Seconda puntata delle presentazione di qualche compagno spirito naturale, dopo Serafina. Il contadino si è deciso di limitarsi su quelli presentati nel secondo e terzo "Quaderno di Flensburg", perché il primo è disponibile già in italiano e quindi l'eventuale interessato può leggerselo nel originale che è meglio che in quel linguaggio campestre che si coltiva qui.
Prima di introdurre gli spiriti creati da noi (macchine ed altro) oggi si parla del fumo omnipresente, nei tubi di scappamento, nei camini e nei bar.
Da tutte le civilizzazioni quella indiana-americana aveva la relazione più intimo col fumo. Coltivavano per primi il tabacco che ora è parte importante della cultura mondiale. Columban, lo spirito o l'essere del fumo, da una parte è il fumo, dall'altra lo dirige e lo custodisce. Il suo compito è di formare il fumo in modo giusto, di tutti i tipi compresi quelli cattivi puzzolenti.
Così ha una personalità multipla, tutti i fumi sono parte di lui, am anche il singolo fumo ha una sua personalità specifica.
Il fuoco brucia roba diversa, e qui dice una cosa interessante: il nostro olfatto sarebbe rimasto così archaico che possiamo fidarci quasi sempre. Dietro quello che puzza ci sarebbe sempre anche uno spirito poco gradevole. "Il naso non può mentire. E così vecchio che ancora non l'ha imparato."
Per lui il fumo di legno è piacevole, la legna brucia volentieri; anche quello del carbone. Bruciando carbone in un certo senso sarebbe il contrario della crescita di un diamante, l'elemento C è un elemento molto speciale. Ne nasce anche poco fumo.
Diversa è quando brucia petrolio. Un fumo nero che puzza tremendamente, perché "i ricordi rinchiusi nel petrolio non sono stati rielaborati ancora e per questo produce molto fuliggine". E quando brucia la plastica (di cui siamo completamente responsabile noi) non si possono muovere liberamente. Vorrebbero trasformare tutta la materia, ma dalla plastica rimane una scoria.
"E come vi sentite nel fumo delle sigarette?"
"Ha ancora qualcosa addosso del culto. Fu un atto cultico per finire l'ebrezza sanguinaria. Questa qualità non si può togliere dal tabacco e dal fumo del tabacco. Nato sul continente americano che ha il compito della mortificazione, un compito che ancora non è giunto al culmine, il fumo contiene questo impulso della mortificazione. Ogni fumatore esprime in un certo senso un desiderio di morte inconscio. Questo fumo non ci fa male. Il fumo è sempre un passaggio tra due mondi." E il contadino che fumava per vent'anni è del opinione che queste scritte macabre sui pacchetti odierni fanno nient'altro che incentivare il desiderio di morte e quindi il fumo...
L'incenso garba naturalmente, ci sarebbero legati forze solari eterici fortissimi, che scaldano lo spazio quando vengano liberati e rende il confine col mondo spirituale più sottile. Con l'incenso si possono neutralizzare benissimo piccoli demoni (un bel esempio di un demone grosso è il fanatismo -NdR).
Un altro elemento interessante riguarda i grandi incendi, che si sviluppano sempre di più negli ultimi anni. Secondo Columban ci partecipano dei grandi spiriti del fuoco che così crescono ancora e tentano di guadagnarsi la "libertà piccola", come l'hanno già gli spiriti dell'acqua, e questo è il motivo per l'aumento di questi eventi.