Anno fa una figlia del contadino andava a lavorare in campagna sui terreni sequestrati alla mafia. Le notizie che giungono non sono buone – una e questa:
A distanza di soli quattro mesi dai primi danneggiamenti e sabotaggi dei mezzi agricoli, la cooperativa Valle del Marro – Libera Terra è stata oggetto di una nuova gravissima intimidazione mafiosa.
L’attentato è scattato la notte scorsa nei terreni confiscati a Gioia Tauro (località Pontevecchio), gestiti dalla cooperativa da due anni. A dare l’allarme sono stati gli stessi soci che il mattino successivo al loro arrivo hanno trovato un quadro di devastazione e diversi segnali minacciosi.
Da una prima ricostruzione ignoti si sono introdotti nei terreni aprendosi un varco nella recinzione, hanno poi forzato la porta scorrevole del capannone e messo a soqquadro l’interno. L’incursione ha portato al furto di un trattore con rimorchio, di una fresatrice, di una pompa irroratrice, di una saldatrice e di vari utensili. Sono stati trafugati anche mille litri di gasolio che il giorno precedente erano stati versati nella cisterna. Per abbattere il robusto cancello d’ingresso è stata usata la pala meccanica della cooperativa, poi abbandonata davanti al capannone.
Una furia distruttrice con annessi rituali e messaggi di intimidazione. All’ingresso del capannone sono state formate delle croci con due roncole e prima di battere in ritirata gli attentatori hanno scardinato la pesante porta e saldato il lucchetto. Un ulteriore “sfregio”, carico anch’esso di una valenza simbolica.
L’anno scorso bruciavano due campi di grano e la mietitrebbia fu sabotata poco prima della battitura. L’altra notizia è proprio di ieri:
È successo ieri, poco tempo dopo un altro atto doloso che ha colpito la cooperativa “Valle del Marro” in Calabria. Tagliati 700 dei 1000 germogli piantati nel vigneto che, da qualche mese, la cooperativa “Lavoro e non solo” coltivava a Monreale, in contrada Pietralunga, feudo dei Brusca.
Il terreno è stato confiscato al presunto mafioso Giovanni Simonetti, ed era stato assegnato alla coop “Lavoro e Non Solo”, che fa riferimento all’Arci e all’associazione Libera di don Luigi Ciotti.
“E’ in atto una controffensiva da parte delle organizzazioni mafiose – afferma in una nota don Luigi Ciotti, presidente di Libera – evidentemente preoccupate dai risultati che si stanno ottenendo nei campi della legalità.
Com’è facile scrivere la bella parola solidarietà così è difficile di vivere da vicino questi messaggi brutti e chiari. Auguri di coraggio ai ragazzi che ci lavorano.
Ciao Ste,
stamani mi hai fatto passare la voglia di scherzare.
Quando penso che, se una banda di ragazzotti esaltati uccide o azzoppa uno di lorsignori si grida subito alle armi ! con leggi speciali (quindi incostituzionali), esercito, stato di emergenza, militarizazione dei mass media, richiesta della pena di morte (è successo anche questo, con il poco onorevole La Malfa padre) e la mafia nello stesso tempo ne ammazza 1000 volte di più e le notizie appaiono nella cronaca minore, vien proprio voglia di prendere il mitra (e quindi fare il loro gioco, maledizione). Ma come fai con gente che capisce solo il linguaggio delle pallottole ?.
Scusa lo sfogo dovuto al senso di impotenza (proprio tua figlia recentemete mi ha predetto che questo secolo sarà il secolo dell’omissione. Dalle un bacione da parte mia.
Vince.
Almeno non si può dire che le istituzioni non marcano presenza:
un vero abbraccio ai ragazzi…
bisogna trovare sempre nuovi modi per resistere …
Un saluto
Non ti senti sollevato ché le iSTITUZIONI marcano.. marchette (non presenza) ?
Che darei per avere la solidarietà e la ferma condanna (la condana è sempre ferma) di fORGIONE, beata tua figlia !!
Vince.
…le autorità in queste occasioni non mancano mai di dimostrare la loro presenza e la loro solidarietà..ma questo avviene dopo,solo dopo l evento…serve veramente a poco o a nulla…Lo Stato ancora non ha capito su quale fronte combattere,su quale fronte concentrare e organizzare gli sforzi…e se vogliamo, su quali sistemi aprire gli occhi!!…
Forza ragazzi!
Io non ci conterei più di tanto alle istituzioni. Anche loro sono controllate dalla malavita. Cmq i ragazzi non devono demordere anzi devono alzar proseguire ancora + motivati. L’unione fa la forza. Solo così si può sconfiggere il male.
Beh, non dimenticherei che La Torre è stato ammazzato proprio per quella legge… che qualcuno ha pensato poi bene di vanificare burocratizzando tutta la procedura. Ma lasciamo perdere, volevo solo aggiungere anche il mio abbraccio a tua figlia e a tutti quelli che come lei hanno il coraggio di “coltivare il loro giardino”, non importa quante erbacce ci crescono e quanti serpenti ci siano nascosti dentro. Se poi cominciano a diventare tanti, le cose finiranno per cambiare, è una speranza…
coraggio! per fortuna i contadini sono abituati a lottare… far crescere i frutti della terra è sempre dura fatica. però quando i frutti che germogliano sono quelli di menti contorte…
[…] la prima volta un post del contadino (sulle minacce delle mafie a Libera) è finito su […]