Il passaggio del post perfetto sull’influenza suina che ha colpito di più il contadino era questo:
…questo non e’ il 1918, la popolazione mondiale da allora e’ quadruplicata, ci sono 100 volte piu’ maiali e 1000 volte piu’ pollame che nel 1968 (quando ci fu un altro grave outbreak); ci sono molti piu’ viaggi
4, 100, 1000. Mangiare troppo carne ci porterà all’autoriduzione?
L’articolo segnalato ci da la visione scientifica nella quale sembra tutto un orologio: RNA, geni, sistema immunitario, DNS e così via. Ma ovviamente è solo una parte della realtà, per esempio i non vaccinati si dovrebbero ammalare tutti quanti quando il virus si diffonderà su scala ampia, visto che nessuno ha gli anticorpi ancora. Ma non è così. Una malattia è sempre qualcosa di personale, non casuale.
scritto molto bene l’articolo, talmente bene che anche se lunghissimo l’ho letto tutto (rarissimo).
L’autrice mi e’ apparsa talmente convincente che mi sono anche detto “forse i vaccini non sono cosi’ “pericolosi” come penso”.
Poi ho incominciato a leggere un po’ di commenti e le risposte dell’autrice, ho cominciato a notare una certa convinzione ed arroganza. Ho ripensato allora ad alcuni passaggi dell’articolo e ad una certo sarcasmo pungente; morale “Chi non crede nei vaccini e’ un povero scemo”.
No, no, troppo convinta, troppo ego = fondamentalista = non affidabile…