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Parli con la tua macchina?

Terzo appuntamento dei "Martedì degli spiriti" (qui il e ). Il contadino questa volta tenta di parlare di quelli dietro (o dentro) le nostre macchine, arnesi e meccanismi.

Quando si parla di spiriti o esseri della natura, difficile che uno pensa ad un automobile, un trapano o un ascensore. Fate, ninfe, nani e spiriti di alberi e stagni incantati sono gli immagini che ci vengono più facile. Ma visto che ci dicono che dietro tutto quel che esiste sullo piano fisico ci sarebbe un essere spirituale (o meglio: una piramide gerarchica con un capo e tanti subordinati su vari livelli) è solo logico che pure il tuo computer su cui schermo leggi queste frasi ne ha uno. E siamo noi i creatori (inconsapevoli) ed anche i responsabili.

Se te sei tra quelli pochi che dispongono già della nuova "capacità meccanica occulta" non dovresti aver problemi di aprire il link "continua" senza usare ne mani ne mouse. Vincendo e forzando la macchina con la mente.

Lo spirito di un meccanismo,di una macchina, di un arnese o di un impianto nasce nel momento quando l'ultimo bullone viene strinto, quando è completato tutto. Ci fanno un servizio per cui sono stati ideati e in compenso s'aspettano la loro manutenzione e riparazione. Sono sempre disponibile, pronti in attesa che vengono usati. Quando non servono più bisognerebbe smontarli nei loro singoli componenti, così cessano di esistere e possono sciogliersi nel etere universale.

Al contrario lo spirito di una macchina buttata via intera sente questo atto come un atto di disprezzo e chi ne è responsabile verrà ri confrontato con lui, nel suo tempo. Visto le macchine moderne che non si possono neanche più aprire per ripararli figurati per smontarli e riusare le componenti: accumuliamo un bel debito. Chi ama andare ai disfacimenti li sente, queste cose.

Ma d'altra parte le macchine si possono anche amare, possono diventare tutt'uno con noi che li comandiamo, magari per abbellire il mondo. Ci parliamo pure, come anche i grandi scrittori contemporanei, per esempio qui e qui. E questo rende lo spirito meno grigio. Al contrario, con un po' d'immaginazione uno può anche arrivare a quel che succede nello spirito di un cruise-missile, per esempio, qui il grigio va verso il nero.

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Una cosa sono i meccanismi semplici come una serratura o un forno a microonde, un altra tutto quello che appartiene alla tecnologia informatica. Di regola sono già macchine costruite da altre macchine. Se ne parlato già un po' qui. Nota il tuo PC, il cavo ( se c'è ancora un cavo) che va al server del provider, i programmi e sistemi operativi installati di qua e di là e poi la ragnatela globale di fibre ottiche, satellite che connette ad altri server ancora. Questi sì che sono pericolosi per noi.

Nel terzo volume ci vengono presentati tre spiriti concreti: Un piccolo telaio per tessere, una motosega e una cucitrice vecchia, a pedale. (La traduttrice ci racconta che alle macchine piace la comunicazione, quasi aspettano che i loro proprietari gli rivolgono la parola.)

Molto diverso il tono di questi tre colloqui. Il telaio è un essere piccolo, non sa molto, ed è contento quando viene usato, purtroppo questo succede poco. Ama i tessuti colorati. La motosega invece è un sistema chiusa, fatto per distruggere. Aspetta anche lei sempre di essere usata, e lì che si sente completa. Non gli importa niente di quel che taglia, se un tronco o una gamba. Vuole benzina buona e olio pulito, non essere surriscaldata, non ama arrugginire e stare per ore nel sudicio. Se uno rispette queste cose funziono bene. Niente si speciale, ma a sentirlo direttamente fa un certo effetto.

E come si sente lei, a parlare con gli uomini? Molto strana, dice, e che dobbiamo stare molto attenti che le macchine non sviluppino troppo autocoscienza, perché così potremo trovarci con molti nemici. Perché gli dimentichiamo continuamente, e nessun essere viene dimenticato volentieri.

Per migliorare il rapporto ci propone, simile come Serafina e tutti gli altri, di tener presente la loro esistenza.

[Segue il prossimo martedì.]

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