Al contadino piacciono sopratutto questi studi che confermano cose che crede già, tipo questo qui :
Uno studio del governo inglese indica che l’adozione del sistema operativo open source permette di ridurre i rifiuti tecnologici del 50%.
Veramente non è neanche uno studio scientifico, ma facciamo finta di niente.
Anche senza leggere quello che c’è scritto nella pagina indicata direi che il concetto è sensato: se elimini l’obsolescenza programmata che serve a far “tirare il mercato”, curi al massimo la cosidetta backward compatibility e fai una propaganda mirata non a vendere macchine in grado di eseguire le funzioni mirabolanti ma a dare (o semplicemente a lasciar tenere) al singolo utente quel che gli serve (spesso risparmiando sulla potenza degli apparecchi e potendo continuare ad usare quelli più vecchi almeno per gli scopi più “leggeri”) ottieni una notevole riduzione del “turn over” del parco computer e una consistente riduzione della produzione necessaria. Paradossalmente, capita spesso che i computer più vecchi consumino pure meno. Sicuramente consumerebbero meno quelli nuovi di pari prestazioni.
Mi sembra che il ragionamento regga bene.
Purtroppo (e per ovvie ragioni di mercato) le case produttrici di software sono restìe a rilasciare i loro programmi per sistemi operativi open source. Ad esempio, da musicista ti devo dire che non mi risulta che ci siano molti programmi seri per fare musica su sistemi operativi open source.
ma poi, l’utente cretino come il sottoscritto, quando va nelle cattedrali del consumo si trova solo roba con preistallato Vista!
Va bene che l’igmoranza ha un costo, ma trovare qualcosa di alternativo…