Dare una mano alle vittime (magari anche a quelli che vivono là dove è stato usato) ma sopratutto parlarne, di quella moda di spargere uranio impoverito in giro nelle missioni di pace; troppo comodo come metodo di smaltimento, e non dire che si deve usare perché è cosi peso. Tutto torna alle sue origini, prima o dopo.
Cari Amici,
ho aperto con 10.000 euro una sottoscrizione a favore delle vittime dell’uranio impoverito, per cercare di intervenire in tempi brevi in aiuto delle famiglie devastate dalla perdita di un congiunto o dalla malattia contratta al rientro di una missione.
Dopo 45 morti e 513 malati ma soprattutto, dopo i silenzi e gli imbarazzi da parte delle istituzioni, proviamo assieme ad arrivare dove le ipocrisie e la mancanza di responsabilità da parte dello Stato non possono.[…]
Non spetta ad un ragazzo di 20 anni decidere se andare o no in un posto o un altro del pianeta, non spetta a lui decidere se la missione è di pace o di guerra, lui ha solo il dovere di servire lo Stato che lo comanda, e il solo diritto di non sentirsi abbandonato dallo Stato.
Credo che la partecipazione alla sottoscrizione, con qualsiasi cifra riteniate opportuna, sia un atto di civiltà verso vittime ignare e inconsapevoli.Grazie
Franca Rame
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