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Welby, Dio, medicina

Sottoscritto in toto:


Il punto è che nessuno ha il diritto di imporre le proprie concezioni esistenziali, qualunque esse siano, a un altro, soprattutto quando si tratta di cose così private come la gestione del proprio corpo fisico. Detto questo, aggiungiamo che, per questa ragione, secondo noi una nazione, se vuole essere una nazione civile, dovrebbe dotarsi di leggi che tengano conto del fatto che ognuno ha il diritto di accettare o rifiutare questo o quel dogma, questa o quella teologia, e che ha il pieno diritto di disporre del proprio corpo come meglio crede. Uno scienziato o un teologo può pensare quello che vuole sui concetti di vita e morte, ma non ha alcun diritto di imporre le sue concezioni agli altri.

Per parte sua il contadino non è per niente convinto che le sofferenze smettono in automatico con l'ultimo battito cardiaco. Quello che sente i dolori (una scottatura, ma anche la gelosia, la paura e il desiderio insoddisfatto) è il corpo astrale, che puo' impegnare tanti anni per dissolversi nella sua sfera.

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commenti (7)

m:

Personalmente non sono contrario a quello che ha fatto Welby, chiedere l'interruzione di una cura dovrebbe essere possibile.
Sul fatto che si debba poter disporre del proprio corpo e della propria vita purtroppo non è considerato possibile proprio dallo stato civile. Il problema è semplice: chi si ammazza o si rende fortemente menomato diventa volontariamente o un peso per la società, o un elemento in meno per la stessa.
In Italia il suicidio è reato non per diritto canonico, ma per diritto italiano.

Con tutto ciò, i funerali per me potevano farglieli anche in Chiesa, evitando polemiche inutili e dannose.

Non entro in merito alla questione, fiumi e fiumi di parole, articoli, carte (bollate) sono state scritte ed altrettante ne scriveranno. La mia opinione in materia me la tengo per me (così non sono attaccabile deh:-)). Ma l'appendice aggiunta da ste mi vede concorde al 100%. Anzi, sto proprio leggendo un libro di Umberto Eco che transita per l'argomento di cui sopra, che mi sta togliendo il fiato: "La misteriosa fiamma della regina Loana". Lo consiglio a tutti, sia per i pro, che per i contro. IMHO

Io penso che l'uomo non sia un possedimento o un oggetto sensa pensiero, che appartiene a qualcuno o addirittura ad una società, la quale può fare di lui quello che vuole.
Un uomo cosciente che soprattutto non fà male a nessuno ha il diritto di poter scegliere se essere curato o no.
Nel caso di Welby secondo me, non era neanche più una cura, riuscivano a mantenere in vita un cervello in un corpo ormai mezzo umano e mezzo macchina.

Ho evitato a lungo di scrivere sull'argomento. Ma...Welby sarebbe vivo se non ci sarebbe stata una macchina? fino a che punto la nostra tecnologia ci sta aiutando araggiungere il senso dell'eterno? (eterno in secoli, non solo in un secolo visto la nostra longevità). E se uno decide di andare oltre quella macchina?
Poi la Santa Romana Chiesa Cattolica è questa roba qui: il Papa è infallibile (altrimenti potete fare altri scismi e siete comunque eretici se andate contro quanto detto o espresso dal Papa). E pertanto Welby andrà all'inferno. Detto 'papale papale'. Non l'hanno detto in modo pubblico ma il catechismo l'abbiamo studiato tutti oppure no?
E no nessuno è veramente cosciente fintanto che NON si trovi al posto di Welby. Ognuno in quanto individuo decide per sè, in quanto persona decide per molti altri e in quanto cittadino decide per la polis (o lo stato).

lory:

Ciao,
io credo che se dovessi avere una malattia che mi renda un rudere, un corpo in attesa della morte..preferirei andarmene con un po' di dignità, e deciderne il momento.
Non siamo forse liberi almeno del nostro corpo?A quanto pare no,ma si dovrebbe!
E credo che la chiesa non dovrebbe impicciarsi del corpo degli altri!Forse sono un po' dura, ma è la mia opinione.
Buon anno!

ste:

@m:N on mi risulta che il suicidio è (ancora) reato, in Italia; questo toglie nulla dal fatto che è sempre un atto da rimpiangere, per chi lo fa (penso) e per gli altri.

Il punto è saper individuare esattamente il punto sottile da dove rinunciare alla prossima cura (chiamiamola cosi', penso a tutto che la medicina moderna ha a dispozione). Ricordo bene l'incomprensione totale quando la pastora del podere decise di non prendere gli antibiotici. Ora è guarita bene, senza alcun "danno collaterale" della cura stessa.

Prima era piu' facile, perchè nessuno avevo un cellulare con sé per chiamare soccorso, gli ospedali erano lontano e si poteva fare molto meno. E il rapporto con la morte era senz'altro piu' naturale. Oggi siamo richiamati individualmente di trovare una posizione in materia.

basilico_fresco:

Personalmente sono grata a Welby perchè con il suo caso umano almeno sta facendo discutere (e si spera che da tanto bla bla esca fuori qualcosa di concreto ed utile a tutti; poi chi ne vorrà usufruire sarà libero di farlo secondo la sua coscienza e/o credenza e/o comodità del momento). Ma vorrei dire qualcosa che ha a che vedere con "la comodità del momento"... ma chi sono i veri cattolici? Quelli che lo dichiarano e poi divorziano? Quelli che mandano i figli a catechismo e poi vanno a fare turismo sessuale a Cuba? Personalmente vorrei tanto incontrare uno dei milioni di cattolici italiani quando, sulle striscie pedonali, attendo con pazienza che qualcuno rallenti per poter attraversare...

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