“Chi è che ci vuole ancora bene? Chi vuol bene ai pastori? Nessuno… C’è giusto il mio cane, che mi vuole bene. Altrimenti, tutto dove vado c’è qualcuno che mi trova da dire. Qui è il Sindaco, là un contadino, una signora perché la capra ha mangiato la siepe, un altro perchèé blocchiamo il traffico. Al massimo piace guardarci in foto…”
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Quando il petrolio arriverà a 150 o 200 dollari faranno (e farò) la fila per avere i prodotti della terra dal contadino vicino a casa propria.
C’è pastorizia e pastorizia. Anche la pastorizia può essere devastante. Ho toccato con mano, sui monti del tortonese (erano vacche, non pecore, ma veramente TROPPE vacche e distruggevano tutto per conto di chi le porta là in massa).
Di qui passano, facendo uno slalom sempre più incasinato tra i fabbricati e quello che vedo è che ingrassano i terreni ma le piante con la corteccia tenera (e buona) addio. Però è anche vero che ci si rifà sempre sui poveracci, come se i potenti avessero bisogno anche di essere difesi.
Grazie per il bellissimo link… non lo conoscevo 🙂
ciao
hai ragione Aldo, quando sono troppe (pecore o vacche) e mal gestite sono un danno (ci sono alpeggi dove si leggono i segni della devastazione persino a guardare le mappe di GoogleEarth, e non sto esagerando!)
gerardo, per certe piante capre e pecore possono servire per tenerne indietro l’avanzata (nel caso di specie infestanti non autoctone). se invece erano piante “coltivate”, allora quello è un pastore che ha sbagliato!