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l'angolo del poeta

Il contadino a volte va a dare una mano al fabbro, per guadagnare i quattrini per pagare la bolletta telecom. Questo fabbro è anche poeta, e per l'occasione della trebbiatura del grano, che viene fatto di questi tempi, aveva scritto le rime seguenti (sempre attualissimi...)



La trebbiatura

E' giunto il giorno della trebbiatura

e per il colono è giorno di festa.

Così prepara l'apparecchiatura

per veder se nessuno poi protesta.

Quest'anno fu clemente la natura

e venne la stagion come richiesta.

La contentezza gli si legge in fronte

perchè sull'aia vede quel bel monte.



Or quelle masse sono li già pronte

ma son costate sai tanto sudore.

Prima che il sole uscisse all'orizzonte

fino a la sera stette a tarde ore.

E su la terra ci solco l'impronte

poi venne il turno del seminatore

e appena il grano ha visto germogliato

da cima a fondo tutto l'ha zappata.

Così di quell'erbacce liberato

a vista d'occhio vide crescer il grano.

A l'ultimi di giugno l'ha tagliato

e l'ha tagliato con la falce a mano.

L'ha riunito tutto e ben legato

fece le barche* il più sapiente anziano

ed ora l'ha portato li sull'aia

e già sta preparando sacchi e staia.

E' tutta indaffarata la massaia

li stà cuocendo paperi e tacchini

e di piccioni n'ammazza sei paia,

nel pollaio è rimasto sol pulcini,

sparita o quasi la conigliolaia

e si sente l'odor dei cantuccini

mentre il capoccio, senza alcun rimpianto

prepara tanto vino, e del vinsanto.

Poi cominciò dal contadino accanto

e via via sempre più lontano

'chè di quel grano ce n'aveva tanto

per sentir se le davano una mano*

invitava il fattore, come vanto

e qualche personaggio paesano

ed a quei tempi come ben saprete

non si faceva niente senza il prete.

A tavola li pronti li vedete

perchè a mangiare ci son proprio tutti

senza bisogna di dirle: Prendete!

mangiaron tre salami e due prosciutti.

E non importa dirle: Su, bevete!

perchè parecchi fiaschi l'hanno asciutti

hanno mangiate tutte le portate

è avanzato soltanto le patate.

E così via per quasi due giornate

chi lavora a la paglia e chi a la loppa

ma questa gente molto rimpizzata

lavorano con aria stanca e zoppa.

Il contadino ancor fa faticate

i sacchi porta tutti sulla groppa

mentre la guardia al fresco pisolava

sul taccuino tutto l'annotava.

Così la trebbiatura terminava

di sacchi ne contò più di trecento

se pur dalla stanchezza barcollava

ma sorrideva ed era assai contento.

Ed ora con la mente già sognava

cosa comprar' con tutto quel frumento

pensava a due suini e una capretta

ed infine comprar la bicicletta.-

In quel mentre giungeva di gran fretta

un inviato del signor padrone.

Di questo monte la metà mi spetta

le disse, e cominciò la divisione.

Dal monte del colono un altra fetta

lo prese il seme per la nuova stagione

ed infine ne prese otto quintali

per pagare le spese poderali.

Dopo, arrivò dell'altri commensali

per tutto il giorno vennero a diritto

il fabbbro, il calzolaio ed altri eguali

eran venuti a ritirare il fitto*.

Il prete benedice gli animali

d'avere la sua parte avea diritto

e per fare la festa del patrono

le disse: Devi fare un grosso dono!

Il contadino col suo fare buono

dispensa a tutti, al frate capuccino

alle monache, che implorano il perdono

la sua parte la prende anche il becchino.

Or su quel monte c'è passato il tuono

di grosso e diventato assai piccino

e disse, mentre stava a guardare

chi lo sa se mi basta per mangiare.

Emilio Nacci


barche: erano chiamate le prime piccole masse fatte nei campi, in attesa di portarle sull'aia

mano: per la trebbiatura occorrevano ca. 40/50 persone

fitto: non avendo soldi, veniva pagato in natura


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commenti (1)

il fabbro è forte ma... anche te non scherzi!!!

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