La vecchiaia è brutta. Il contadino non si ricorda mica più bene della sua prima volta. Era durante quella festa del compleanno, con lei disponibile per chi la voleva? O era nelle vacanze in Grecia, in quella taverna, che la sua frizzante dolcezza la capovolse? Comunque sia, da qualche parte la sua prima Coca-Cola l'ha bevuto. Però non arrivava mai a essere un dipendente, anzi, presto la Coke finiva nella cantonata delle cose da boicottare. Questo suo atteggiamento deve aver intuito il responsabile marketing della case editrice Lindau che chiedeva in una mail se magari aveva voglia di parlare dell'Inchiesta proibita, l'ultimo libro del giornalista francese William Reymond che vive da tempo negli Stati Uniti. L'hanno mandato infine pure una copia e lui è già arrivato alla seconda parte dove si parlerà della espansione del mercato.
Ha imparato tante cose sul Vin Mariani (come diventava ricco, quel tizio!), sugli farmacisti e i drug-store del America degli anni 1880, le Soda fountain e l'antiproibizionismo. Che l'uomo deve bere qualcosa in tutti modo e se gli vietano l'alcool beve la coca con le noce di cola con tanto zucchero caramellizzato perché amaro. Tempi un po' diversi, erano questi. La chiamarono "dope" e droga è rimasto anche se la cocaina l'hanno tolto dopo vent'anni e i diritti sulla ricetta pare che non l'avevano neanche mai. Ma ora deve smettere di raccontarvi tutto che voi lo dovete comprarlo e leggerlo da voi e dopo magari potete prestarlo ad un amico/a, 'sto libro.
commenti (1)
Bene anche sottolineare che il primo stato da cui parti' il proibizionismo fu la Georgia, e che la CocaColaCompany era di Atlanta, GA....
Fufluns | 31.01.07 15:53
31.01.07 15:53