Il problema dei fitofarmaci in agricoltura convenzionale non è solo che finiscono nei campi o nei prodotti che mangiamo. Vengono prodotti da qualche parte e possono succedere cose che non dovrebbero succedere.
Il 1. novembre di 20 anni fa, un incendio distrusse un deposito dell'azienda chimica basilese Sandoz a Schweizerhalle, nel cantone di Basilea Campagna. Venti tonnellate di insetticidi, fungicidi ed erbicidi si riversarono nel Reno, provocando un inquinamento del fiume fino in Olanda, con "drammatiche conseguenze per la fauna e la flora", precisa l'esperta del CIPR.
E qui intorno chi ha le olive "sane" (privo di baco) lo deve al Rogor. Forse qualcuno ricorda quando scappava quest'insetticida:
La mattina del 18 luglio 1988, alle 6.15, nell?industria chimica Farmoplant, della Montedison, a Massa Carrara, scoppia una cisterna di 40 metri cubi contenente Rogor (un pesticida) e cicloesanone (un solvente). Entrambi sono altamente tossici.
Si sviluppa un incendio, spento dopo alcune ore, e una gigantesca nube nera si alza in cielo. Circa cinquanta mila persone, tra villeggianti e residenti, terrorizzate dal fragore del boato, scappano, intasando le autostrade, e cercano rifugio in zone più interne, verso le Alpi Apuane. Per trenta ore non viene dato un allarme ufficiale e la popolazione non viene informata della gravità dell?incidente, ma 150 intossicati, solo il primo giorno, si rivolgono ad ospedali e pronto soccorso: accusano tosse, arrossamento degli occhi, tracheiti, abbassamento della pressione e brachicardia.
Ma intanto le olive trattate sono "sane", mentre la gente lo è molto di meno.
La zona industriale apuana, inoltre, comprendeva fino alla seconda metà degli anni ottanta un importante polo chimico, la cui dismissione si è resa necessaria in seguito a una lunga serie di incidenti iniziati nel 1978 e culminati il mattino del 17 luglio del 1988 con due esplosioni nel reparto di produzione del pesticida Rogor 3. Dopo dieci anni dalla chiusura degli impianti ANIC-Agricoltura e Farmoplant ed in attesa del completamento delle bonifiche, lo studio conferma nell?area dei comuni di Massa e Carrara un indice di mortalità più elevato rispetto a quella dell?intera regione.
commenti (4)
Da aspirante contadino, privo di ogni conoscenza e saggezza, volevo chiedere pareri e consigli. Per capire meglio. E agire di conseguenza.
Qui in Liguria chi fa l'olio mette in conto almeno 2 trattamenti con il Rogor o una altro prodotto che non ricordo. Il Rogor comunque è quello più usato. Dicono che è tutto biologico ma tutti fanno i trattamenti. Perchè, dicono, altrimenti butti tutto. In effetti l'anno scorso non ho fatto nulla alle piante di ulivo, per mancanza di tempo e perchè era il primo anno con quel terreno. Il risultato sono state olive praticamente marce, tutte, assolutamente compromesse dalla mosca.
Domandone: Se non faccio i trattamenti che olio ottengo da olive "begate", come le chiamano qui? Che alternative ci sono al Rogor? Dove sono io le trappole a feromoni non funzionano perche intorno le campagne sono tutte abbandonate e io non ho un'estensione tale da renderle efficaci. Voi esperti di olio come fate? Mi aiutate a capire?
Usare lo zolfo o il verderame sulla vigna non è comunque usare prodotti chimici? Riperto, non voglio assolutamente fare polemica, ma solo capire a fondo per decidere come partire con le mie piante.
Grazie per la pazienza, a presto.
Ciao.
Stefano
Stefano | 02.11.06 13:04
02.11.06 13:04
L'unica cosa di fare contro la mosca è di frangerle presto, a volte molto presto, prima che marciscono. Tra rame e zolfo e i derivati dei gas nervini (quasi tutti i diserbanti, fungicidi, instticidi) un po' di differenza c'è comunque. Il rame mi piace meno dello zolfo, ma nella vigna è indispensabile, mentre per patate e pomodori non ha bisogno, ma questo dipende dalla zona. Non tutto può venire in tutti i posti.
ste | 02.11.06 18:27
02.11.06 18:27
Grazie ste delle indicazioni. Un'altra cosa se permetti ( te l'ho detto che sono aspirante.. e quindi scoccio....)Suggerisci di frangerle presto le olive, ma qui la prima ondata di mosche è arrivata a fine luglio. Io non sono esperto ma frangere a luglio non saprei nemmeno dove andare. I frantoi li in zona Imperia hanno aperto da due/tre settimane. Questo significa che le olive hanno già subito attacchi da parte di 3 generazioni di mosca. Sono i dati del bollettino della regione.
Secondo la tua esperienza, quanto si perde in qualità con un'infestazione simile? L'olio franto da olive bacate è più acido? O che altro?
Scusate le domande magari molto banali ma ripeto è un'argomento che mi sta a cuore.
Grazie ancora per la disponibilità.
Stefano
Stefano | 02.11.06 20:14
02.11.06 20:14
Qui le prime olive bacate si vedono di solito fine agosto incima sulle piante (vuo dire che sono state pinzate inizio luglio), e prima della cattura massale (che quest'anno funziona solo a metà) inizio Novembre erano bacate tutte (su quelle verdi ancora senza foro di uscità).
Le olive bacate sono più mature e rendono un olio con meno fragranza che qui si manteneva anche tre anni senza diventare rancido. Magari ha anche più acidità, ma sempre sotto 1%.
La perdità dipende dalle possibilità di raccoglierle in tempo prima che cadono. Vanno tenute pochi giorni in cassette, massimo una settimana.
ste | 02.11.06 22:21
02.11.06 22:21