabile da non poter essere nemmeno considerata. Eppure questo è ciò che il Ministro delle Comunicazioni, evidentemente assai malconsigliato (o in alternativa interessato più ai ritorni mediatici delle sue scelte che non a tutto il resto) sta facendo. Fatti salvi i reati commessi sul territorio nazionale il resto di questa attività  di protezione ed ecumenica pretesa di controllo delle comunicazioni del pianeta che unisce la lotta contro la pedofilia e il punto di vista molti italiani che chiedono a gran voce la chiusura di questo o quel sito web, temo debba essere archiviata senza troppi scrupoli alla voce “censura di Stato”.

3 commenti

La fine dell’agricoltura

La notizia buona è che quest’aironi guardabuoi arrivati da recente qui guardana anche i trattori quando falciano il fieno o coltrano: c’è sempre da beccare qualcosa.

Quella brutta è che l’agricoltura italiana è finita e nessuno ci fa caso. Parlando ieri con L. (che falciava il fieno sulla foto e mica con una BCS) è venuto fuori lo stesso discorso. Il fieno non lo vuole più nessuno, c’era uno con 1500 bufali a Salerno che diceva di mandare il camion: mai visto, ‘sto camion, sicchà© lo disfarà  i prati e farà  forse grano, almeno si batte e si vende per il prezzo che c’è e via. Mettere gli animali da ingrasso non gli vendi ugualmente, i commercianti ti danno così poco che non fai neanche pari con le spese e i privati preferiscono di comprare poco alla volta nei supermercati. Nelle stalle grandi per 60 capi o più vedi giusto giusto due vitelli in fondo infondo che finiranno nel congelatore del (ex-)allevatore e dei suoi familiari. Senza animali butti via tutto l’erba dei prati e dei pascoli e la terra dei campi non vede mai più dell’letame. Puoi andare da qui a Firenze senza incontrare una sola mucca.

Sì, il vino Doc pare che va la Toscana è piena di vigne moderene, ma questo assomiglia più a una produzione industriale che a una cultura della terra.

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