Qualcuno si ricorda di questo?
“Conosco i miei polli. I miei polli li conosco bene, perché allevarli è il mio lavoro da tutta la vita. E da quarant’anni li allevo a terra dando loro gli stessi cereali che una volta si cercavano da soli in campagna. Ve li garantisco io e ci metto la mia firma. Francesco Amadori”.
E’ finito la festa. Per lui e i suoi simili:
La legislazione italiana, in materia di sicurezza alimentare, grazie anche all’impulso della comunità europea, è molto severa.
Ciononostante ci sono molte aziende che, pur di aumentare le vendite, promuovono il proprio prodotto – magari di scarsa qualità – “ingannando” in qualche modo il consumatore e spingendolo a fare acquisti che, se avesse avuto a disposizione tutte le informazioni necessarie, non avrebbe fatto.
Come ci si può difendere? Esiste uno strumento, che si affianca a quelli tradizionali della repressione penale (per i reati di frode alimentare) che negli ultimi anni è diventato sempre più importante. Il codice del consumo consente infatti a qualsiasi cittadino di segnalare ad un organo indipendente (l’Autorità garante della concorrenza, nota anche come Antitrust) casi di pubblicità ingannevole e di altre pratiche commerciali scorrette.