E’ un doppio disastro, questo storia delle api che si smarriscono per colpa dei telefonini. Doppia perché i giornalisti, poverini, che come tutti noi non hanno mica più tempo per lavorare bene e copiano tutto senza consultare le fonti (e farsi anche un ragionamento: perché le api in America si smarriscono solo ora mentre i telefonini è un bel po che ci sono?).
Primo una piccola rassegna stampa poi si va allo studio famoso tedesco.
Sono i telefonini a uccidere le api?
Non è ancora chiaro quali siano gli effetti dei telefonini sull’uomo. Ma per quanto riguarda le api, forse si può iniziare a parlare di sterminio di massa. E’ l’ipotesi formulata dai ricercatori dell’istituto di scienze naturali dell’università di Landau, secondo i quali le radiazioni emesse dai cellulari potrebbero essere le responsabili della progressiva moria nelle colonie di api che si sta verificando ormai in tutto il mondo (e per la quale è stata coniata la definizione “Colony Collapse Disorder”).
Gli studiosi dell’università tedesca hanno sottoposto alcune arnie alle radiazioni elettromagnetiche prodotte da dispositivi di telefonia mobile. In alcuni casi, fino al settanta per cento delle api uscite alla ricerca di polline non ha fatto più ritorno.
Il titolo senza congiuntivo del Corriere:Api disorientate dai telefonini
La nostra passione per la telefonia mobile potrebbe essere la causa della misteriosa scomparsa delle api impollinatrici.
L’Espresso urla:
Una strage di api, colpa dei cellulari
Poi non è che i blog sono meglio:
Le onde della telefonia cellulare rendono le api incapaci di ritrovare la strada di casa, portandole a morire lontano.
Questa teoria e’ stata sperimentata da una ricerca dell’università tedesca di Landau, in cerca della causa del Colony Collapse Disorder, ovvero della misteriosa epidemia che ha sterminato le api negli Stati Uniti e che comincia a far danni anche in Europa.
L’esperimento consisteva nel mettere un cellulare vicino ad un’arnia: le api se ne allontanavano senza fare ritorno, lasciando la regina e le operaie addette alle pulizie senza rifornimenti di cibo.
Allora, questi laborosi studiosi tedeschi, cosa hanno fatto davverò? Lo studio risale al 2006, il telefonino era una stazione base DECT (Thomson Deriva a 155) in standby, quindi un cordless. Hanno preso 15 api a arnia, li hanno marcati, portati lontano e lasciati andare, rigorosamente scientifico ma un po’ lontano dalla natura, visto che un terzo si è smarrito sempre: 293 api (63,0%) non esposte alle onde e 229 (49,2%) api irradiati ritrovarono l’arnia. Pare che nessuno ha letto neanche l’abstract in inglese (o solo per ricavarci la cifra di 70% delle api che non ritornano che spunta in qua e in là):
This presented data is based on earlier studies from 2005, which showed significant differences in returning for the radiated bees, in some cases up to 70% loss compared to the non-influenced ones.
Quindi questo era nello studio prima. Nella discussione finale gli autori dicono
Im Vergleich zur Pilotstudie fallen die Ergebnisse der Folgestudie uneindeutiger aus. Es kann allerdings wiederum ein deutlich überzufälliger Unterschied zwischen bestrahlten und unbestrahlten Völkern im Rückfindeverhalten beobachtet werden.
Paragonato allo studio preliminare i risultati sono meno evidenti, ma si si può constatare una differenza evidente “sovracasuale” (nel modo di ritornare tra le api irradiate e le altre.
Il giornale inglese L’Indipendent dal quale tutti hanno copiati (e tradotto male anche) pare più che altro indipendente dalla verità. L’autore dello studio è molto cauto su questi primi risultati e loro invece:
Scientists claim radiation from handsets are to blame for mysterious ‘colony collapse’ of bees
[…]
éNow a limited study at Landau University has found that bees refuse to return to their hives when mobile phones are placed nearby. Dr Jochen Kuhn, who carried it out, said this could provide a “hint” to a possible cause.
Dal inglese all’italiano “mobile phones” diventa “telefonino” invece del originale cordless. Ma la notizia “cordless ammazza api” sarebbe meno gustoso.
Fazit: Se molte delle notizie nascono con questo metodo la stampa e i telegiornali sono più fiction che realtà.
Manchiamo di una cultura dello scetticismo e del “risalire alla fonte”.
Io stesso mi sorprendo troppo spesso ad accettare un sacco di cose solo perché mi vengono dette o le leggo in giro…
Come trovarsi le informazioni andrebbe insegnato a scuola.
Quanto alle api, la mia scommessa (disinformata) é sui pesticidi.
Se fossero i cordless il problema si potrebbe risolvere più facilmente dovrebbero essere di meno. Spero che in un modo o in un altro il problema si risolva per le api e per noi
Circa dieci anni fa fu pubblicata da un giornale locale una notizia ( falsa e denigratoria)su una persona che conoscevo molto bene. Ho rintracciato il giornalista e gli ho chiesto come si permettesse di pubblicare qualcosa di falso; la risposta è stata: – Noi non siamo supposti a controllatre la veridicità di quello che pubblichiamo, Le notizie arrivano dalle questure e noi le pubblichiamo-.
…..Professionisti o mercanti di caos?
Beato te che sai le lingue…
Ciao Contadino.
Ps: solo un saluto: passavo in zona.
complimenti e grazie contadino