Crimi spiega (con l’aiuto visibile dello staff nuovo di video-maker) cosa faranno. Tra questo spunta il “recall”, ovvero un richiamo di un eletto da parte del suo elettorato. Secondo il M5S questo sarebbe in uso in molti stati e funzionerebbe come deterrente.
Il contadino ha provato un po’ di fact-checking che è un bel sport.
Paesi dove c’è una forma di recall: Taiwan, Filippine (livello locale), Bolivia, Uganda, Venezuela, Kirgistan, British Columbia, Canada. In 19 stati degli USA esiste ma viene usato quasi esclusivamente su livello locale di comuni (2000 mila casi nella storia) per colpa della difficoltà di ottenere il numero di firme necessari a livello di stato e frequenza rapida (2 anni) di elezioni). Infine in Svizzera in una decina di cantoni si può mandare a casa il consiglio cantonale in toto, con un certo numero di firme (5000-20’000 secondo il cantone). Ultimo evento: un recall (fallito) in Berna, anno 1852. Il recall per il singolo eletto è a casa quindi più nei paesi anglosassoni.
La fonte è questo paper, la conclusione:
Esperienza all’estero hanno dimostrato che ci sono molte insidie nell’attuazione di un sistema di richiamo e vi è la possibilità che esso raggiunga il contrario di quello che doveva raggiungere. Particolare cura deve quindi essere preso per affrontare potenziali problemi in anticipo e pensare alle possibili conseguenze di tale proposta.
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Tra i svantaggi vengono elencati:
- I costi elevati (elezioni parziali magari poco prima di elezioni regolari)
- I soldi. Chi dispone di quattrini in pratica può “comprarsi” un recall.
- Populismo: l’eletto non fa il giusto ma il più popolare
Vediamo cosa esce nel dibattito nelle aule. Ma forse le priorità non sono quelle, nella nuova legge elettorale.